Vista panoramica dal Monte Regina (Foto tratta da Wikipedia) |
articolo di Matteo Fratangeli, tratto da Leccoprovinica.it del 24/3/2012
Erano attese con fiducia le direttive provenienti dalla regione Lombardia sul Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) del San Genesio - Monte di Brianza, ma purtroppo si sono rivelate incerte e per certi versi incoerenti. A denunciarlo è Legambiente in un duro comunicato del 12 Marzo in cui sottolinea la volontà dell’Amministrazione Regionale lombarda di mettere mano alla pianificazione delle aree protette; detto in altri termini: smantellare il sistema regionale delle tutele ambientali.Il tutto mentre l’assessore ai Sistemi Verdi ed al Paesaggio della Regione Lombardia, Alessandro Colucci, decide di incontrare al Pirellone una delegazione composta da Franco Orsenigo, portavoce del Comitato per il PLIS Monte di Brianza, Luigi Panzeri, presidente del CAI di Calco, Carlo Cavenaghi, guardia ecologica del parco di Montevecchia, e Eugenio Mariani, vice presidente del PLIS del Molgora.
L’incontro, sulla necessità di istituire il nuovo parco, sembra essere andato bene. Addirittura l’assessore Colucci dichiara di “approvare e sostenere con grande forza il futuro del parco del Monte di Brianza”. La dottoressa Anna Bonomo, dirigente dell’assessorato e referente del processo di creazione dei PLIS, ci tiene anzi a sottolineare “l’importanza ecologica ed economica della grande dorsale verde costituisce un patrimonio straordinario da incrementare, evitando che il suolo venga consumato in modo irreversibile. Il Monte di Brianza, per la sua posizione, ricade nella strategia della regione Lombardia di incrementare e collegare le aree tutelate; il compito del Comitato è studiare la via migliore aiutando gli amministratori locali a cogliere lo spirito del territorio considerando che lo scopo non può essere solo l’introduzione di qualche specie estinta ma piuttosto ripristinare il tessuto ambientale che la permetta”. Queste le dichiarazioni testuali riportate dal Comitato per il PLIS in un suo comunicato. Sarebbe un ottima notizia. Il PLIS del Monte di Brianza avrebbe infatti un ruolo importante nella tutela del territorio e ricoprirebbe l’importante compito di collegare tra loro i parchi regionali già esistenti, Parco del Curone e del Monte Barro, con un grande corridoio ecologico. Sarebbe poi un ente in grado di partecipare ai bandi europei per finanziare i progetti ambientali.
Che senso ha dunque il comunicato stampa di Legambiente, rilasciato, tra l’altro, il giorno precedente? Quello di far notare come le dichiarazioni siano una cosa, i fatti ben altra. Legambiente ricorda come sia stata presentata, all’ultimo minuto, una richiesta di modifica di un progetto di legge omnibus della Giunta Regionale: il progetto di legge 0146 “misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, che tratta un po’ di tutto: dalle infrastrutture all’energia, dai servizi sociali ai rifiuti, dalla scuola ai trasporti. La stessa associazione ambientalista non fa a meno di notare, nel suo comunicato, come questi provvedimenti definiti “omnibus” (che riguardano tutto) non siano altro che scorciatoie dei processi legislativi in cui ognuno può metterci dentro ciò che lo interessa. Ma cosa riguarda in la modifica sotto accusa? L’emendamento dell’assessorato ai Sistemi Verdi ed al Paesaggio chiede, sempre secondo Legambiente, l’abolizione del Piano Regionale delle Aree Protette (PRAP) , trasformandolo solamente in un atto di indirizzo. PRAP che introdotto a inizio 2010 e non ancora attivo, con l’emendamento Colucci, non vedrà mai la luce e sarà ridimensionato in un non precisato “documento strategico delle aree protette”. Secondo Marzio Marzorati, responsabile parchi di Legambiente Lombardia, “si tratta di un atto gravissimo ai danni del processo di pianificazione dei parchi lombardi. Il PRAP secondo questa immotivata proposta dovrebbe essere sostituito da un fantomatico documento strategico: aria fritta. La Regione non ha mai provveduto alla stesura del PRAP, è quindi inadempiente ad una norma che aveva essa stessa voluto, ora mette mano ancora alla Legge quadro dei Parchi senza neppure attendere la fine dell’iter dell’ultima modifica riguardante la riforma della governance delle aree protette”.
