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martedì 28 ottobre 2014

Villa Reale di Monza: un restauro spinoso


Il restauro della Villa Reale di Monza: chi l’ha pagato e chi ci guadagna

Newsletter di ParcoMonza.org 

A lavori ultimati, facciamo il punto su quanto è costato a noi tutti - non solo in termini economici - il restauro della parte centrale della Villa Reale di Monza.
  • I costi effettivi del restauro non sono stati resi noti. Comunque, in base al bando, di cui il responsabile era Anton Giulio Rognoni - l’ex Amministratore Delegato di Infrastrutture Lombarde ora indagato nell’ambito degli appalti per Expo - Regione Lombardia ha erogato 21 milioni e Nuova Villa Reale Monza spa, vincitrice del bando, guidata dall’imprenditore Navarra di Italiana Costruzioni, in sede di aggiudicazione (vedi conferenza stampa dell’allora Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, del 15 aprile 2011) avrebbe dovuto versarne 8 ma, a quanto dicono le notizie di stampa e le affermazioni pubbliche degli stessi responsabili, ne avrebbe investiti solo 4. Peraltro rileviamo che il costo iniziale stimato per gli interventi al Belvedere, ha subito senz’altro un netto abbattimento poichè originariamente era ivi previsto il famoso ristorante di lusso che avrebbe comportato ingenti costi per impiantistiche particolari e per allestimenti dedicati. Il ristorante, di modesta rilevanza, è stato poi realizzato al piano terra mentre il Belvedere è stato oggetto di interventi limitati. In corso d’opera, tuttavia, vi è stato un aumento dei costi che, secondo fonti stampa diverse sarebbe stato di 2 o 3 milioni di euro per imprevisti durante i lavori e che sono stati ulteriormente finanziati dalla Regione: abbiamo chiesto al Consorzio documentazione dell’importo e della natura degli imprevisti, ma non ci è stata data alcuna risposta in merito.
L’ingresso del privato sarebbe stato forse giustificato se i 25 milioni fossero stati a carico del concessionario e 4 milioni alla Regione, ma evidentemente lo scopo dell’operazione non era quello di sollevare il pubblico dall’investimento più gravoso. Questo non può essere un esempio virtuoso di collaborazione fra pubblico e privato, in quanto non vi sono contropartite effettive per la collettività.
  • Malgrado l’esiguità del suo contributo, il privato ha ottenuto 22 anni di concessione degli ambienti più rappresentativi della Villa, lasciando solo 36 giorni non consecutivi l’anno alla piena fruizione pubblica. Questo significa che per 22 anni Nuova Villa Reale Monza spa potrà guadagnare dalla messa in subconcessione dei quattro piani centrali della Villa Reale di Monza. E non si può dire che abbia perso tempo: ha già affittato il piano terra per 15 anni a un ristorante, “Le cucine di Villa Reale”, che userà gli spazi in modo esclusivo (http://www.fedegroup.it/ristorante/le-cucine-di-villa-reale) e non in funzione dell’attività museale come prevede il Testo Unico dei Beni culturali. Un esempio: il 31 ottobre è previsto l’Halloween Private Party, in occasione del quale la Villa farà da “suggestivo contenitore” al “Night Party con DJ set dalle 23.00”, un evento del tutto avulso dal delicato contesto in cui viene collocato e per il quale “l’organizzazione si riserva il diritto di selezione all’ingresso” (https://www.facebook.com/events/297160933812528/?fref=ts). Su tale utilizzo improprio e pregiudizievole della Villa – a oggi ci sono state già oltre 500 prenotazioni – il Consorzio si è limitato a rilevare, a posteriori e su nostra segnalazione, un "difetto" di comunicazione e non si è sentito in dovere di intervenire nel merito dell’uso oltraggioso della Villa. Le sale storiche del primo piano nobile sono state affittate alla Vision Plus per 9 anni (notizie stampa parlano di 300.000 € l’anno) che, a sua volta le potrà affittare a chiunque sia disposto a sganciare quattrini. Un solo esempio: il 4 ottobre, il salone delle feste è stato affittato (7–10mila €) per ospitare il primo ricevimento di nozze con gran finale di fuochi d’artificio (nei giardini che non sono in concessione ?!?!) e le altre sale sono state messe a disposizione del Salone del Wedding Reale, ovvero la fiera degli sposi.
Ma facciamo due semplici conti: è verosimile ritenere che se il primo piano nobile è stato affittato a 300.000 € l’anno, anche gli altri piani subiranno un destino analogo. Sicchè l’introito annuale per il gestore potrà aggirarsi attorno ai 1.200.000,00 € l’anno. Cioè circa 100.000,00 € al mese. Così, ammesso che il privato abbia effettivamente contribuito con 4 milioni di €, in 3 o 4 anni avrà ammortizzato l’investimento con le sole subconcessioni e gli altri 18 anni saranno solo “utili”. In compenso, il Consorzio riceverà circa 5.000,00 € al mese. Ricordiamo, infatti, che il canone di concessione è di 60.000,00 € l’anno, oltre allo 0,7% del fatturato [circa 700 € al mese (1.200.000, 00 x0,7%): 12]. Per mera annotazione rammentiamo che il Piano Economico Finanziario (PEF) prevedeva importi addirittura superiori per il gestore.

