Si tratta di un risultato davvero importante, dice la delegata regionale “che dovrebbe ora stimolare il governo , nell’esercizio delle sue competenze ambientali, a velocizzare l’emanazione di una legge nazionale che superi gli aspetti urbanistici e riconosca il valore ecologico ed ecosistemico del suolo, come dal WWF formulato nella proposta di legge elaborata nell’ambito del programma Riutilizziamo l’Italia, e che incentivi la rigenerazione urbana e il riuso dei greyfields, oltre a spingersi alla delocalizzazione di quanto costruito nelle aree di esondazione e a rischio idrogeologico”.
Ecco in sintesi cosa prevede la legge approvata:
- tra 30 mesi (contro i 36 originari del pdl) lo stop all’edificazione dei suoli agricoli inedificati, anche se attualmente oggetto di previsioni edificatorie.
- Nel computo del suolo edificato e consumato andranno conteggiate anche le infrastrutture sovracomunali, diversamente da quanto previsto dal testo originario, che consentiva una deroga per questa categoria di opere, spesso responsabili delle maggiori distruzioni del suolo agricolo e delle fragili connessioni ecologiche della pianura lombarda sopravvissute alla cementificazione pubblica e privata.
- Il PTR, piano paesaggistico regionale, dovrà prevedere criteri vincolanti per i PGT, che dovranno cancellare quelle previsioni di trasformazione del suolo non compatibili con altre soluzioni di riuso del suolo o con i reali indici demografici: anche qui l’ancoraggio agli indici demografici ISTAT, frutto degli emendamenti approvati in aula grazie anche al lavoro della minoranza, impedirà agli enti locali di barare e di fingere incrementi fantascientifici demografici.
- Penalizzato con maggiorazioni dei contributi e non più favorito con incentivi, come nel testo originario, il consumo di suolo realizzato nel periodo transitorio.
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