Quando la cittadinanza è distratta dalle vacanze i politici prendono le decisioni più antipatiche. E' successo infatti che la Giunta Regionale Lombarda ha deliberato le indicazioni per un nuovo Accordo di Programma per l’area Alfa Romeo il 29 dicembre scorso, dopo un incontro con le parti, tra cui i sindaci di Arese e Lainate. Se la parola chiave nell’accordo precedente non ratificato dal Consiglio Comunale di Rho e quindi annullato, era “multifunzionalità” (dato che una porzione significativa dell’area industriale veniva impegnata per il Centro Commerciale e per costruzioni residenziali), quella di questo quarto tentativo è “riperimetrazione”, con la chiara finalità di escludere il territorio di Rho. Da quello che si evince dalla delibera regionale, infatti, non c’è alcuna intenzione di cambiare rotta rispetto al passato accordo: le considerazioni ambientali, sociali e occupazionali che hanno motivato migliaia di persone a sottoscrivere petizioni contro il Centro Commerciale, sembrano contare zero rispetto agli interessi delle proprietà.
Anche dal punto di vista formale questo gioco a eliminazione prima del comune di Garbagnate (che si è auto-escluso dall'accordo), poi di Rho (eliminato per troppa indipendenza di giudizio dopo il no del suo Consiglio Comunale), appare poco consono a un corretto rapporto istituzionale ma perfettamente adeguato alle esigenze di un regime affaristico: chi ci sta ci sta, l’importante è concludere.
Ancora una volta i sindaci di Arese e Lainate, da fedeli osservanti della politica formigoniana, si adeguano prontamente senza farlo sapere ai propri cittadini: non a caso i siti dei rispettivi Comuni non fanno menzione della nuova convergenza, evidentemente non c’è nulla di cui andare fieri.
«L’occasione fornita dalla mancata ratifica di Rho non è stata colta per ripartire, dopo tanti fallimenti, dai bisogno veri del territorio», commenta Gianluigi Forloni di Legambiente: «Il voto del Consiglio Comunale rhodense viene prima sanzionato con il ricorso al TAR da parte delle proprietà con la richiesta di 58 milioni di risarcimento, poi punito con l’esclusione dal nuovo AdP. Le istituzioni invece di riflettere e cercare soluzioni alternative che meglio accolgano le esigenze e le istanze dei cittadini, si adeguano per un modesto tornaconto».
E Sara Belluzzo, presidente del Comitato Difendiamo Arese, aggiunge: «Toccherà ancora ai cittadini farsi carico della protesta e della proposta per un riutilizzo sensato dell’area. Per noi nonostante tutto un accordo con diversi contenuti rimane possibile. Fra l’altro con l’esclusione di Rho è probabile che il nuovo progetto - se avrà gli stessi contenuti - sia peggiorativo per i cittadini di Arese. E che la tangenzialina, bocciata dalle 4000 firme dei cittadini aresini, rischi di rientrare dalla finestra dei lavori straordinari per Expo».
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