Il pubblico - noi cittadini - ha tutto da perdere dalla concessione anche per altri motivi oltre a quelli economici; infatti, malgrado abbia pagato il restauro:
  • potrà vedere solo le parti della Villa che concessionario e subconcessionario consentiranno di vedere e, quasi esclusivamente, pagando. Anche in questo caso non si è perso tempo: dopo una decina di giorni di visite gratuite “gentilmente concesse”, il biglietto costa 12 € che vanno al concessionario;
  • per vedere le altre parti dell’ala sud restaurate (l’appartamento di Umberto I°) si deve uscire dalla Villa, percorrere una parte della corte esterna e rientrare da un’altra parte, sperando che non piova, pagando un secondo biglietto;
  • gli sarà preclusa la possibilità di vedere riallestite con gli arredi le sale del primo e del secondo piano nobile perchè gli affittuari non hanno evidentemente nessun interesse a occupare le sale e gli spazi con i mobili originari, che sarebbero sì in stile con la Villa, ma non con l’ “evento” (il vero business). Non si può rischiare, inoltre, che qualche improvvido partecipante all’evento danneggi mobili, suppellettili, arazzi preziosi. Risultato: gli arredi originari recuperati e restaurati, non sono stati sistemati dove avrebbero dovuto, ma sfrattati e delocalizzati in un’altra parte della Villa. Per esempio, i mobili “alla chinese” e gli arazzi del Raineri, in perfetta sintonia con il soffitto dell’Albertolli, che arricchivano la “Sala degli Uccelli” del primo piano nobile, sono stati surclassati dai tavoli imbanditi di confetti e dai tulle della fiera degli sposi;
  • si deve accontentare di un restauro che sembra funzionale al solo sfruttamento commerciale. Ricordiamo, inoltre, che il primo piano nobile e il Belvedere erano già stati sottoposti a restauro a cura della Soprintendenza. Tra l’altro, che fine faranno i parquet del Maggiolini e le altre parti restaurate che dovranno sopportare l’urto dello sfruttamento commerciale degli spazi?
Ma soprattutto a perderci è la Villa stessa, spezzettata come fosse un condominio, ridotta a contenitore di usi oltraggiosi e indegni della sua storia, deprivata della possibilità di presentarsi in tutta la sua maestosità di dimora regale.

Gli Austriaci, i Francesi, i Savoia l’avevano lasciata a noi tutti perchè fosse un monumento di cultura, didattica, arte e alta rappresentanza: nell’Atto di cessione gratuita da Demanio dello Stato a Comune di Milano e Comune di Monza del complesso immobiliare denominato Villa Reale e Parco di Monza. Repubblica Italiana, Monza 4 aprile 1996, repertorio n. 8461” si dichiara (art.6) che “gli immobili... restano sottoposti al vincolo monumentale e paesistico”, e che (art.8) “i Comuni di Milano e di Monza si impegnano a curarne la conservazione permanente ed a destinarli ad attività museali, culturali, di rappresentanza e di fruizione e conservazione del verde".

I veri “fruitori”, cioè i gestori la stanno trasformando in una “location” commerciale che consentirà loro enormi guadagni senza alcun vantaggio per il “pubblico” che pure ha pagato il restauro e ciò senza che nessuno degli enti preposti (Ministero dei Beni Culturali, Soprintendenza, Consorzio) sembri esercitare il controllo dovuto sulle attività che si svolgeranno nella Villa Reale di Monza, come dimostrano gli esempi elencati.


Per contattare il Comitato per il Parco di Monza cliccare qui.
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sabato 25 ottobre 2014

Tangenzialina Meda Sud e PLIS Brianza Centrale: una proposta per renderla meno impattante

La tangenzialina a Meda Sud secondo il progetto di viabilità complementare a Pedemontana
Comunicato stampa di Sinistra e Ambiente  - Meda

Fermo restando il giudizio negativo di Sinistra e Ambiente sull'infrastruttura autostradale denominata "Pedemontana" che continuiamo a considerare inutile e d'impatto pesante per il territorio, non ci sottraiamo dal confronto con soggetti che sul tema, a partire dalle loro preoccupazioni, elaborano suggerimenti e chiedono risposte all'amministrazione.

Invitato in data 21/10/2014 alla conferenza stampa dell'Associazione Cittadini Quartiere Polo e del Consorzio Promozione Brianza sulle problematiche connesse alle opere complementari di pedemontana localizzate proprio nel quartiere Polo (Meda Sud) con annesse legittime apprensione sui volumi di traffico indotti e aggiuntivi che interesseranno il quartiere, il Consigliere Comunale di Sinistra e Ambiente ha raccolto quanto lì illustrato e successivamente ha presentato un'interrogazione per meglio comprendere la valutazione e le azioni dell'amministrazione medese rispetto ad una proposta fatta dai due gruppi per una differente soluzione progettuale per la "tangenzialina".

Tangenzialina che si configura, nel progetto definitivo della tratta B2 di pedemontana e nella definita "bozza di progetto esecutivo", come opera viaria impattante per il consumo di suolo e il tortuoso tragitto che spezzerebbe la continuità di un'area verde meritevole d'essere inserita nel PLIS Brianza Centrale con cui confina.

Sull' ampliamento del PLIS anche alle superfici medesi, sono altresì stati protocollati i suggerimenti e le proposte per la Variante al Pgt da parte del coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB e dal Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale (cliccare qui).

La soluzione proposta dall'associazione Cittadini Quartiere Polo e dal Centro Promozione Brianza
La soluzione proposta dai cittadini del quartiere Polo meriterebbe un'analisi dettagliata e approfondita da parte dell'Amministrazione poichè consentirebbe un miglioramento rispetto all'attuale previsione progettuale per la possibilità di suddividere i volumi di traffico su due strade, per l'utilizzo di una viabilità già esistente da potenziare o riqualificare, per la riduzione del consumo di suolo e perchè permetterebbe di preservare un'area verde mantenendo la sua unità.
Una zona libera che, nel caso di un suo frazionamento e dell'attraversamento stradale, potrebbe correre evidenti rischi d'essere edificata.
Meda, non necessita d'ulteriore cemento, il suo territorio è già urbanizzato a dismisura.

