Parco Lambro: giudizio negativo sulla qualità delle acque dei
torrenti casatesi, inquinati e compromessi dall’urbanizzazione
articolo di Roberto Bonfatti - tratto da www.merateonline.it
Inquinati, manipolati dalla mano dell’uomo, discarica di rifiuti
urbani e di scarichi industriali, punto di raccolta delle acque piovane e
degli scarichi fognari. È lunghissimo l’elenco delle criticità stilato
dal Parco Valle Lambro circa i torrenti e le rogge che attraversano il
territorio casatese, prima di sfociare nel corso principale del fiume
che collega la Brianza all’hinterland milanese e quindi al fiume Po,
lungo un percorso di 130 chilometri.
Recentemente i tecnici del Parco
hanno perlustrato le sponde e gli alvei del reticolo idrico che
afferisce al corso principale del Lambro, stilando un Atlante delle
criticità riscontrate e delle opportunità che in futuro potranno essere
colte dalle amministrazioni locali per ristabilire una parvenza di
naturalità in questi luoghi, a lungo manipolati e resi irriconoscibili
dalla mano dell’uomo.
Il quadro emerso dall’indagine non può che gettare sconforto sullo stato di fatto di questi corsi d’acqua, immersi nella maggior parte dei casi in zone dal grande pregio naturalistico cadute, negli anni, nel dimenticatoio o ancora peggio vittime di uno sfruttamento indiscriminato del territorio a favore dello sviluppo artigianale e industriale dell’operosa Brianza.
Da Barzanò a Costa Masnaga, da Monticello a Casatenovo, numerosi sono i tratti d’acqua risultati inquinati da scarichi fognari e industriali, per non parlare della diffusa presenza di rifiuti che rende i torrenti del circondario ricettacoli di sporcizia e disordine, compromettendo l’habitat e l’ecosistema sviluppatosi nelle vicinanze.
Ma
vediamo nel dettaglio, da nord a sud, tutte le principali criticità
legate al reticolo del fiume Lambro in territorio casatese.
BEVERA DI TABIAGO
(Costa Masnaga, Bulciago, Nibionno)
Qualità delle acque: da Eccezionalmente alterate a Molto alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato ad Alterato
I grafici elaborati dai tecnici del Parco.
In rosso i tratti di fiume eccezionalmente alterati, in arancio quelli molto alterati, in giallo quelli alterati.
Le fasce colorate lungo i corsi d'acqua rappresentano la qualità dell'habitat circostante.
Di tutte le rogge casatesi la Bevera di Tabiago rappresenta senza ombra di dubbio uno dei casi maggiormente critici in termini di qualità delle acque e dell’ambiente naturale.
I dati rilevati dal Parco Lambro parlano chiaro: entrambi i rami di alimentazione (il primo proveniente da Centemero di Costa Masnaga, il secondo dalla località Campolasco di Bulciago) versano in condizioni critiche sin dalle sorgenti, con presenza di oli industriali e rifiuti fuori e dentro dal letto fluviale.
Dai copertoni dei Tir agli elettrodomestici passando per le apparecchiature elettroniche, lunghi tratti di torrente risultano occupati da suddetti materiali con conseguente scadimento della qualità ambientale generale.
Condotte artificiali, intensa urbanizzazione e la presenza di numerosi complessi industriali, in aggiunta alla Superstrada Milano – Lecco, contribuiscono a fare di questo angolo di Brianza uno dei più degradati sotto il profilo naturalistico, come documentato dai tecnici del Parco Lambro: “La qualità delle acque manifesta evidentissime criticità sul primo ramo di alimentazione, dove già alla nascita il corso d’acqua sembra inficiato della presenza di sostanze inquinanti di origine fognaria e produttiva. La qualità rimane molto bassa su tutto il tratto e non riesce a migliorare sia per la lunghezza non eccessiva del corso d’acqua, sia per la presenza di rifiuti, sia per le continue interruzioni che limitano massimamente la sua capacità autodepurante. Per quanto riguarda l’habitat si osserva una forte compromissione ma localmente si possono salvare ambiti anche interessanti”.
Critico anche il sistema degli scarichi, con la presenza di sette sfioratori di piena e condotti di dubbia provenienza in grado di riversare nelle acque reflui di ignota composizione.
BEVERA DI BULCIAGO
(Barzago, Bulciago, Nibionno, Cassago)
Qualità delle acque: da Eccezionalmente alterate a Poco alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato a Poco alterato
Alcune immagini della Bevera di Naresso, fra Monticello e Barzanò. Foto e grafici tratti dal sito http://www.progettolambro.it/ |
Il quadro emerso dall’indagine non può che gettare sconforto sullo stato di fatto di questi corsi d’acqua, immersi nella maggior parte dei casi in zone dal grande pregio naturalistico cadute, negli anni, nel dimenticatoio o ancora peggio vittime di uno sfruttamento indiscriminato del territorio a favore dello sviluppo artigianale e industriale dell’operosa Brianza.
