di Andrea Celotto
La Riserva Regionale della Fontana del Guercio, istituita nel 1986, è collocata completamente all’interno del comune di Carugo. La riserva ha particolarità soprattutto dal punto di vista idrogeologico, vista la presenza di 14 sorgenti, i fontanili, usati probabilmente sin dai tempi dei Celti. Uno di questi, la Testa del nan, è uno dei maggiori fontanili lombardi, che dà origine alla Roggia Borromea, la quale percorre tutta la riserva. La riserva è anche un Sito di Interesse Comunitario, eletto tale per la presenza del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).
La passeggiata
Seguono sulla sinistra i fontanili nn. 2 e 3, raggiungibili insieme al n. 4 tramite un sentiero. Quando si torna sul sentiero principale si trova il cartello “Il Querco-carpineto”, ma la cosa che più balza all’occhio è il secondo più grande fontanile della riserva: la Fontana del Guercio.
Questo maestoso fontanile si presenta come uno stagno alimentato da un rivolo d’acqua che esce dalla roccia. Subito a destra troviamo il fontanile n. 5. Continuando a camminare troviamo il cartello “L’ecosistema Roggia Borromeo” e il fontanile n. 7. I fontanili nn. 7, 8, 9, 10, 11 e 12 formano un “grappolo” non visibile dal sentiero principale.
Per vederli si può seguire il sentiero che parte dal cartello “Il Fontanile” (vedi nota 1).
La Testa del nan probabilmente era nota anche ai Celti, ma solo nel 1600 sono stati costruiti i muri a secco lungo le rive (vedi nota 2). Il fontanile in sé è di modeste dimensioni, è più che altro la conca subito vicina, ospite di numerose ovature anfibie, a conferirgli la sua maestosità.
Nota 1. Alla fine del sentiero il suddetto sembra essere senza uscita, ma in realtà prosegue con una piccola salita verso la recinzione che porta al sentiero principale.
Nota 2. Questa affermazione va rettificata in quanto da studi recenti (leggi qui) il fontanile "Testa del Nan" fu scavato solo alla fine del XVI secolo.
Aggiornamento 11/03/2021
Segnaliamo l'uscita del libro "Acque, fontanili, nobili e banditi nella Brianza del XVI e XVII secolo" pubblicato in questi giorni dall'editore GWMAX di Erba.
Pochi
luoghi in Lombardia possono competere con la Riserva naturale della
Fontana del Guercio per l’ambiente idilliaco. L’acqua sgorga da diversi
fontanili, scorre dolcemente in vari ruscelli che si intrecciano,
convergono o si dividono all’interno di un bosco e di una valletta
appena incisa tra i primi rilievi collinari della Brianza comasca.
Quindi, riuniti infine in un unico, sempre modesto, corso d’acqua,
fuoriescono verso la pianura.
Se invece risaliamo verso monte,
aggirando il rilievo sulla destra dove sorge la cascina Guardia, ci
imbattiamo in un piccolo e profondo canale. Seguendo il sentiero che lo
costeggia più o meno da vicino, giungiamo ad un manufatto che a prima
vista ci lascia stupiti: un’ampia vasca di forma all’incirca
triangolare, scavata nel terreno e delimitata da alti muri in pietra. Si
tratta di un più ampio fontanile, attualmente conosciuto come Testa del
Nan.
La scoperta di un prezioso documento del XVI secolo,
conservato presso l’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano, ha
permesso di ricostruire la storia legata all’origine di questo fontanile
e delle lotte per il suo possesso tra i conti Manriquez e Marliani fino
alla sua cessione, nel XVII secolo, ai Borromeo Arese.
Mi chiedevo una volta era possibile passeggiare coi cani al guinzaglio ora è ancora possibile
RispondiEliminaDa quello che leggo nelle informative non è più possibile mi sembra assurdo ,i cani possono entrare in ospedali centri commerciali , alberghi, ristoranti e non possono entrare al guinzaglio in un'oasi protetta, io li ci son stato e i disastri li ho visti fare da animali con gambe e braccia mi spiace è veramente assurdo.
RispondiEliminaAbbiamo verificato sul sito del Comune di Carugo (ente gestore del sito) e confermiamo il divieto dell'ingresso dei cani. Pensiamo che il divieto sia stato messo per tutelare la piccola fauna protetta. Comunque concordiamo sul fatto che "il guinzaglio" possa essere considerato una tutela sufficiente.
RispondiEliminaRiportiamo di seguito alcuni stralci di un intervento di Fausto Lombardo, Assessore all’Ambiente, pubblicato sul numero di ottobre 2017 del "Carughese"
RispondiElimina...
Per sgombrare il campo da ogni dubbio, premetto innanzitutto che l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio (e in alcuni casi anche di dotarli di museruola) non è un divieto specifico dell’area protetta, ma una legge dello Stato valida anche nei centri abitati. Pertanto, il rispetto di tale norma prescinde dal trovarsi o meno in una Riserva Naturale.
Per quanto riguarda l’accesso alla Riserva, il divieto per i cani risale addirittura agli anni Novanta, ma non è mai stato evidenziato con cartelli così espliciti come in questi ultimi mesi.
I tabelloni che riportano i divieti, più volte divelti e rubati ed altrettante volte riposizionati, sono stati installati nel 1999, durante il mio primo anno come Assessore all’Ambiente, quando completammo il bellissimo progetto di “Percorso didattico” che la precedente Amministrazione aveva programmato e finanziato, ma non concluso direttamente, a causa della fine del proprio mandato.
Il divieto non è stato deciso né da questa Amministrazione né da quella che ha messo i primi tabelloni, ma è stato imposto in quanto area regionale protetta e quindi indicato nel Piano di Gestione a suo tempo redatto dopo che una Legge Regionale aveva ufficialmente istituito la Riserva.
Con l’impegno costante delle Amministrazioni che si sono succedute, nel corso degli anni la Riserva è diventata prima un Sito di Interesse Comunitario e più recentemente, con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 15 luglio 2016, è stata designata anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC) degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche, con lo scopo principale di tutelare le biodiversità.
Anche per questo, ma non solo, si è deciso di fare il possibile per far rispettare il divieto di accesso ai cani.
Purtroppo non è semplice far recepire a tutti che la zona tutelata non può essere attraversata con i nostri amici a quattro zampe; i cani, per quanto buoni e tranquilli, sono visti come nemici naturali da uccelli, mammiferi ed altri animali della Riserva. Un cagnolino, anche per gioco, può spaventare qualche esemplare di specie protetta che, abbandonando i propri cuccioli, li condanna a morte certa.
Se non ci sono cani nelle vicinanze, in Riserva è facile sentire i cinguettii di numerose specie di uccelli e non è raro vedere qualche scoiattolo o, nelle prime ore del mattino, la volpe; i più fortunati e assidui visitatori potranno anche avvistare qualche altro ospite del luogo come il tasso, il ghiro, la lepre, l’airone e altri ancora.
...
Assurdo non poter portare i cani
RispondiEliminaAssurdo è non capire.
RispondiElimina