Il testo dell'interrogazione presentata dal consigliere comunale di Sinistra e Ambiente - Meda

Il sottoscritto Alberto Colombo, Consigliere Comunale di Sinistra e Ambiente, ai sensi dell’art. 43 par 1 e 2 del vigente Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale formula un’interrogazione di cui si chiede risposta, sempre ai sensi dell’art 43.

Premessa

Fermo restando il giudizio negativo di Sinistra e Ambiente sul progetto dell’infrastruttura autostradale denominata “Pedemontana”, non ci esimiamo dal confrontarci con soggetti che sul tema e a partire dalle loro preoccupazioni elaborano suggerimenti e chiedono risposte.

Da tempo risulta che l’Associazione Cittadini Quartiere Polo e il Centro Promozione Brianza di Cabiate abbiano inoltrato all’Amministrazione di Meda alcune loro valutazioni e proposte su un’opera di viabilità complementare dell’infrastruttura autostradale pedemontana localizzata nel quartiere Meda Sud.
In particolare, ci si riferisce alla sinora prevista (nel progetto definitivo e nelle successive elaborazioni denominate “bozza dell’esecutivo”) tangenzialina che riguarderebbe i Comuni di  Meda, Seregno e Seveso.
Tangenzialina, da realizzare con 3 rotonde e un tortuoso tracciato a partire da via Po fino allo scavalcamento della linea ferroviaria Milano - Chiasso. Appare evidente che con questo tracciato si interromperebbe la continuità delle aree verdi ora confinanti con il PLIS Brianza Centrale e di questo naturale zona di ampliamento.
L’Associazione Quartiere Polo e il Centro Promozione Brianza di Cabiate hanno presentato, dettagliandola, una soluzione che appare, a prima vista, migliorativa sia perché suddivide in due parti (su via Gorizia e su via Vignazzola) il flusso di traffico generato dalla nuova viabilità, sia perché ridurrebbe il consumo di suolo evitando, nel contempo, di spezzare la continuità delle aree verdi.

Con la presente si interroga pertanto il Sig. Sindaco e l’Assessore alla Pianificazione Territoriale e ai Lavori Pubblici per sapere:

  • Se la soluzione proposta sia stata presa in considerazione dall’Amministrazione e come sia stata valutata.
  • Per quale motivo non si sia ritenuto di portare la proposta in oggetto all’attenzione della Commissione Territorio e Ambiente per un’analisi congiunta con Sindaco e Assessore.Per quale motivo non si sia scelto di portarla al tavolo della segreteria tecnica regionale dell’accordo di programma ove, insieme con i Comuni limitrofi, si stanno verificando le fattibilità di alcune varianti progettuali alle opere complementari e agli accessi allo svincolo medese.
  • Se siano o meno state prese in considerazione le collegate proposte (protocollate il 19-12-13) per la Variante al PGT laddove si chiede da parte del coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB e dell’Ass. Brianza Centrale di tenere conto della valenza, definita nel PTCP provinciale, delle aree verdi ove è previsto il passaggio della tangenzialina nella configurazione del progetto definitivo di pedemontana. Aree verdi comprese in alcuni capitoli del PTCP quali Rete Verde, AIP, RER, Ambiti di Riqualificazione e pertanto meritevoli di tutela, miglioramento e conservazione e quale ampliamento dell’esistente PLIS Brianza Centrale.
  • Se sia stata formulata richiesta al PLIS Brianza Centrale per l’ampliamento dello stesso su queste aree verdi e, in caso di risposta affermativa, con quali comunicazioni, di cui si chiede copia, e comunque informazioni sull’esito della richiesta.

Seregno in movimento con i "gruppi di cammino"


Venerdì 24 ottobre hanno preso il via a Seregno i "Gruppi di cammino" organizzati dal Comune e l'ASL di Monza e Brianza.

L'attività è rivolta alle persone interessate a svolgere attività fisica in gruppo e con continuità. Gli incontri avranno cadenza settimanale, il venerdì, e sono previsti due percorsi all'interno del Parco "2 Giugno" alla Porada e del Parco del Meredo.

Le camminate, sotto la guida di un esperto, prevedono cinque minuti di stretching, poi dieci minuti di passo lento (fase di riscaldamento) per poi passare a trenta minuti di passo veloce. Quindi altri dieci minuti a passo lento per la fase di defaticamento e altri cinque minuti di stretching.

Il punto di ritrovo è stato fissato, ogni venerdì,  presso il parcheggio del Centro sportivo "Consonni" in via Wagner.

Per informazioni ed iscrizioni gratuite telefonate alla signora Dina Falcone, 3386235352

Bernareggio: respinti i tentativi di aggirare i vincoli ambientali

Riceviamo dagli amici di Bernareggio il seguente commento riguardante la sentenza del TAR che respinge il tentativo del comune di aggirare i vincoli ambientali del PTCP. L'argomento è di interesse anche per la nostra zona. Consigliamo la lettura anche del seguente post: RICORSO PTCP: COMMENTO ALLA SENTENZA DEL TAR


Il ricorso presentato a fine 2013 dalla precedente maggioranza (Forza Italia - Lega Nord) contro il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è stato in gran parte respinto. Per il TAR non c’è stata nessuna “illogica imposizione”: le prescrizioni del piano sono legittime. Le scelte fatte al momento dell’approvazione del Piano di Governo del Territorio (PGT) di Bernareggio, invece, non rispettano gli obiettivi di contenimento del consumo di suolo.

La sentenza ha ritenuto infondate le presunte irregolarità della fase di approvazione: l’iter è stato completo e corretto. Il Piano Provinciale non impone spropositati ed ingiustificati vincoli. La Regione ha chiesto maggior tutela e la Provincia ha accolto le osservazioni.