Da Barzanò a Costa Masnaga, da Monticello a Casatenovo, numerosi sono i tratti d’acqua risultati inquinati da scarichi fognari e industriali, per non parlare della diffusa presenza di rifiuti che rende i torrenti del circondario ricettacoli di sporcizia e disordine, compromettendo l’habitat e l’ecosistema sviluppatosi nelle vicinanze.
Rifiuti nell'alveo della Bevera di Tabiago |
BEVERA DI TABIAGO
(Costa Masnaga, Bulciago, Nibionno)
Qualità delle acque: da Eccezionalmente alterate a Molto alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato ad Alterato
I grafici elaborati dai tecnici del Parco.
In rosso i tratti di fiume eccezionalmente alterati, in arancio quelli molto alterati, in giallo quelli alterati.
Le fasce colorate lungo i corsi d'acqua rappresentano la qualità dell'habitat circostante.
Di tutte le rogge casatesi la Bevera di Tabiago rappresenta senza ombra di dubbio uno dei casi maggiormente critici in termini di qualità delle acque e dell’ambiente naturale.
I dati rilevati dal Parco Lambro parlano chiaro: entrambi i rami di alimentazione (il primo proveniente da Centemero di Costa Masnaga, il secondo dalla località Campolasco di Bulciago) versano in condizioni critiche sin dalle sorgenti, con presenza di oli industriali e rifiuti fuori e dentro dal letto fluviale.
Dai copertoni dei Tir agli elettrodomestici passando per le apparecchiature elettroniche, lunghi tratti di torrente risultano occupati da suddetti materiali con conseguente scadimento della qualità ambientale generale.
Condotte artificiali, intensa urbanizzazione e la presenza di numerosi complessi industriali, in aggiunta alla Superstrada Milano – Lecco, contribuiscono a fare di questo angolo di Brianza uno dei più degradati sotto il profilo naturalistico, come documentato dai tecnici del Parco Lambro: “La qualità delle acque manifesta evidentissime criticità sul primo ramo di alimentazione, dove già alla nascita il corso d’acqua sembra inficiato della presenza di sostanze inquinanti di origine fognaria e produttiva. La qualità rimane molto bassa su tutto il tratto e non riesce a migliorare sia per la lunghezza non eccessiva del corso d’acqua, sia per la presenza di rifiuti, sia per le continue interruzioni che limitano massimamente la sua capacità autodepurante. Per quanto riguarda l’habitat si osserva una forte compromissione ma localmente si possono salvare ambiti anche interessanti”.
Critico anche il sistema degli scarichi, con la presenza di sette sfioratori di piena e condotti di dubbia provenienza in grado di riversare nelle acque reflui di ignota composizione.
BEVERA DI BULCIAGO
(Barzago, Bulciago, Nibionno, Cassago)
Qualità delle acque: da Eccezionalmente alterate a Poco alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato a Poco alterato
Critiche
anche le condizioni della Bevera di Bulciago. A partire dalle sorgenti,
localizzate a Barzago nei pressi di via Dell’Acqua, la mano dell’uomo
ha compromesso visibilmente il corso d’acqua con la realizzazione di
muretti e massicciate. Preoccupante la qualità delle acque, all’interno
delle quali sono stati rinvenute tracce di idrocarburi come si evince
dalla relazione del Parco Lambro: “La qualità delle acque è pessima
nei primi due tratti essendo inficiata inizialmente dalla presenza di
idrocarburi, resa palese dalle tipiche macchie colorate; successivamente
l’inquinamento è causato fondamentalmente dal malfunzionamento degli
sfioratori di piena presenti che, al momento dei sopralluoghi,
riversavano reflui non trattati direttamente nel corso d’acqua,
comportando lo scadimento completo della qualità per almeno tutti i
primi due tratti. La presenza di materiale organico ad alta
concentrazione ha portato alla formazione di un tappeto algale
filamentoso continuo e consistente sul fondo dell’alveo”.
Problemi sono stati segnalati inoltre in merito agli scaricatori fognari di piena, capaci di riversare in alcuni casi i reflui direttamente all’interno del torrente senza alcun tipo di trattamento.
Condizioni che, da Bulciago, peggiorano progressivamente sino a Nibionno, in prossimità della confluenza nel corso principale del Lambro.
Meno severa la situazione del Rio Gambaione, il piccolo torrente che da San Feriolo a Barzanò attraversa i Comuni di Cremella e Cassago prima di costeggiare l’area estrattiva di proprietà Holcim. In questo tratto, in particolare, il Parco segnala lo stravolgimento dell’habitat naturale del Gambaione.
BEVERA DI NARESSO
(Barzanò, Monticello, Cremella)
Qualità delle acque: da Molto alterate a Poco alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato a Poco alterato
Evidenti criticità sono state segnalate soprattutto nel primo tratto della Bevera di Naresso, in corrispondenza delle sorgenti localizzate nell’area industriale barzanese di Dagò e in località Mottone a Monticello Brianza.
