6 GIUGNO 2013: DAL CONSIGLIO COMUNALE DI DESIO UNA BELLA LEZIONE DI DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE ATTIVA PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI E DELLA LEGALITA'
Il Consiglio Comunale aperto, tenutosi a Desio il 6 giugno 2013, ha rappresentato un momento di grande partecipazione democratica e di discussione, mai realizzato fino ad ora, sul ciclo idrico integrato.
Il Consiglio Comunale di Desio, finalmente, ha potuto esercitare la sua funzione istituzionale perché, prima di esser chiamato ad esprimersi su una proposta di delibera per la retrocessione delle quote del proprio patrimonio idrico e il loro conferimento in una società che non possiede i requisiti previsti dalla legge, ha potuto ascoltare anche la voce di chi dissente da questo progetto.
Va dato atto che l'Amministrazione Comunale di Desio ha dimostrato ampia sensibilità democratica, garantendo alle parti di poter esporre i diversi percorsi possibili per dotare la Brianza di un unico soggetto che gestisca il Ciclo Idrico Integrato.
Gruppi ristretti di potere, invece, pretendono che i Consigli Comunali votino a scatola chiusa dispositivi così importanti, immiserendo il ruolo dei Consigli Comunali che, per conto dei cittadini e per diritto costituzionale, devono esercitare il controllo nella gestione dei Beni Comuni.
Le ragioni espresse dall'ATO sono apparse confuse, contradditorie e omissive.
Appare assurdo il teorema sostenuto dall’ATO secondo il quale un’operazione non può essere considerata illegittima finché l’autorità giudiziaria non si è espressa a riguardo. Non è accettabile che ci si esprima in questi termini di fronte a un Consiglio Comunale! Non è così che si alimenta la cultura della legalità, tanto più in un territorio devastato dalle infiltrazioni criminali! Le istituzioni devono, prima di ogni altra cosa, garantire la legalità e la trasparenza. La legge è l’elemento su cui si fonda il vivere civile e non può essere considerata un ostacolo al raggiungimento di obiettivi più o meno legittimi.
I rappresentanti dell’ATO, poi, hanno apertamente dichiarato che il percorso intrapreso è illegittimo ma da perseguire in quanto unica “strada obbligata”. Hanno poi dichiarato che il dibattito svoltosi a Desio è tardivo e quindi non ci sono altre possibilità, che si è avviata la strada dell'affidamento a Brianzacque perché non c'erano alternative e mai nessuno ha avanzato proposte diverse.
Ma la tardività del dibattito è da ascriversi esclusivamente a una politica fatta solo di logiche di potere, quindi estranee agli interessi dei cittadini, che ha tentato di evitare il confronto, ben sapendo delle difficoltà in esso insite. L’esito referendario e i Comitati per l’acqua pubblica sono esempi di questa volontà di discussione che i partiti hanno deciso di evitare per poter gestire le ingenti risorse idriche per i loro interessi personali, anzichè della collettività. Il dibattito non è tardivo; forse lo è per loro, in quanto hanno fallito e non vogliono arretrare. Ma è ovviamente ancora possibile intraprendere un percorso legittimo e strategico: la fusione delle patrimoniali che possiedono i requisiti, ALSI e Idra, le quali, con un percorso di gestione unitaria a norma di legge, possono dar vita a un processo di fusione per incorporazione del segmento idrico delle altre Patrimoniali: AEB-GELSIA-ASML-SIB-GSD.
Il Vice presidente dell'ATO ha poi palesemente omesso un dato incontrovertibile, dicendo che non c'è stata mai una proposta alternativa, mentre nella prima decade di luglio 2010, l'allora neo eletto C.d.A di ALSI propose un percorso di fusione delle patrimoniali, in ossequio alla normativa. Tale percorso fu bloccato dal C.d.A di Brianzacque, in accordo con la Provincia e l'ATO di MB. Fu bloccato perché la ristretta cerchia di potenti comandava contestualmente in Brianzacque e in Idra e il processo fu liquidato per meri interessi partitocratici.
Veniamo, ora, alle tesi dell'Avvocato, consulente dell'ATO di MB. Esse appaiono flebili e contradditorie, in particolare sulle sentenze della Corte Costituzionale relative alla valenza delle patrimoniali costituite prima del 2008 e la proprietà dei beni demaniali. Il patrimonio detenuto da Brianzacque non ha la qualifica di inalienablità e incedibilità e cioè non gode della particolare tutela garantita alle patrimoniali costituite prima del 2008.
Alla luce di tutto ciò, il Sindaco e la Giunta di Desio hanno dovuto prendere atto che la complessità della materia e le diverse posizioni in campo necessitano di opportuni approfondimenti.
