Il 3 e 4 luglio 2015 presso l’Ex Convento della Misericordia di Missaglia si sono svolte due giornate di condivisione, riflessioni e progettazione sul tema “Nutrire il pianeta. Un grande passo verso la pace” a cura del Consorzio Brianza che Nutre e con il patrocinio di Expo 2015.
Sabato 3 luglio dopo il saluto di benvenuto del Sindaco di Missaglia Bruno Crippa, ha aperto il convegno Rosadele Galbiati, presidente del Consorzio Brianza Che Nutre “Alcuni dati ci dicono che 800 milioni di persone nel mondo non hanno cibo a sufficienza, questo sta a significare che le politiche di sviluppo a livello internazionale hanno mancato l’obiettivo. Il Cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, per otto anni alla guida di Caritas Internationalis sostiene che <
Flavio Domenico Ronzoni, storico, docente e giornalista, ha tracciato un ponte ideale Expo 1906 e 2015 attraverso la figura di Ernesto Teodoro Moneta, unico Premio Nobel italiano, personaggio dimenticato e purtroppo trascurato, sepolto a Missaglia, sostenitore della costruzione del Padiglione della Pace in contrapposizione a quello delle armi e dei cannoni. Un padiglione utopistico perche già iniziava la corsa agli armamenti. Otto anni più tardi sarebbe scoppiata la prima guerra mondiale. “Moneta partecipò all’Unione Lombarda per la Pace con un’attività trentennale fatta di congressi, conferenze, pubblicazioni, con messaggi antimilitaristi e pacifisti, nella convinzione che i libri e i giornali fossero strumenti di educazione per i popoli.“
Vittorio Mariani, docente di pedagogia presso l’Università Cattolica a Milano e presidente nazionale del Movimento Laicale Guanelliano ha sviluppato il rapporto tra fame e pace in tre punti partendo dall’attualità di Pacem in Terris, Lettera Enciclica di Giovanni XXIII del 1963. Innanzitutto parlando di diritti, quelli veri, come il diritto all’esistenza, all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, al riposo, alle cure mediche, ai servizi sociali e alla sicurezza. “Oggigiorno assistiamo ad una confusione totale e all’oblio di questi fondamentali diritti e l’affermarsi sempre più dell’edonismo.” Ha poi sviluppato i temi della verità, giustizia, amore, libertà e di quanto essi siano diventati valori vuoti, senza sostanza. E per concludere ha discusso dello sviluppo integrale della persona, dall’educazione motoria a quella dell’intelletto, da quella affettiva a quella religiosa. Per formare uomini e donne che sappiano godere di una libertà autentica fatta di educazione al dialogo, alla solidarietà, alla cooperazione, al senso di giustizia.
E’ intervenuto in chiusura Padre Kizito Sesana, con una panoramica sulla sua Africa. “Un paese per essere indipendente deve essere in grado di produrre il cibo altrimenti si crea una pericolosa dipendenza da terzi. Purtroppo in Africa si è verificato uno sviluppo di progetti fondati su economie sbagliate, perché non basate sulla produzione alimentare. Come in Zambia, paese con un enorme potenziale agricolo, ma che al contrario, ha investito risorse economiche nell’estrazione del zinco e con il crollo dei mercati si è ritrovato in ginocchio.“
“La guerra arruola gli affamati” prosegue il missionario lecchese “Al-Shabaab in lingua somala Movimento di Resistenza Popolare nella Terra delle Due Migrazioni» (MRP), è un gruppo insurrezionalista islamista attivo in Somalia. Recluta ragazzini, poco più che bambini, per un piccolo pasto al giorno. L’alternativa è la fame, la malattia, la morte. Non solo la guerra strumentalizza il cibo. Anche il Movimento di Liberazione usava la distribuzione del cibo per condizionare la gente e portarla dalla propria parte, così come alcune organizzazioni internazionali facevano ‘politica’ aiutando le fazioni per simpatie e somministrando cibo là dove c’erano i capi che obbedivano alle loro direttive, mentre altre zone restavano dimenticate. Le guerre e le rivolte nascono perché lo stato confisca le terre, fonte di alimentazione, e le stesse sono anche obiettivo di bombardamenti continui proprio per impedirne la coltivazione e diffondere terrore. Anche l’acqua è mal distribuita e quindi motivo di conflitto, pensate che l’Egitto in virtù di un vecchio trattato è ancora l’unico utilizzatore delle acque del Nilo mentre gli stati confinanti con il lago Victoria ne hanno il divieto.
In Africa, si stanno sempre più diffondendo coltivazioni di terre acquistate e gestite da compagnie cinesi o arabe, che utilizzano le terre fertili per produrre ed esportare direttamente tutto il raccolto nei loro paesi. Nairobi con i suoi sei milioni di abitanti versa in una povertà assoluta e molte famiglie non possono dare da mangiare ai loro figli. I ragazzi e le ragazze di strada sono circa 150.000 dormono sui marciapiedi, lasciano la famiglia volontariamente perché si rendono conto di essere un peso per i genitori che non hanno cibo a sufficienza per tutti i figli. Appena raggiungono la consapevolezza di questa triste realtà, si rendono autonomi, vivendo alla giornata, tra la dipendenza alla colla e alla benzina, le malattie come l’ Aids, il degrado, e spesso non raggiungono i 30 anni.
La ridistribuzione del cibo è davvero la condizione per avere un mondo più giusto per tutti. Le comunità africane vivevano fondamentalmente in armonia con le altre comunità e la natura. La struttura sociale della tribù è stata distrutta e sostituita dalle regole occidentali, lo stato è visto come qualcosa di esterno, che non fa parte di loro.”
Al termine del convegno è seguita la cena povera, con un menù ispirato alla semplicità e sobrietà, alla quale hanno partecipato un’ottantina di persone, cenando con i prodotti del territorio del Consorzio Brianza che Nutre. Il ricavato è stato devoluto a favore di Padre Kizito.
La tavola rotonda del 4 luglio è stata dedicata alla costruzione di un’iniziativa benefica a favore della popolazione africana dove è già attivo l’impegno del missionario lecchese, che ha parlato della sua comunità e dei suoi 450 ragazzi, molti disabili, provenienti dalla strada. Lui li accoglie, li sfama, provvede alla loro educazione e formazione scolastica e professionale, per renderli autosufficienti e garantire loro un futuro.
“Nairobi è un cimitero di progetti avviati ed abbandonati. E’ importante che in Africa i progetti una volta realizzati siano seguiti e curati, con il trasferimento di know how, quindi conoscenze e competenze, a medio termine.”
Nelle due giornate del convegno le stanze dell’Ex Convento hanno ospitato la mostra “Le tredici sedie mai dipinte nell’Ultima cena di Leonardo”.
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