SULL'INCONTRO CON L'ASSESSORE DOPO IL TAGLIO DEI TIGLI DI VIA SEVESO A MEDA
Il gruppo di Sinistra e Ambiente ha partecipato il 7/9/016 con Legambiente Circolo Laura Conti, WWF Lombardia e Comitato per il Parco Regionale della Brughiera all'incontro con l'assessore all'Urbanistica e Lavori Pubblici Simona Buraschi avente come argomento il taglio dei tigli di via Seveso a Meda.
Ne è nato un report scritto insieme da tutti i gruppi ambientalisti che vi proponiamo.
Il gruppo di Sinistra e Ambiente ha partecipato il 7/9/016 con Legambiente Circolo Laura Conti, WWF Lombardia e Comitato per il Parco Regionale della Brughiera all'incontro con l'assessore all'Urbanistica e Lavori Pubblici Simona Buraschi avente come argomento il taglio dei tigli di via Seveso a Meda.
Ne è nato un report scritto insieme da tutti i gruppi ambientalisti che vi proponiamo.
Il 7 settembre 2016 si è tenuto l’incontro, richiesto da Legambiente, WWF, Sinistra e Ambiente e Comitato per il Parco Regionale della Brughiera, con l’amministrazione di Meda, relativo al taglio dei tigli di via Seveso.
Come previsto, s’è confermata la distanza tra le preoccupazioni e le valutazioni dei gruppi ambientalisti e la posizione illustrata dall’assessore ai Lavori Pubblici di Meda, Simona Buraschi.
La motivazione portata dall’assessore per il taglio degli alberi di alto fusto è stata che gli stessi risultavano ad una distanza inferiore ai tre metri dai confini, distanza prevista dall’art. 892 del Codice Civile.
Abbiamo contestato e sin da subito evidenziato che la citata norma è derogabile e che di conseguenza, è usucapibile come servitù il diritto a mantenere l'albero a distanza inferiore a quella del Codice Civile. Diritto che il Comune, proprietario degli alberi e della strada, poteva e doveva far valere.
Non si è compreso chi abbia deciso l’abbattimento, anche se a un certo punto l’assessore ha affermato che la decisione era stata presa di “comune accordo”.
L’assessore non ha altresì chiarito se esistesse o meno un documento tecnico o una perizia scritta che motivasse il taglio, e non la potatura.
Visto che sul tavolo era stato messo il rigido rispetto del Codice Civile, che vieta la piantumazione di alberi a determinate distanze dai confini (ma non la presenza pregressa), anche la promessa del sindaco di collocare nuove piante di “basso fusto”, dovrà tener conto di questa normativa e non potrà quindi essere realizzata.
In merito, siamo stati informati di una valutazione in corso per mettere a dimora siepi o arbusti.
L’intervento in pieno mese di agosto (periodo che non avrebbe consentito l’eventuale opzione della potatura) è stato giustificato con la necessità di contenere al massimo i problemi per la viabilità.
Considerando che gli alberi avevano oltre 30 anni, abbiamo ribadito che si sarebbe potuto attendere il periodo idoneo per una corretta potatura e successivamente effettuare una valutazione tecnica sulla migliore soluzione applicabile.
Tutti i gruppi presenti hanno rimarcato il disappunto per la scelta effettuata senza un’approfondita riflessione e un’adeguata interlocuzione considerando che questo taglio può costituire un pericoloso precedente anche per situazioni future.
Abbiamo inoltre ricordato all’assessore una situazione simile del 1990 dove l’allora amministrazione aveva annunciato l’intenzione di tagliare gli alberi del viale Rimembranze.
In quell’occasione i cittadini riuscirono a convincere l’amministrazione a ripensare e modificare le proprie intenzioni ed oggi, dopo tanti anni, viale Rimembranze è indubbiamente il più bel viale alberato di Meda.
Questo esempio per evidenziare l’importanza di mettere al centro del proprio agire l’ascolto della considerazione che i cittadini hanno su un bene comune verde prima di attuare azioni senza ritorno.
L’incontro non ha modificato la nostra opinione: i tagli dei tigli di via Seveso potevano e dovevano essere evitati.
Gemma Beretta, Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso
Alberto Colombo, Sinistra e Ambiente di Meda
Gianni del Pero, WWF Lombardia
Tiziano Grassi, Comitato per il Parco Regionale della Brughiera Briantea
Come previsto, s’è confermata la distanza tra le preoccupazioni e le valutazioni dei gruppi ambientalisti e la posizione illustrata dall’assessore ai Lavori Pubblici di Meda, Simona Buraschi.
La motivazione portata dall’assessore per il taglio degli alberi di alto fusto è stata che gli stessi risultavano ad una distanza inferiore ai tre metri dai confini, distanza prevista dall’art. 892 del Codice Civile.
Abbiamo contestato e sin da subito evidenziato che la citata norma è derogabile e che di conseguenza, è usucapibile come servitù il diritto a mantenere l'albero a distanza inferiore a quella del Codice Civile. Diritto che il Comune, proprietario degli alberi e della strada, poteva e doveva far valere.
Non si è compreso chi abbia deciso l’abbattimento, anche se a un certo punto l’assessore ha affermato che la decisione era stata presa di “comune accordo”.
L’assessore non ha altresì chiarito se esistesse o meno un documento tecnico o una perizia scritta che motivasse il taglio, e non la potatura.
