Immagine tratta da "Pedemontana uscita Seveso" |
di k.ts., tratto da Infonodo.org
A 36 anni di distanza dal disastro dell’Icmesa nelle uova delle galline allevate a Seveso il livello di diossina supera di dieci volte il limite massimo consentito per il consumo.
Mentre l’aumento di tumori tra la popolazione colpita dal disastro del 1976 si attesta tra il 50 e l’80% (dati 2001).
Numeri che fanno rabbrividire quelli che emergono nell’inchiesta “Pedemontana uscita Seveso” di Marco Tagliabue trasmessa giovedì sera in prima serata dalla TSI (Televisione Svizzera Italiana) e che da venerdì 12 ottobre si può vedere sul sito del programma di informazione Falò (vedi link).
I dati delle analisi sulle uova effettuate in Svizzera |
Il documentario che si apre e si chiude sulle immagini della manifestazione contro la costruzione di Pedemontana svoltasi domenica 30 settembre a Desio, illustra quanto la questione bonifica dei terreni inquinati da diossina sia stata trascurata per anni e come con l’arrivo di Pedemontana tutto questo non cambi, almeno nelle intenzioni di Regione Lombardia, attraverso le parole dell’assessore ai trasporti Raffaele Cattaneo, e di Pedemontana spa, la società che si sta occupando della realizzazione della controversa autostrada.
A far da contrappunto alle autorità che minimizzano i pericoli nonostante che già 56 carotaggi (scarica qui i dati) abbiano dimostrato come i terreni attraversati dal progetto infrastrutturale siano ancora pericolosamente inquinati da diossina, la conta dei morti e degli ammalati di tumore tenuta da una abitante della zona che accompagna le telecamere in un macabro viaggio, un’Antologia di Spoon River in Brianza. Settanta morti in poche vie.
Alla domanda se abbia paura, adesso che l’autostrada attraverserà terreni inquinati fino quasi a lambire le vasche costruite dopo il disastro dell’Icmesa, Laura, ammalata di tumore e che ha perso sempre per un tumore il padre e la madre risponde:
“Non è questione di paura ma di disonestà che è una cosa più brutta, perchè la paura la vinci, con la disonestà invece hai di fronte delle persone che lavorano sulla tua pelle e sono solo disoneste. Lo sapevano che c’erano queste cose. Non hanno curato prima e adesso buttano tutto all’aria. Ci saranno dei nuovi morti e non si chiederanno il perché”
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In questo articolo di Sonia Ronconi tratto da il Giorno del 15/10/2012 le risposte del sindaco di Seveso.
RispondiEliminaSeveso - «Nel terreno di Baruccana c’è diossina». La denuncia in un documentario
NELLA ZONA B di Seveso ci sarebbe ancora una concentrazione di diossina 10 volte superiore ai limiti considerati tollerabili. Torna la paura tra gli abitanti di Baruccana, zona non bonificata all’epoca della fuoriuscita di diossina dall’Icmesa nel 1976. E scoppiano le polemiche. La denuncia arriva dal seregnese Marco Tagliabue ed è contenuta nel suo documentario, «Pedemontana uscita Seveso», un filmato di 35 minuti trasmesso dalla Televisione Svizzera durante il programma «Falò». Reportage choc in rete venerdì sera e visibile sul sito www.rsi.ch/falo.
L’allarme è accentuato dal fatto che per realizzare la Pedemontana sarà smosso terreno che, secondo quanto dice Tagliabue, sarebbe ancora impregnato di diossina. I dati arriverebbero dall’analisi fatta su campioni di verdure coltivate nella zona di Baruccana e da uova. E con l’allarme tornano le polemiche.
E’ indignato il sindaco di Seveso Massimo Donati, medico di famiglia e membro della Fondazione Lombardia per l’Ambiente: «In prima battuta - dice Donati - va ricordato che, al momento, l’unico incremento verificato nello studio sulla mortalità del primo decennio nella zona inquinata da diossina é quello sulle malattie cardiovascolari legate allo stress per la paura di dover affrontare pericoli ignoti. Le notizie di questo filmato creano solo dannaso allarmismo».
«Rispetto alle risultanze sul campione di uova analizzato insieme alla verdure proveniente dalla zona - prosegue il sindaco - vedremo come risponderà l’Asl riguardo alla qualità scientifica dell’indagine svolta e agiremo di conseguenza. Noi siamo a conoscenza dell’inquinamento residuo da diossina e, proprio per questo, per quanto riguarda Pedemontana abbiamo chiesto di allargare la Superstrada Milano-Meda sulla sede attuale e non di interrarla con movimenti di terra che a quella profondità, ma solo a quella, sono di certo inquinati. La zona B interessata dall’inquinamento residuo di diossina fa parte di Seveso in minima parte rispetto ad altri Comuni limitrofi. Seveso é Seveso e se si citano strade bisogna anche dire di quale Comune fanno parte».
Il reportage di Marco Tagliabue dà voce agli abitanti che vivono un misto di rabbia e paura, per il rischio che i cantieri di Pedemontana risollevino terra contaminata: molti di loro, ancora oggi, sono sotto controllo sanitario.
«Confermo che il monitoraggio è un dovere istituzionale per l’ufficio Ecologia che gestisce il Bosco delle Querce - spiega Massimiliano Fratter, diretto del Bosco - Proprio per questo non più di venti giorni fa abbiamo chiesto all’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) di avviare una nuova campagna di monitoraggio delle acque sotterranee del parco. Sarà la terza dal 2004. Insieme ad Arpa, che è per noi l’unico interlocutore scientifico, monitoriamo anche il percolato presente nelle vasche di Seveso e Meda che contengono diossina. Tutte le analisi effettuate finora hanno avuto esito negativo».