Nessun attacco all’autonomia comunale. IL TAR HA RICONOSCIUTO LA LEGITTIMITÀ DELLE PRESCRIZIONI DEL PTCP CHE PREVALGONO SU QUELLE DEL PGT. Il ricorso invece ha cercato di ribaltare la situazione per sostenere le scelte di ulteriore urbanizzazione del PGT, arrivando anche a contestare l’importanza dell’ intesa tra gli enti.

Per poter edificare si è messa in dubbio la classificazione dell’area agricola all’incrocio del cimitero, minacciata dall’Ambito di Trasformazione R1. Non è strategica perché non redditizia economicamente - si sosteneva nell’esposto. Ma il criterio della Provincia è fortunatamente ben diverso: PERSEGUIRE LA DIFESA DELLE AREE AGRICOLE PER LA LORO VALENZA AMBIENTALE E PER LA TUTELA DEL PAESAGGIO non per quanto producono.

L’unico punto su cui il TAR ha dato ragione al comune riguarda la prescrizione di standard aggiuntivi. La Provincia, per disincentivare il consumo del suolo, aveva richiesto per ogni intervento edilizio previsto e da realizzare la cessione aggiuntiva di aree nella misura di un metro quadrato ceduto per ogni metro quadrato di superficie fondiaria, richiesta che il TAR ha dichiarato essere illegittima, poiché la misura degli standard da cedere è disciplinata per legge.
Per continuare ad arginare l’emergenza “consumo del suolo”, è necessario adesso che l'attuale Amministrazione Comunale di Bernareggio confermi quanto previsto nel programma di mandato: l’eliminazione degli Ambiti di Trasformazione inseriti nel PGT e l'ingresso il prima possibile in un Parco Locale di Interesse Sovracomunale. E’ necessario, altresì, che la nuova Amministrazione Provinciale non decida di cambiare i positivi principi del PTCP.
 Un Parco per Bernareggio

 La Parola al Cittadino

venerdì 24 ottobre 2014

Halloween all'Oasi Lipu di Cesano Maderno


VISITA GUIDATA NOTTURNA ALL’OASI LIPU 
HALLOWEEN NEL BOSCO
SABATO 1 NOVEMBRE 2014, ORE 20.30

A conclusione della stagione delle visite guidate notturne e in occasione della notte di Halloween, la Lipu organizza all’Oasi di Cesano Maderno una serata all’insegna del divertimento e del brivido con tante sorprese per tutti.

Prenotazione obbligatoria
Donazione a partecipante: € 5 per bambino; € 3 per Soci Lipu e accompagnatori.
Per maggiori informazioni: tel 0362.546827

lunedì 20 ottobre 2014

I colori dell'autunno all'Oasi Lipu di Cesano Maderno

Foto archivio Oasi Lipu Cesano M.

DOMENICA 26 OTTOBRE, ore 15

I COLORI DELL’AUTUNNO
Passeggiata in Oasi accompagnati dai volontari LIPU per ammirare lungo i sentieri la Natura delle Groane.

L’appuntamento di OTTOBRE dal titolo “I colori dell’autunno” è fissato per DOMENICA 2 alle ore 15 con ritrovo presso il Centro Visite.

Il ritrovo è fissato presso il Centro Visite “Langer”
15 minuti prima della partenza.
Durata attività max 3 ore.

Donazione a partecipante: € 3,50; bambini (dai 6 ai 12 anni)e Soci LIPU € 2.
GRADITA PRENOTAZIONE
Per maggiori informazioni: tel 0362.546827

domenica 19 ottobre 2014

Grande successo per la passeggiata nella Brughiera di Meda


Grande successo ha riscosso la passeggiata nella Brughiera organizzata dal Comitato per il Parco Regionale della Brughiera e dalla Pro Loco di Meda. Alla partenza infatti si sono ritrovate circa 150 persone. Di seguito presentiamo alcune immagini della bella escursione.

Il gruppo alla partenza
La mappa del percorso
Una delle tappe per illustarre le caratteristiche della Brughiera
Lungo i sentieri del bosco
Il "deserto": negli anni '60 "sembrava di essere sulla Luna"
Visita al parco privato "Cassina", sullo sfondo una voliera
Gufi nella voliera. A nostro avviso tenere questi rapaci rinchiusi è decisamente criticabile
Sempre nel parco " proprietà Cassina"
Alla "Zoca de Pirutitt"
Sul sentiero del ritorno
Cascina Colombera

Al via il rilancio della ferrovia Como-Lecco


Nuove corse per la ferrovia Como-Lecco: è questa la novità (salutata con soddisfazione da parte del Comitato pendolari), emersa nel corso dell'incontro dal titolo "Rilanciare la ferrovia Como-Lecco", tenutosi il 10 ottobre a Merone.
All'incontro, organizzato dal Comitato pendolari e dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi",  hanno partecipato molti Sindaci, oltre che numerosi pendolari, dimostrando che il territorio è davvero interessato al futuro di questa linea ferroviaria.

Durante la serata è stato annunciato (come da informazione della Regione Lombardia e di Trenord, in accoglimento delle reiterate richieste del Comitato pendolari) che da metà dicembre 2014 verranno introdotte nuove corse pomeridiane, destinate a colmare, in parte, i "buchi" del servizio. Le nuove corse sarebbero quella delle ore 14,41 da Como a Molteno, e quella delle ore 16,37 da Molteno a Como; inoltre verrebbe ampliato il percorso del bus mattutino (delle ore 7,20) da Merone a Oggiono. Infine Trenord sta valutando l'inserimento della corsa delle 12.19 da Lecco a Como e della rispettiva corsa di andata delle 7.41 da Como a Lecco.


Ecco il commento del Comitato Pendolari: "L'introduzione di nuove corse è il primo passo per il consolidamento del servizio. Ora devono essere fatti ulteriori passi per il potenziamento della linea, anzitutto attraverso l'attivazione di nuove corse al mattino e l'estensione del servizio nei giorni festivi e ad agosto. E poi si deve prevedere la sostituzione delle vecchie carrozze dei treni (risalenti agli anni '70) e l'ammodernamento delle stazioni in degrado".