Nelle promesse della Maggioranza regionale i parchi sarebbero diventati: “l’infrastruttura verde della Lombardia”. In realtà nulla è successo. A Marzorati fa eco il commento di Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia: “ Ancora una volta dobbiamo assistere al tentativo di smantellare la capacità di pianificazione, di programmazione e soprattutto di sviluppo del territorio garantita dai parchi. E, fatto simbolicamente grave, questo emendamento viene inserito in un progetto di Legge che parla di crescita, sviluppo e occupazione: quindi contrapponendo gli interessi dello sviluppo a quelli della tutela del territorio. Colucci purtroppo prosegue nel mandato dei suoi predecessori, Nicoli Cristiani (lo stesso arrestato nel Novembre 2011 con l'accusa di traffico illecito di rifiuti e corruzione NDR) e Ponzoni, di affossare il sistema di aree protette, non cogliendone il ruolo di propulsori positivi di sviluppo territoriali. Siamo esterrefatti e delusi da un simile comportamento”. Legambiente chiede così che: “I Consiglieri regionali si assumano la responsabilità di voltare pagina da queste astuzie, che abbiano la forza e il coraggio politico di affrontare una nuova fase, di chiudere una lunghissima stagione politica che dura dagli anni ’90 in cui nessun assessore delle giunte Formigoni ha voluto fare dei parchi un investimento di politiche regionali e di innovazione. Chiediamo che i nuovi Presidenti dei Parchi si attivino immediatamente per essere protagonisti, reagendo energicamente a una proposta che suona offensiva ed inchiodino l’istituzione regionale alla propria responsabilità di tutela attiva del territorio”. Tutto questo stona molto con la ventilata “priorità politica della creazione - da parte della Regione- dell’assessorato ai Sistemi Verdi e al Paesaggio avente la funzione di conservare e migliorare l’ambiente, pur in tempi di riduzione della spesa”. Così come “l’esplicita volontà di continuare a finanziare, tramite la provincia di Lecco, anche il costituendo PLIS del Monte di Brianza” non si sposa al meglio con una Giunta provinciale che ha lasciato intendere, nelle dichiarazioni di Antonello Formenti ( assessore provinciale al Bilancio), rilasciate nella sua corsa come candidato sindaco di Olgiate Molgora, come il PLIS sia considerato d’impaccio. Nel comunicato del Comitato del Parco del Monte di Brianza, l’Amministrazione Regionale indica anche le due strade percorribili per porre in atto il progetto e che, a quanto detto sopra, forse spera si rivelino senza uscita: la creazione di una convenzione di PLIS con un comune capofila o una gestione tramite consorzio tra comuni.
“A questo punto – dice il comunicato – è necessario che tutte le amministrazioni coinvolte sappiano recepire e mettere in pratica il messaggio che arriva dalla Regione per la realizzazione dell’importante PLIS”. E il messaggio è stato recepito, forse anche al di là dei veri intenti della Giunta regionale, dal comune di Olgiate Molgora. Infatti, la giunta di centro-sinistra guidata dal sindaco Dorina Zucchi, intende assumere il ruolo di comune capofila nel progetto PLIS, e Mercoledì prossimo i sindaci di Airuno, Brivio, Valgreghentino, Garlate, Olginate, Dolzago e, appunto, Olgiate Molgora dovrebbero riunirsi per firmare la bozza del protocollo d’intesa che darebbe l’avvio alla convenzione tra i comuni. Rimane da capire la posizione dei comuni di Santa Maria Hoè e Galbiate, scettici, ma che comunque dovrebbero partecipare come uditori, e di Ello, la cui amministrazione è stata commissariata a fine Febbraio. Per ora gli unici apertamente contrari sono i comuni di Colle Brianza e Castello Brianza. “È nostra intenzione mettere tutto l’impegno possibile nell’istituzione del PLIS del Monte di Brianza – ci conferma il sindaco Dorina Zucchi – come, d’altra parte, abbiamo promesso nella campagna elettorale. Aderire al PLIS significa creare una forte rete di coordinamento tra i diversi comuni interessati e coinvolgere le aziende agricole o agrituristiche per una valorizzazione economica ed una riqualificazione ambientale dell’area. Il Parco avrà anche il compito di delimitare un territorio in cui la possibilità di edificazione sarà regolamentata in base alla convenzione che tutti i comuni interessati concorderanno”. Continua il sindaco: “In questo difficile avvio ci faremo aiutare dalla consulenza offertaci dall’amministrazione di Cassago Brianza, capofila del PLIS della Valletta, e da alcuni tecnici che già si occupano del Parco del Curone. Sappiamo che non sarà una strada facile, ma speriamo di convincere anche i comuni del territorio ancora scettici sulla bontà della nostra scelta”.
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