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mercoledì 26 novembre 2014
La storia del falco sparato due volte
E’ il simbolo dell’accanimento dei bracconieri contro le nostre specie protette la storia del falco pellegrino colpito nel marzo del 2013 da fucilate in piena stagione di silenzio venatorio, recuperato dal WWF, operato presso il Centro dell’Oasi di Valpredina e liberato dopo un delicato intervento di trapianto di penne danneggiate dai pallini. Lo sfortunato animale, che aveva probabilmente scelto per nidificare l’area delle cave di Zandobbio (provincia di Bergamo), nei giorni scorsi è stato di nuovo colpito dai colpi di veri e propri ‘rambo’ armati che frequentano da tempo la zona industriale del Comune di Zandobbio e la Frazione Selva. Le analisi radiografiche eseguite dai veterinari del WWF hanno impietosamente riscontrato, oltre alle decine di pallini da caccia in tutto il corpo, fratture multiple ad entrambe le ali (foto 1 allegata), con una diagnosi di irrecuperabilità. Ogni intervento per mantenerlo in vita è risultato vano e il falco è deceduto dopo due giorni. Un vero e proprio crimine di natura dato che si tratta di una specie particolarmente protetta.
Proprio in questi giorni il WWF ha chiesto di inasprire le sanzioni per i reati contro la fauna protetta con una proposta innovativa di modifica del Codice Penale che introduca la categoria giuridica di "fauna selvatica protetta" da tutelare con specifiche figure delittuose, anziché di mere contravvenzioni oggi in vigore. In Italia i reati contro la fauna selvatica protetta rappresentano il 22% del totale del reati ambientali. La proposta legislativa del WWF, già sottoscritta da oltre 55mila cittadini, è uno dei passaggi della Campagna Crimini di Natura per la quale chiede il sostegno di tutti: l’invito è quello di aiutare le centinaia di Ranger, Guardie e volontari del WWF, attivi in Italia e nel mondo, per dotarle di attrezzature tecnologiche, medicine, fuoristrada, gps, camera-traps, binocoli, radiotrasmittenti e altri equipaggiamenti indispensabili a monitorare il territorio per sorprendere bracconieri e trafficanti.
Sul sito http://criminidinatura.wwf.it/ chiunque può informarsi sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione libera; diffondere a sua volta le informazioni e sottoscrivere la petizione “Sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche”.
Per sostenere la Campagna è attivo anche il NUMERO VERDE 800.990099.
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