Inoltre i rappresentanti dei Comitati hanno illustrato ai Sindaci e ai funzionari Trenord e RFI, presenti alla serata, le proposte per il rilancio della linea: l'istituzione di nuovi collegamenti Como-Lecco senza cambio treno a Molteno e l'inserimento di nuove corse veloci da Erba a Como S. Giovanni. Con queste ultime si potrebbe andare da Erba a Cantù in soli 15 minuti, e da Cantù a Como in soli 13 minuti, e viceversa [vedasi allegato]. Quindi senza nessun intervento infrastrutturale (le rotaie esistono già, devono solo essere introdotte le nuove corse), il treno potrebbe davvero diventare concorrenziale all'uso delle auto private che, per percorrere le stesse tratte, impiegano il doppio del tempo. 

Ai Sindaci è stato infine proposto il testo di un Ordine del Giorno da mettere in votazione nei Consigli Comunali: nella "mozione" si propone che i Comuni chiedano alla Regione Lombardia, a Trenord e a RFI di adottare i seguenti provvedimenti, volti al potenziamento e al rilancio della linea ferroviaria Como-Lecco:
  1. inserimento di una nuova corsa al mattino (tra le ore 7.00 e le ore 7.30) da Merone a Lecco;
  2. completamento del cadenzamento attuale (da Como a Lecco e ritorno);
  3. apertura della linea nei periodi vacanzieri (tutto il mese di agosto, vacanze natalizie) e nei giorni festivi;
  4. istituzione di nuovi collegamenti Como-Lecco senza cambio treno a Molteno;
  5. inserimento di nuovi collegamenti veloci da Erba a Como S. Giovanni;
  6. sistemazione delle stazioni in degrado, prevedendo manutenzioni ordinarie e straordinarie degli stabili e delle banchine.
Il Comitato pendolari e il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" auspicano pertanto che siano ora anche i Sindaci e i Consiglieri a prendersi a cuore il rilancio della Como-Lecco.

giovedì 16 ottobre 2014

Sovico: un libro per presentare "Cascina Greppi e il rione Baldisar"

Cascina Greppi come appare nelle mappe del Catasto Teresiano del 1722 (a sinistra) e del Nuovo Catasto Terreni del 1897 (a destra)
Martedì 21 Ottobre, alle ore 21.00
presso la Sala Civica di Sovico, in Viale Brianza 8
il Gruppo Cascina Greppi presenterà il libro

“CASCINA GREPPI E IL RIONE BALDISAR”
di Mariano Francesconi

Quando non si sa dove andare, bisogna guardare indietro, per vedere da dove si viene ...

Parte da qui Mariano Francesconi, dalle radici profonde dei ‘’Baldisar’’, per raccontare la storia del rione Greppi di Sovico. Una storia antica, pazientemente percorsa a ritroso, fino alla seconda metà del 1500. Una storia fatta di valori contadini e di amicizie profonde; di famiglie venute da lontano per costruire ai ‘’Greppi’’ un futuro migliore; di persone che anche oggi condividono la passione e l’attaccamento ai ‘’Baldisar’’.

Con il patrocinio del Comune di Sovico

Per scaricare la locandina in formato pdf cliccare qui.

Lecco: operazione pulizia fondali

Foto di Claudio Compagnone
Riceviamo e pubblichiamo

Domenica 12 Ottobre si è tenuta la manifestazione “Fondali Puliti” presso Moregallo (LC) nelle immediate vicinanze del Bar Rapa Nui.
Per la prima volta i subacquei di tutti i livelli , didattica ed a prescindere dal gruppo di appartenenza, si sono uniti con l’intento di collaborare nella pulizia di quella parte di lago che frequentano più spesso.
Con l’impegno di un centinaio di subacquei il risultato non ha tardato a manifestarsi: circa 300 kg di sporcizia raccolta, catalogata e differenziata. Molte bottiglie, sia di vetro che plastica, ma anche cavi elettrici, lattine, oggetti di plastica vari ed un sedile di automobile!
A dimostrazione che la comunità dei subacquei è numerosa, interessata alla conservazione ambientale, ed unita al momento del bisogno.

Numerosi i negozi, associazioni e semplici gruppi organizzati coinvolti: Atlantis, Bucanieri Sub, Deep Stop, Doctor Scuba Diving School, Gente di Mare, Minga Bun, Peppo Sub, Peppo Sub Academy, Robymaster Scuba Team, Scwartzy Explorer Team, Sporting Club Muggiò, Subfriends, Universal Diving School.

Gli organizzatori ringraziano in modo particolare Carla e Beppe della ditta Rapa Nui per la loro proverbiale accoglienza, ed il comune di Mandello del Lario che ha supportato l’evento, la Società Silea che ha messo a disposizione le sue risorse per la raccolta del materiale trovato. Un’esperienza da ripetere, magari coinvolgendo ancora più subacquei!


mercoledì 15 ottobre 2014

Un corridoio ecologico tra il Bosco di Vanzago e il Parco delle Groane


Tratto da Eliante

Che una delle principali minacce per la conservazione delle specie sia la frammentazione degli habitat è ormai largamente riconosciuto. Anche l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) sostiente che l’approccio basato se semplici aree protette ha dei limiti in quanto non consente un’effettiva connessione delle popolazioni in grado di mantenere la loro vitalità genetica.

