La zona di San Giuseppe (Desio), al confine con Seregno, è stata in questi giorni oggetto di attenzione da parte degli inquirenti per presunti episodi di corruzione finalizzati a favorire trasformazioni urbanistiche.
L'area, fino al 1° luglio 2009, prima dell'entrata in vigore del nuovo PGT di Desio, aveva una destinazione agricola. Ora invece sono possibili edificazioni fino a 45.350 mq/slp.
Le associazioni ambientaliste sia desiane (Legambiente e Alternativa Verde) che sovraccomunali (Insieme in Rete e Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza Centrale) hanno, nelle varie sedi, proposto la salvaguardia di tali aree sia per il loro valore storico-paesaggistico sia per il valore naturalistico in quanto parte della Dorsale Verde Nord e corridoio ecologico; nelle intenzioni delle associazioni la zona sarebbe un importante ampliamento del PLIS Brianza Centrale ad essa confinante.
Anche la Provincia di Milano, prima dell'approvazione del PGT, aveva ravvisato l'incompatibilità di tali ambiti di trasformazione (ATR) con il il Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP). Riportiamo di seguito uno stralcio delle osservazioni fatte pervenire al comune di Desio.
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Gli ambiti di trasformazione ATR2 e ATR3 si inseriscono in un contesto di alta sensibilità paesistica (riconosciuto in quanto tale anche nel PGT unitamente al centro storico) per la presenza del complesso della villa, parco e chiesa Buttafava, assoggettato a tutela ai sensi dell’art. 10 del D. Lgs. 42/2004, e dell’insediamento rurale storico della Cascina San Giuseppe con il relativo contesto agricolo. L’area di concentrazione volumetrica della residenza è adiacente, senza soluzione di continuità, ai sopra richiamati beni vincolati in base al D.lgs. 42/04 e sovrapposta all’ “Insediamento rurale di interesse storico” segnalato dalla Tav. 3 del PTCP vigente (complesso rurale di San Giuseppe), in un contesto di notevole valenza paesistica e storica che verrebbe definitivamente snaturato da tale intervento. In particolare, nel Sistema paesistico-ambientale del PTCP (Tav. 3), vengono rappresentati la villa Buttafava con il giardino storico, la chiesa di San Giuseppe e gli elementi qualiflcanti del contesto circostante.
Tra questi, vengono segnalati il complesso rurale di San Giuseppe (quale insediamento rurale di interesse storico) e i filari corrispondenti agli assi prospettici dei viali di accesso alla villa e al complesso rurale, di cui uno, il “viale della prospettiva” (accessò est al complesso rurale), coincide anche con un tratto del percorso d’interesse paesistico segnalato dal PTCP (p26 Valassina - paesaggio dell’alta pianura, da Milano al Ghisallo). Inoltre, nello studio di approfondimento per il PTCP relativo ai giardini storici e alle architetture vegetali nel Milanese, vengono segnalati i suddetti due viali alberati in quanto “sito storicamente documentato come architettura vegetale” nonché quali elementi “di rilevanza simbolica nella cultura locale”, confermati nel Repertorio dei Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano. Il contesto in cui vengono individuati gli ambiti ATR2 e ATR3 è altresì interessato dal progetto strategico di rete ecologica provinciale e dal progetto della Dorsale Verde Nord. In particolare le trasformazioni interferiscono con un corridoio della rete ecologica provinciale e sono limitrofe a due varchi, così come evidenziato nella Tavola 19 dei varchi individuati nella Relazione Generale del PTCP vigente, definendo un ulteriore e critico processo di saldatura con i comuni limitrofi (Seregno e Lissone).
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L’attuazione dei comparti comprometterebbe in maniera irreversibile il contesto sopra descritto - il cui grado di vulnerabilità è già peraltro notevolmente aumentato a causa della previsione sovraordinata del Sistema Autostradale Pedemontana - e con esso le condizioni ambientali del bene culturale e monumentale riconosciuto del complesso Buttafava, la cui identità risulta storicamente e strettamente connessa al permanere del contesto agricolo di riferimento. Per le motivazioni sopra esposte, si richiede lo stralcio degli ambiti di trasformazione ATR2 e ATR3 e la riconferma della destinazione agricola e del valore strategico dell’area per garantire, anche mediante la definizione del PLIS, un’idonea salvaguardia e valorizzazione paesistico-ambientale del contesto.
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