Le sponde, artificializzate con la formazione di alti muri, sono state plasmate negli anni e incanalate in uno scenario prettamente urbano. Nella zona delle piscine di Barzanò la presenza di un manufatto di sfioro convoglia periodicamente le acque di fognatura all’interno del corso d’acqua, con notevole deterioramento della qualità. Pochi i rifiuti rinvenuti nell’alveo e nel circostante habitat, come già detto pesantemente gravato dall’industrializzazione e difficilmente ripristinabile.
Migliori le condizioni della Roggia della Valletta e del Rio Prebone, entrambi però caratterizzati dalla presenza di alcuni sfioratori fognari che periodicamente compromettono la qualità delle acque già a partire dal loro tratto iniziale.
RIO PEGORINO
(Casatenovo)
Qualità delle acque: da Molto alterate a Poco alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato a Poco alterato
Numerosi gli affluenti che da Besana, Brugora, Triuggio e Casatenovo contribuiscono alla formazione del Rio Pegorino, corso d’acqua che attraverso l’omonima valle scarica le acque del circondario all’interno del fiume Lambro in località Gerno di Lesmo.
La qualità delle acque è messa a dura prova, oltre che dalla sua scarsità e da un limitato ricambio, anche dalla presenza di alcuni scolmatori di linee fognarie comunali di tipo misto che in occasioni di piogge riversano nel rio importanti carichi inquinanti di fosforo e azoto.
Per quanto riguarda la qualità delle acque il tratto rientra principalmente nella fascia 3 con “qualità alterata”, così come pure gli affluenti casatesi Roggia Giovenigo e Roggia di Casatenovo.
La qualità dell’habitat risulta generalmente di fascia 3 (alterato) con punti di alterazione bassa nella zona della Valle Campora.
All’interno del primo tratto sono presenti 11 scarichi impattanti (tutti sfioratori di piena).
Generalmente il tratto rientra nella fascia di bassa vulnerabilità con punti di media vulnerabilità e la Roggia Marcione con vulnerabilità elevata.
Problemi sono stati segnalati inoltre in merito agli scaricatori fognari di piena, capaci di riversare in alcuni casi i reflui direttamente all’interno del torrente senza alcun tipo di trattamento.
Condizioni che, da Bulciago, peggiorano progressivamente sino a Nibionno, in prossimità della confluenza nel corso principale del Lambro.
Meno severa la situazione del Rio Gambaione, il piccolo torrente che da San Feriolo a Barzanò attraversa i Comuni di Cremella e Cassago prima di costeggiare l’area estrattiva di proprietà Holcim. In questo tratto, in particolare, il Parco segnala lo stravolgimento dell’habitat naturale del Gambaione.
BEVERA DI NARESSO
(Barzanò, Monticello, Cremella)
Qualità delle acque: da Molto alterate a Poco alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato a Poco alterato
Evidenti criticità sono state segnalate soprattutto nel primo tratto della Bevera di Naresso, in corrispondenza delle sorgenti localizzate nell’area industriale barzanese di Dagò e in località Mottone a Monticello Brianza.
Le sponde, artificializzate con la formazione di alti muri, sono state plasmate negli anni e incanalate in uno scenario prettamente urbano. Nella zona delle piscine di Barzanò la presenza di un manufatto di sfioro convoglia periodicamente le acque di fognatura all’interno del corso d’acqua, con notevole deterioramento della qualità. Pochi i rifiuti rinvenuti nell’alveo e nel circostante habitat, come già detto pesantemente gravato dall’industrializzazione e difficilmente ripristinabile.
Migliori le condizioni della Roggia della Valletta e del Rio Prebone, entrambi però caratterizzati dalla presenza di alcuni sfioratori fognari che periodicamente compromettono la qualità delle acque già a partire dal loro tratto iniziale.
RIO PEGORINO
(Casatenovo)
Qualità delle acque: da Molto alterate a Poco alterate
Qualità dell’habitat: da Eccezionalmente alterato a Poco alterato
Numerosi gli affluenti che da Besana, Brugora, Triuggio e Casatenovo contribuiscono alla formazione del Rio Pegorino, corso d’acqua che attraverso l’omonima valle scarica le acque del circondario all’interno del fiume Lambro in località Gerno di Lesmo.
La qualità delle acque è messa a dura prova, oltre che dalla sua scarsità e da un limitato ricambio, anche dalla presenza di alcuni scolmatori di linee fognarie comunali di tipo misto che in occasioni di piogge riversano nel rio importanti carichi inquinanti di fosforo e azoto.
Per quanto riguarda la qualità delle acque il tratto rientra principalmente nella fascia 3 con “qualità alterata”, così come pure gli affluenti casatesi Roggia Giovenigo e Roggia di Casatenovo.
La qualità dell’habitat risulta generalmente di fascia 3 (alterato) con punti di alterazione bassa nella zona della Valle Campora.
All’interno del primo tratto sono presenti 11 scarichi impattanti (tutti sfioratori di piena).
Generalmente il tratto rientra nella fascia di bassa vulnerabilità con punti di media vulnerabilità e la Roggia Marcione con vulnerabilità elevata.
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