In quest’ottica nasce il progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo “Connessione ecologica dal Bosco di Vanzago al Parco delle Groane”, che vede riuniti in partenariato i comuni di Rho, Pregnana Milanese, Vanzago, Pogliano e WWF Italia (con cui Eliante collabora). Il progetto intende gettare le basi per la realizzazione di interventi in grado di tutelare le aree agricole residue in un contesto territoriale a rischio di ulteriore consumo del suolo in quanto confinante col sito di EXPO 2015.

L’area di intervento è parte importante della Rete Ecologica Regionale (RER) lombarda; infatti, proprio qui passa il corridoio della RER che collega l’Oasi WWF di Vanzago con il Parco delle Groane, due aree naturali definite dalla Regione Lombardia “Aree prioritarie per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda”. Di contro, il sito che ospiterà l’EXPO è dietro l’angolo, e con lui anche i pesanti interventi di urbanizzazione connessi a questo evento. Tutelare efficacemente l’area è quindi doppiamente importante.

Gli abitanti del corridoio

Le specie e gli ambienti da tutelare in questa parte di Lombardia sono tantissimi. Al suo interno ricadono due parchi (Parco delle Groane e Parco del Basso Olona), tre Siti di Interesse Comunitario e una Zona a Protezione Speciale. Qui si concentrano habitat degni di tutela come i querceti di farnia e rovere, boschi interamente depurati da specie esotiche, fontanili e acque sorgive, aree a brughiera preservate dall’edificazione selvaggia. A livello di fauna, passeggiando da queste parti incontriamo caprioli (ben 30 presenti all’interno dell’Oasi di Vanzago), volpi, faine, tassi, lepri, tritoni, una piccola raganella che vive solo in Italia (Hyla intermedia), picchi verdi e rossi, martin pescatore, germani reali, poiane, gheppi, civette, moscardini e altro ancora.

Gli obiettivi del progetto

È quindi fondamentale preservare questo corridoio ecologico e garantire la sua continuità attraverso azioni mirate che il progetto intende individuare e mettere in pratica. In questa fase si realizzerà uno studio di fattibilità con l’obiettivo di:
  • Aggiornare e sistematizzare le informazioni riguardanti le specie presenti nell’area e individuare quelle maggiormente sensibili alla frammentazione ecologica;
  • Individuare le aree a elevato valore naturalistico all’interno dei sistemi rurali e definire strategie di gestione che tengano in considerazione sia le esigenze dell’agricoltura che quelle della biodiversità;
  • Identificare gli interventi per migliorare la connettività ecologica dell’area e per salvaguardare i corridoi esistenti;
  • Aumentare il livello di consapevolezza di tutti i portatori di interesse locali, dalle istituzioni agli agricoltori, dalla popolazione ai gestori delle aree protette.

Alla fine del progetto verranno realizzate una serie di mappe aggiornate utili per tutelare efficacemente i corridoi individuati e rimuovere gli eventuali ostacoli che frammentano i collegamenti delle aree naturali del corridoio.

lunedì 13 ottobre 2014

Camminata d'autunno nella Brughiera Briantea


DOMENICA 19 OTTOBRE 2014 A MEDA (MB) - CON RITROVO ALLE ORE 8,30 AL PARCHEGGIO LUNGO LA VIA PESCARENICO ANGOLO VIA COLOMBARA.

Curata da: ASSOCIAZIONE PRO LOCO PRO MEDA E COMITATO PER IL PARCO REGIONALE DELLA BRUGHIERA.

17^ uscita del programma "Le Stagioni del Parco 2014"
Partenza entro le 8:45
Prima parte del percorso lungo il sentiero n° 6 del PLIS Parco Brughiera Briantea che ripercorre la vecchia via ferrata delle fornaci fino a raggiungere la via per Mariano Comense a Lentate sul Seveso per entrare nella proprietà Cassina con visita al parco faunistico.
Da qui, al termine della visita, si riprende il sentiero n°6 per avviarsi verso la "zoca di pirutit" e portarsi di nuovo sul sentiero per il rientro al punto di ritrovo.

Per scaricare la carta dei sentieri del PLIS della Brughiera Briantea cliccare qui.

Fotoracconto dell'escursione a Figino Serenza


di Tiziano Grassi, Presidente del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera

Ottima escursione quella di domenica 12 ottobre 2014 a Figino Serenza, a Novedrate e a Carimate con gli amici del Gruppo Volontari Valle Serenza. Come per altre escursioni dove il tempo era incerto (....pioverà?), l'unica assente è stata proprio la pioggia. Non abbiamo avuto nemmeno un goccia d'acqua!


Abbiamo visto luoghi magici con "viste" altrettanto belle (spettacolare quella sulla Valle del Seveso da Villa Calvi di Montesolaro!) lungo un percorso storico molto importante per il nostro territorio, brillantemente spiegato dalle "guide" del Gruppo Valle Serenza.


Al termine dell'escursione ci ha accolto a Villa Ferranti di Figino Serenza il "mitico rinfresco" offerto dal Gruppo Valleserenza con squisite torte salate e dolci fatte in casa dai volontari dell'associazione che ringraziamo ancora una volta per la loro "ospitalità" e organizzazione... Bravi! ... alla prossima.

 
 

Angelo Bartesaghi: 30 opere e 27 pensieri in mostra a Giussano


E' aperta sino al 18 ottobre presso la splendida cornice di Villa Sartirana a Giussano la mostra dedicata al pittore giussanese Angelo Bartesaghi (1951-2013).

Curata dal maestro Vanni Santarelli, l'esposizione riassume con 30 opere e 27 ricordi degli amici di una vita la vicenda artistica e umana dell'indimenticato artista originario di Fabbrica Durini.


