Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda
Pubblichiamo di seguito un intervento di Sinistra e Ambiente sul PGT (Piano di Governo del Territorio) di Meda
I PGT di Meda e Seveso saranno fortemente influenzati dal progetto per la futura Autostrada Pedemontana. Infatti sull’area protetta del BOSCO delle QUERCE ( ex ICMESA) incombe la minaccia di SBANCAMENTO per far spazio al passaggio della nuova arteria autostradale andando a movimentare terreno ancora fortemente inquinato da DIOSSINA con conseguente rischio per la salute dei cittadini. Su questo aspetto, sarebbe opportuno che le nostre amministrazioni facessero sentire la loro voce in tutte le sedi istituzionali e non solo.
Nei nostri Comuni il CONSUMO DI SUOLO è ormai a livelli così elevati da aver pressoché cementificato la quasi totalità delle aree libere. Purtroppo anche in questa seconda fase di elaborazione del PGT di Meda (la prima, mai conclusa, era iniziata con la vecchia Amministrazione Asnaghi) che definirà il prossimo futuro della nostra città, nei documenti ufficiali per determinare quanto è costruito il nostro territorio, si considera sempre “tutta” la superficie del Comune di Meda.
QUESTO E’ UN GRAVE ERRORE e serve solo ed esclusivamente per non dire ciò che ormai è la realtà di questi territori “padani”: a Meda (come anche a Seveso) viviamo “TUTTI” in un ambiente urbanizzato che una volta chiamavano la Verde Brianza ma dove oggi il costruito è quasi il 90% dello spazio esistente, prevedendo oltretutto di andare a edificare anche negli ultimi e residui spazi a verde sopravvissuti.
Infatti il nostro territorio ha effettivamente il Parco della Brughiera e il Bosco delle Querce, che sono ormai fortunatamente intoccabili e in edificabili e sono localizzate ai margini dei nostri confini. Però tutto l’abitato è concentrato fuori da queste zone a verde. E’ per tale ragione che non è più possibile affermare che abitiamo in un paese dove l’indice di Consumo del Suolo è al 69,88 % ( valore comunque anch’esso alto ) come viene riportato alla pagina 25 della Relazione del Documento di Piano del PGT di Meda.
Bisogna avere il coraggio e l’onestà di dire ai cittadini di Meda che è rimasto libero e a verde solo il 10% dell’intero territorio urbanizzato ( costituiti fondamentalmente da 5 grosse aree ) su cui è indispensabile ragionare in modo diverso dalle solite logiche del costruire a tappeto e con indici volumetrici altissimi.
E’ per tale ragione che noi di Sinistra e Ambiente riteniamo che la stesura del nuovo PGT deve essere il momento principe per riconsiderare questi ultimi residui di spazi a verde come una risorsa unica e irripetibile per la Comunità: non possono decidere sui bisogni della gente sempre e solo gli interessi del mercato immobiliare e dei soliti “noti”.
Continueremo in tutte le sedi e in tutti i modi a monitorare e controllare l’iter di stesura del PGT formulando proposte e richieste all’Amministrazione per cercare di arrestare il Consumo di suolo e tutelare l’Ambiente.
NODO D’INTERSCAMBIO FERROVIARIO
Al momento attuale tale progetto risulta totalmente privo di qualsiasi copertura economica. Detto questo, è necessario rimarcare limiti e contrarietà sull’ipotesi progettuale stessa. Anche l’ipotesi correlata di abbassamento del tracciato ferroviario oltre ad essere una proposta di dubbia fattibilità con gli imminenti sottopassi vari, non pare avere sponsor decisi ad accollarsi gli enormi costi.
RITENIAMO UN ERRORE CLAMOROSO CHIUDERE LE STAZIONI ESISTENTI DI MEDA, SEVESO E CAMNAGO.
Così facendo, si rischierebbe d’incrementare il traffico su Meda per accedere alla nuova stazione d’interscambio alla faccia degli slogan urlati dai nostri amministratori sulla MOBILITA’ SOSTENIBILE che con un intervento del genere di riduzione da tre a una stazione periferica viene completamente negata ai cittadini. Se la proposta di una nuova stazione di intersezione tra Ferrovie Nord e Ferrovie dello Stato può essere una opportunità per incentivare l’uso del trasporto su ferro, è però indispensabile ridimensionare il progetto mantenendo le stazioni esistenti ripensandole come stazioni di una rete metropolitana.
Non condividiamo assolutamente il progetto di una stazione con annessi “servizi a vocazione commerciale” (ritorna il vecchio e osteggiato Centro Commerciale area ex Medaspan ?). Stiamo discutendo di una stazione per MIGLIORARE la viabilità, spostando il traffico da gomma a ferro, o di un solito centro commerciale con annesse sale cinematografiche etc. con in più il monopolio e l’esclusiva di avere l’unica stazione ferroviaria della zona Meda-Seveso-Lentate???
Anche l’ampiezza del parcheggio, ove si parla di 5000 posti è sicuramente sovradimensionata e pertanto va rivista completamente.
Il probabile gioco di scambi d’aree e contrattazione tra Amministrazione e privati proprietari (area ex Medaspan di Franchini e, probabilmente, area Cassina/Poltrona Frau del Gruppo Charme) è complicato e rischioso poiché metterebbe un’ipoteca edificatoria su altre aree libere (Cave) e snaturerebbe la funzionalità dello stesso nodo d’interscambio, più somigliante a un centro commerciale che a una stazione.