Vale la pena evidenziare la posizione del Sindaco Corti che ha sostenuto che in Brianza qualunque operazione finalizzata a un affidamento diretto del servizio idrico sarebbe illegittima. Questo, a suo parere, perché nel nostro territorio non esisterebbe alcun soggetto “in house”, visto che nessuno applica correttamente quello che dovrebbe essere il principio del controllo analogo. Al di là del legittimo dubbio di non essere in uno stato di diritto, così come della certezza del disprezzo che la Casta dell’Acqua nutre per la legge, va sottolineato che non può essere confuso il piano della corretta amministrazione delle società pubbliche con quello della corretta modalità di affidamento del servizio idrico. Non è giusto e non è intellettualmente onesto fare di ogni erba un fascio per nascondere le magagne di Brianzacque.
Dato che ogni decisione deve essere ponderata per queste ragioni la delibera di retrocessione delle quote è stata ritirata e, probabilmente, verrà riproposta al Consiglio comunale.
Ora, acclarato che il percorso di Brianzacque è illegittimo e pericoloso per il patrimonio pubblico, esponiamo la soluzione possibile e immediatamente percorribile, priva di ostacoli di natura tecnica e giuridica. Gli unici ostacoli sono di natura politica, e in quanto tali, devono essere rimossi.
- Riconvocazione urgente dell'assembla dei soci Alsi per il ritiro della delibera votata il 22 maggio 2013 che prevede la fase di “studio” di smembramento della patrimoniale stessa, richiesta delle dimissioni dell'amministratore unico, rielezione di un nuovo C.d.A autorevole che, viceversa abbia la missione di ottenere l’affidamento in house e di elaborare un piano industriale strategico che preveda la fusione per incorporazioni delle altre patrimoniali minori.
- Convocazione urgente dell'assemblea dei soci di Idra per bloccare il processo unilaterale di scissione dei comuni soci della Provincia di Milano e contestuale avvio di una fase di studio e di trattativa con il Cap per attuare in simultanea il concambio la cessione dei comuni della provincia di Milano, in cambio dei comuni ricadenti nella Provincia di Monza e Brianza, ora detenuti dal Cap.
- Creazione di un comitato garante dell'operazione, i cui componenti siano scelti nei Consigli comunali, previa presentazione di curricula attestanti conoscenze nel campo idrico, tra personalità di provata rettitudine che rappresentino la società civile e i comitati che da anni sono impegnati nella difesa dei Beni Comuni. Le finalità e il ruolo di questo comitato dei garanti deve essere tale da garantire la massima trasparenza, validità legale e industriale del nuovo iter.
- Il patrimonio e la liquidità finanziaria di Alsi devono essere inviolabili e di conseguenza non utilizzati per ripianare la enorme massa di debiti di Brianzacque.
- Nomina del nuovo Cda di Brianzacque, in base a quanto stabilito dalla legge.
- Immediata attuazione di un piano di rientro dei debiti che Brianzacque ha nei confronti di Alsi e di altri enti.
- Organizzazione di Consigli Comunali aperti, con le stesse modalità di quello organizzato a Desio il 6 giugno 2013.
Ora che in Brianza si presenta questa grande possibilità di cambiamento nel segno della trasparenza, è necessario ridare dignità alla gestione dei servizi pubblici, sfruttando l'opportunità per elaborare un progetto di accorpamento in un'unica grande azienda pubblica brianzola.
Molti sono al corrente che nel settembre del 2007 tra i Presidenti di alcune patrimoniali brianzole che si occupano della gestione di servizi pubblici, tra i quali i servizi di igiene ambientale, e i Sindaci dei Comuni soci di tali patrimoniali fu firmato un Protocollo di intesa che prevedeva l'aggregazione di tali patrimoniali per la gestione congiunta dei servizi.
Vi è da notare che le citate patrimoniali che firmarono l'intesa, per la quasi totalità, sono proprietarie di quote di Brianzacque e che i Sindaci firmatari, sempre per la quasi totalità, rappresentano Comuni soci di ALSI.
Costituire una grande azienda speciale brianzola del ciclo idrico metterebbe al riparo il settore da qualsiasi pretesa di privatizzazione, porrebbe il patrimonio idrico al riparo degli interessi della speculazione finanziaria con i relativi rischi di default, di assorbimento da parte di Cap Holding e della conseguente sottrazione della titolarità delle reti ai Comuni brianzoli. La sinergia con le altre aziende pubbliche firmatarie del Protocollo garantirebbero le economie di scala necessarie al sostenimento degli investimenti.
Il presente comunicato è sottoscritto dalle forze politiche e sociali democratiche che avversano l’illegittimo affidamento a Brianzacque e che sono disponibili al confronto democratico per un nuovo percorso aggregativo nel rispetto della Legge.
- Piergiorgio Borgonovo Consigliere Comunale di Seregno e Presidente Ordine degli Ingegneri di Monza e Brianza
- Paolo Di Carlo Consigliere Comunale di Desio
- Nicola Emanuele Fuggetta Consigliere Comunale di Monza
- Tiziano Garbo Consigliere Comunale di Desio
- Gianmarco Novi Consigliere Comunale di Monza
- Comitato Beni Comuni di MB
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