Come ci racconta Gian Vincenzo Gatti Art Director della mostra, l'esposizione vuole presentare e rappresentare Angelo Bartesaghi e le sue opere: "qualcosa" che non è possibile disgiungere. Non vuole spiegare o chiarire la pittura di un artista in continua dialettica tra soggetto, oggetto, emozione e sensazione, ma raccontarla nella sua interezza e complessità. Questo viene cercato e dimostrato attraverso 30 opere, scelte dal curatore e dal figlio, e 27 pensieri, ricordi, aneddoti e riflessioni di chi, i qualche modo, ha avuto un rapporto importante e privilegiato con lui.


Il video del figlio Simone e la musica di Brian Eno - voluta per accompagnare anche la mostra precedente -  vogliono essere il complemento e il perfezionamento emotivo della rassegna dedicata all'artista, probabilmente una scelta che sarebbe stata anche la sua. (...)


Vanni Saltarelli curatore della mostra: "Senza titolo" lascia alla persona la libertà di appellarsi al proprio intuito per vivere un'emozione senza farsi guidare da nessuna indicazione prestabilita...In questo modo colui che si trova di fronte alle opere non è spettatore passivo ma diventa protagonista attivo dell'esposizione, non guarda semplicemente ogni singolo dipinto ma entra a far parte della personalità di Bartesaghi nel modo che più gli viene spontaneo (...) ho pensato alla mostra come a un'occasione per rappresentarlo con una selezione delle tematiche a lui più care. Il tema forse più amato da Angelo è forse quello del paesaggio (...)

I suoi paesaggi hanno impasti cromatici quasi astratti e appartengono alla nostra quotidianità ma allo stesso tempo i campi, i fiori, le case e la vita convivono in spazi di pura energia. Anche il tema degli animali è molto presente nella sua pittura: ne indaga aspetti misti tra semplicità e ironia (...)

Ultima nota quella del critico Giuseppe Casiraghi: era miracoloso come non esistesse dicotomia tra Lui e la sua Arte, siccome il suo dipingere era gioia di vivere, ossia la costante, visiva concretizzazione dei suoi puri ideali. Interpretava un post-impressionismo di stampo lombardo, anche se esisteva, ancora, qualche labile traccia dell'influsso Vivianesco (...)

Dentro a quei dipinti, accennava anche una prudente ricerca, mai ossessionante, dell'informale.

(a cura di Gianni Casiraghi)

domenica 12 ottobre 2014

"... quel terreno dell' Aldepranda, che si trova alla Baragia sotto il bosco di Summovico..." (Parte 2)

Questo è il secondo post in cui ci occupiamo della zona compresa tra i comuni di Sovico, Lissone e MacherioNel primo  abbiamo parlato delle Cascine della frazione Aliprandi di Lissone e del Boscone di Sovico; ora tratteremo delle cascine e degli antichi oratori della zona occidentale di Macherio e della confinante zona di Lissone.

Ricordiamo che questi luoghi erano citati in un testamento dell'arcivescovo Ansperto del IX sec., in cui egli lasciava al nipote un ronco "detto dell'Aldepranda, che si trova alla Baragia, sotto il Bosco di Summovico".

Baraggia è un termine derivato dal celtico, che significava zona incolta, landa, ed era molto diffuso dalle nostre parti per indicare aree periferiche non dissodate. Per la verità questo nome non era del tutto appropriato per la zona in questione, visto che vi sono state riconosciute tracce di centuriazione romana.

Elaborazione di carta topografica dell'I.G.M. (1937). In rosso il reticolo delle centurie (710,4 x 710,4 metri). In verde strade e sentieri paralleli ai cardini (nord-sud) o ai decumani (est-ovest). [Tratta da (6)]
Ma forse nei "secoli bui" del primo medioevo le coltivazioni erano state abbandonate e proprio ai tempi di Ansperto c'era una ripresa dell'agricoltura, se consideriamo che il campo che lasciava al nipote veniva chiamato ronco, parola che indicava un terreno disboscato appunto per essere destinato alla coltivazione.

Comunque sia nella parte occidentale del comune di Macherio e a cavallo del confine con Lissone esistevano ben quattro cascine almeno dal XVI secolo, ma più probabilmente già dal XIV.

Catasto Teresiano 1721 - Le quattro cascine in comune di Macherio: dall'alto a sinistra, in senso orario, le Cascine Torrette (Vetta), Verri, Maldura, Bareggia
Al centro sorgeva la cascina delle Torrette, forse la più antica, abbattuta negli anni sessanta del secolo scorso. Qui oggi rimane solo il bellissimo Oratorio, intitolato a S. Margherita, che per le sue caratteristiche stilistiche si può far risalire al XIV secolo; tuttavia lo troviamo citato per la prima volta, insieme alla cascina a cui era annesso (allora chiamata anche dei Pellizzoni), solo nel 1567.

L'Oratorio di Santa Margherita alle Torrette (Macherio)
Nelle relazioni delle visite pastorali intorno al 1600 si deploravano alcuni gravi inconvenienti, e cioè l'esistenza di un uscio laterale che immetteva direttamente nella cascina e di una cantina ad uso privato sotto l'altare, oltre al fatto che la campana fosse situata sul tetto delle case e non della chiesa.

La parte lissonese di cascina Bareggia nel Catasto Teresiano - 1722
A sud delle Torrette, in prossimità del confine comunale, si trovavano le cascine Bareggia e Maldura.
La prima si estendeva sia nel comune di Macherio che in quello di Lissone. Anche questa cascina probabilmente risaliva al XIV secolo, quando apparteneva, insieme alle tre cascine Aliprandi più ad ovest, alla famiglia omonima. Nel '500 passò ai Pellizzoni e all'inizio del secolo successivo ai Bareggi.
Questi costruirono presso la cascina un Oratorio dedicato ai Santi Giacomo e Filippo, poi passato ad uso profano quando all'inizio del '900 fu costruita la nuova chiesa parrocchiale.

