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sabato 6 ottobre 2012

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” replica alla multinazionale svizzera sul futuro del cementificio di Merone


“No ai ricatti della Holcim; la cava sul Monte Cornizzolo non si deve fare!”. Così il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” commenta le affermazioni della multinazionale svizzera del cemento in merito alla possibilità di aprire una nuova attività estrattiva sul Monte Cornizzolo a Civate.

La Holcim ha affermato che senza la cava al Cornizzolo sarà costretta a chiudere il cementificio di Merone; invece se la cava venisse concessa metterà sul tavolo 20 milioni di euro di investimenti.  Commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente: “I 20 milioni “promessi” dalla Holcim assomigliano molto ai 20 miliardi promessi da Marchionne (che ha poi ritrattato…) per il rilancio della Fiat, ovvero potrebbero rivelarsi un bluff. Infatti la Holcim sa benissimo che la richiesta di scavare sul Cornizzolo è irricevibile e che l’autorizzazione non verrà mai concessa poiché ci sono svariati vincoli storici e ambientali. Evidentemente la multinazionale svizzera sta cercando un pretesto per giustificare i propri piani industriali, che potrebbero prevedere la chiusura del cementificio di Merone”.

La cava di Civate è improponibile poiché devasterebbe la montagna, già sfregiata dalle precedenti escavazioni della Cementeria di Merone. Oltretutto a poche centinaia di metri dall’ipotizzato sito di cava, esiste l’antica abbazia di San Pietro al Monte per la quale è stata chiesta la tutela da parte dell’Unesco.

Gli ambientalisti di Merone intervengono anche sulle dichiarazioni dell’azienda a proposito del trasporto dei materiali: “La Holcim dice che non è sostenibile, dal punto di vista economico e ambientale, far arrivare il calcare da lontano e che il trasporto su rotaia non si può utilizzare. Eppure l’azienda continua a far arrivare coi TIR da tutta Italia le decine di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi (peci, oli, fanghi, ecc.), che già oggi brucia nei propri forni!

La Holcim deve essere coerente: se non vuole inquinare con il trasporto su gomma della marna, allora deve rinunciare al trasporto e all’incenerimento dei rifiuti nei forni di Merone! E poi il problema della sostenibilità economica non sussiste: se l’azienda ha 20 milioni da spendere, una parte di questi può essere utilizzata per il trasporto del calcare da fuori provincia”.

In definitiva, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ribadisce la netta opposizione all’escavazione sul Monte Cornizzolo e all’incenerimento dei rifiuti nei forni del cementificio di Merone. 

CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
sito web:  www.circoloambiente.org

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