E’ singolare vedere come la proprietà Poltrona Frau/Cassina sia stata accerchiata da parte dei nostri amministratori destinando le aree limitrofe a Servizi/Commerciale compreso il vecchio stadio e non in parte ad aree produttive come già di loro vocazione. Si “vuole” o forse “c’è già un accordo” per il trasferimento dell’unità produttiva Poltrona Frau su altre aree magari sui terreni agricoli della zona Cave? O forse fuori da Meda? Non pare proprio una scelta in linea con le linee guida del PGT “Rilancio del Sistema Economico Meda”.
La natura dell’idea di nuova stazione ferroviaria potrebbe quindi essere condivisibile, ma contenuti e modalità attuative sono decisamente da riformulare.
INDICI DI EDIFICAZIONE
Ci preoccupano gli elevati indici d’edificazione mc/mq previsti in buona parte delle Aree di trasformazione (peraltro eredità dell’Amm. Asnaghi) che andrebbero invece ribassati, perlomeno laddove non ci sono cessioni di parti all’uso pubblico.
Alcune di queste aree di trasformazione, destinate ad uso servizi pubblici e privati e al produttivo, si divorano le residue zone agricole (prati) rimaste (vedi area AC3 e AC4 in viale Lombardia e AC5 in via Tre Venezie) . Vorremmo capire i dettagli degli insediamenti e ipotizzare una proposta alternativa di “ricostruzione ambientale” con particolare riguardo alle destinazioni di aree a verde pubblico.
Così come non ci trova d’accordo la previsione di edificazione sull’attuale area a prato in via Manzoni, di proprietà PUBBLICA definita come AR2b che viene destinata a residenziale per uno “scambio” di volumetrie in centro, sottraendo ulteriore suolo in una zona pregiata limitrofa al confine del Parco della Brughiera.
RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO
Positiva e da controllare costantemente l’idea del recupero del centro storico e della pedonalizzazione definitiva di Piazza Vittorio Veneto. Purtroppo è un progetto senza gambe. Manca infatti la volontà di proporre una qualsiasi forma di CONVENZIONE con la proprietà per l’UTILIZZO PUBBLICO DEL PARCO E DELLA VILLA TRAVERSI e il RECUPERO DELLE FORNACI. Villa Traversi e Fornaci, costituirebbero l’elemento QUALIFICANTE e IL POLO ATTRATTIVO di un’area pedonale che fonda il proprio inestimabile valore sugli aspetti storici e architettonici di P.za Vittorio Veneto. Nella stessa logica, è condivisibile la volontà di acquisire al patrimonio pubblico villa Besana, dietro l’attuale stazione delle FNME, ad uso biblioteca civica. Ci pare da rivedere l’alto indice edificatorio previsto in questo comparto che viene oltretutto ricollocato in un area a verde in via Manzoni.
LE NOSTRE PROPOSTE
RIQUALIFICAZIONE E TUTELA AMBIENTALE
AMPLIAMENTO DEL BOSCO DELLE QUERCE nella porzione medese, sulle aree del nuovo centro sportivo, sui prati e sui residui boschi ad esso adiacenti, sino a raggiungere la linea FNME. La proposta va di pari passo con quella fatta da Legambiente a Seveso e concernente un ampliamento sulle aree agricole sevesine al lato est dell’attuale superstrada. L’ampliamento non inficerebbe i progetti sul comparto sportivo ma li valorizzerebbe.
RECUPERO AMBIENTALE sull’intera area CAVE, come zona di ESPANSIONE della prevista COMPENSAZIONE AMBIENTALE limitrofa che sarà realizzata da Pedemontana come progetto legato al tratto autostradale di Meda.
ATTUAZIONE EFFETTIVA E REALIZZAZIONE con priorità su altri interventi del previsto corridoio ambientale e di collegamento ciclopedonale con riqualificazione e recupero delle sponde del torrente TARO’ per consentire il recupero del corso d’acqua e il collegamento tra il Parco della Brughiera e il Bosco delle Querce. Realizzazione di ulteriori corridoi ambientali di collegamento tra Bosco delle Querce e Parco delle Groane, utilizzando le residue aree verdi tra superstrada (futura autostrada) e tracciato Ferrovie dello Stato nonché una pista ciclopedonale tra il Parco della Brughiera e il Parco Brianza Centrale di Seregno.
CENTRO STORICO
Convenzione con la proprietà per l’apertura al pubblico di Villa e Parco Traversi, elemento CENTRALE E QUALIFICANTE della pedonalizzazione di P.za Vittorio Veneto e del centro storico.
Piano di recupero e progetto di struttura museale delle FORNACI CEPPI ridefinendo questo manufatto come simbolo della tradizione e della storia della Brughiera e come porta di accesso del Parco della Brughiera senza però snaturare la zona con destinazioni d’uso non compatibili con il Parco.
RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO
REVISIONE DELLE DESTINAZIONI e RIDUZIONE DELLE VOLUMETRIE previste dal PRG vigente, perlomeno nelle grosse aree dove ancora non sono state attuate le previsioni edificatorie del vecchio piano. Molta attenzione va rivolta su aree come quella denominata AC1 via Trieste – via Trento che presentano ancora una vocazione agricola propria di quello che è stato ( e non lo è più ) il paesaggio della Brianza di non tanti anni fa, con prati alternati a piante di Gelsi ( gli ultimi originari ) e sullo fondo il profilo delle prealpi Lariane. Come questa anche le aree AC3 e AC4 via Lombardia e via Piave e AC5 via Tre Venezie devono secondo noi essere considerate non solo come terreni da edificare ma anche come RISORSA AMBIENTALE da consumare con oculatezza per tamponare una cementificazione asfissiante a cui siamo costantemente sottoposti.
Sinistra e Ambiente - Meda
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