Madonna Incoronata (fine '700). Quadro una volta situato nella nicchia di legno sulla parete di via Cantù di una porzione di Cascina Bareggia poi abbattuta
Nel 1665 i Bareggi lasciarono la cascina, con tutti i terreni, all'Ospedale Maggiore di Milano, che ne rimase in possesso fino al 1845, quando li mise in vendita.
La parte lissonese della cascina ora appartiene al Comune, che l'ha restaurata.

Cascina Bareggia (Lissone)
Dipinto del XVIII sec. sulla parete di Cascina Bareggia (Lissone)
La cascina Maldura, in comune di Macherio, prendeva il nome dai suoi proprietari, che lo rimasero per almeno due secoli. Non sappiamo a quando risale la cascina; la sua prima notizia è del XVI secolo. Anche qui nel secondo decennio del '600 fu costruito un oratorio, prima intitolato a S. Giuseppe e poi a S. Anna.

L'edificio che ospita l'oratorio di Sant'Anna (proprietà privata)
Dipinto sull'altare dell'oratorio di Sant'Anna
In una visita pastorale della fine di quel secolo si lamentava il fatto che sopra l'Oratorio fosse stata edificata una stanza ad uso della famiglia Maldura (stanza tuttora esistente, pare anche affrescata).
La proprietà della Maldura passò, probabilmente nella seconda metà del '700, alla famiglia Greppi, che trasformò l'antico edificio, già parzialmente utilizzato come abitazione padronale, in villa signorile e fece costruire una nuova cascina più ad ovest. Di fronte a questa, successivamente fu costruito - e c'è tuttora - un forno comune.

Catasto Lombardo Veneto (1855). Nell'angolo in basso a destra è segnato l'oratorio. L'edificio contrassegnato con il n. 297 è stato demolito nel secolo scorso
Ai Greppi subentrarono per matrimonio i Belgioioso e nel secolo scorso i fratelli Fontana, che adibirono parte della casa padronale a stabilimento di tessitura di lino e canapa.
Purtroppo l'antica villa non ha avuto un'adeguata manutenzione e l'oratorio seicentesco, sconosciuto ai più, è quasi perennemente chiuso.
La parte lissonese della Maldura - a sud della strada che divide i due comuni - sorse nel XVII secolo, ma è stata abbattuta vent'anni fa.

Villa della Maldura (lato nord)
Cascina Maldura (lato su via Belgioioso)
Cascina Maldura - seconda metà sec. XVIII o inizio XIX
Il forno comune (ora in disuso) di Cascina Maldura (seconda metà sec. XIX)
Infine a nord est della Bareggia sorgeva la Cascina Rivolta, vicino alla Cascina de' Berti (poi Greppi) in comune di Sovico. Anche questa cascina pare risalisse al XIV secolo. Nel '500 passò ai Verri, probabilmente in seguito al matrimonio di Pietro Antonio con Lavinia Maldura. La famiglia Verri aveva estese proprietà anche nei comuni limitrofi, particolarmente a Biassono dove più avanti costruirà una dimora di campagna.
Dalla fine del Settecento la cascina venne chiamata Pedresse.

"Cassine Pedres" nel Catasto Lombardo Veneto del 1855
Uno degli edifici del complesso Cascina Rivolta/Verri/Pedresse (Macherio)
Cascina de' Berti/Greppi (Sovico)
All'inizio del XVIII secolo la proprietà terriera di questa parte del comune di Macherio era ancora suddivisa quasi completamente tra i proprietari delle quattro cascine: Francesco Marcellino per la Cascina Torrette (allora chiamata Vetta), i Verri, l'Ospedale Maggiore per la Bareggia e i Maldura; gli ultimi due avevano estesi possedimenti anche nella parte confinante del comune di Lissone.
Ad eccezione di alcune piccole aree boschive (per un totale di circa 4 ettari), i terreni erano coltivati a cereali, ma quasi ovunque erano presenti anche gelsi e più di un terzo degli aratori erano "vitati", cioè intervallavano la coltivazione di cereali con filari di viti.

Purtroppo la maggior parte dei begli edifici storici della zona è attualmente soffocata dalle costruzioni moderne e alcuni - soprattutto l'Oratorio delle Torrette ma anche la cascina e la villa della Maldura - dovrebbero essere restaurati e adeguatamente valorizzati.

Villa della Maldura (attualmente l'edificio è frazionato in vari appartamenti)
Cascina Maldura (vista da via Belgioioso)
Posizione dei luoghi citati nei due post: C. Aliprandi (1) - C. Bini (2) - C. Santa Margherita (3) - Torrette (4) - C. Bareggia (5) - C. Maldura (6) - C. Pedressi (7) - C. Greppi (8) - Boscone (9)

Testo di Chiara Ballabio   
Fotografie di Zeno Celotto
 
© riproduzione riservata

Curiosità:
Riceviamo da Gianni C., che ringraziamo, l'immagine dell'antica segnaletica in pietra indicante la località MALDURA posizionata all'inizio di via Roma a Macherio nei pressi dello storico incrocio principale del centro cittadino, in particolare l'indicazione è posizionata sulla facciata nord di Corte Rossa.
Facciamo notare come il segnavia indichi MALDURA, LISSONE e DESIO e non la BAREGGIA...


Riferimenti bibliografici:
1) G. Sassi - Storia di Macherio - Macherio, 1995
2) E. Bernasconi - Lissonum - Monza, 1926 (riedito dal Comune di Lissone nel 1987)
3) E. Mariani - L'antico comune di Cassine Aliprandi - Milano, 1999
4) AA.VV. - Bareggia cento anni di storia 1902-2002 - Macherio, 2004 
5) M. Dolci - "Ager Mediolanensis" e "Ager Comensis": il problema della centuriazione - Pisa-Roma, 2005
6) Museo Civico "Carlo Verri" Biassono - La centuriazione a nord di Monza - Biassono, 2008