Visto che sul tavolo era stato messo il rigido rispetto del Codice Civile, che vieta la piantumazione di alberi a determinate distanze dai confini (ma non la presenza pregressa), anche la promessa del sindaco di collocare nuove piante di “basso fusto”, dovrà tener conto di questa normativa e non potrà quindi essere realizzata.
In merito, siamo stati informati di una valutazione in corso per mettere a dimora siepi o arbusti.
L’intervento in pieno mese di agosto (periodo che non avrebbe consentito l’eventuale opzione della potatura) è stato giustificato con la necessità di contenere al massimo i problemi per la viabilità.
Considerando che gli alberi avevano oltre 30 anni, abbiamo ribadito che si sarebbe potuto attendere il periodo idoneo per una corretta potatura e successivamente effettuare una valutazione tecnica sulla migliore soluzione applicabile.
Tutti i gruppi presenti hanno rimarcato il disappunto per la scelta effettuata senza un’approfondita riflessione e un’adeguata interlocuzione considerando che questo taglio può costituire un pericoloso precedente anche per situazioni future.
Abbiamo inoltre ricordato all’assessore una situazione simile del 1990 dove l’allora amministrazione aveva annunciato l’intenzione di tagliare gli alberi del viale Rimembranze.
In quell’occasione i cittadini riuscirono a convincere l’amministrazione a ripensare e modificare le proprie intenzioni ed oggi, dopo tanti anni, viale Rimembranze è indubbiamente il più bel viale alberato di Meda.
Questo esempio per evidenziare l’importanza di mettere al centro del proprio agire l’ascolto della considerazione che i cittadini hanno su un bene comune verde prima di attuare azioni senza ritorno.
L’incontro non ha modificato la nostra opinione: i tagli dei tigli di via Seveso potevano e dovevano essere evitati.
Gemma Beretta, Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso
Alberto Colombo, Sinistra e Ambiente di Meda
Gianni del Pero, WWF Lombardia
Tiziano Grassi, Comitato per il Parco Regionale della Brughiera Briantea
Qualche altra nostra nota e valutazione aggiuntiva.
C'è stata la la netta sensazione d’una cieca e acritica fiducia del livello amministrativo rispetto a decisioni prese dai tecnici. Decisioni che per questa situazione meritavano invece maggiore attenzione e approfondimento prima di agire.
E' stato chiaro a tutti i presenti una situazione confusa nei contenuti delle risposte date e il tentativo di evitare la contestazione rispetto all’avventatezza dell’intervento.
Troppo generiche le informazioni ricevute rispetto alle “rimostranze di alcuni proprietari” (non dei residenti ndr) per i problemi causati dalla vicinanza agli edifici degli alberi che hanno innescato l'azione di taglio e rimozione.
Come scritto nella relazione comune, anche la promessa ri-piantumazione si sta derubricando ad una modesta valutazione sulle tipologie vegetative da mettere a dimora che con ogni probabilità non rientreranno nemmeno nella categoria degli alberi di basso fusto ma in quella degli “arbusti e siepi”.
Certo, ora che c’è stato il taglio dell'esistente (i tigli), qualsivoglia nuova piantumazione deve ora rispettare quanto stabilito dal Codice Civile.
Quindi abbiamo perso tigli d’alto fusto e la ri-piantumazione sarà probabilmente di essenze di categoria inferiore dal punto di vista delle dimensioni e della qualità.
S’è capito inoltre che l’ultima potatura stagionale di quegli alberi è avvenuta nel 2014 (dopo averne saltate alcune) e che successivamente non vi sono stati altri interventi.
In questa situazione, l’ipotesi -che sarebbe stata quasi certamente letale per gli alberi- era quella, anch'essa discutibile, della capitozzatura (ad agosto !!!) evidentemente non attuabile.
Certo è che se sugli alberi non si fanno interventi costanti, poi si arriva alle condizioni limite.
Le regole del Codice Civile non possono essere le sole linee guida in casi simili.
Andavano e vanno considerati anche i fattori di beneficio derivanti dall’esistenza di viali con alberi d’alto fusto, magari cercando faticosamente altre soluzioni, compresa quella di rivendicare una norma derogabile: l’usucapione, dopo 20 anni, del diritto di servitù e quindi a mantenere l'albero a distanza inferiore a quella definita nel Codice Civile.
L’incontro ha evidenziato una incompatibilità tra le giustificazioni che hanno portato l’amministrazione ad agire così drasticamente e quanto, da tempo, le associazioni e i gruppi ambientalisti chiedono in tema di sensibilità ambientali.
Sinistra e Ambiente Meda
C'è stata la la netta sensazione d’una cieca e acritica fiducia del livello amministrativo rispetto a decisioni prese dai tecnici. Decisioni che per questa situazione meritavano invece maggiore attenzione e approfondimento prima di agire.
E' stato chiaro a tutti i presenti una situazione confusa nei contenuti delle risposte date e il tentativo di evitare la contestazione rispetto all’avventatezza dell’intervento.
Troppo generiche le informazioni ricevute rispetto alle “rimostranze di alcuni proprietari” (non dei residenti ndr) per i problemi causati dalla vicinanza agli edifici degli alberi che hanno innescato l'azione di taglio e rimozione.
Come scritto nella relazione comune, anche la promessa ri-piantumazione si sta derubricando ad una modesta valutazione sulle tipologie vegetative da mettere a dimora che con ogni probabilità non rientreranno nemmeno nella categoria degli alberi di basso fusto ma in quella degli “arbusti e siepi”.
Certo, ora che c’è stato il taglio dell'esistente (i tigli), qualsivoglia nuova piantumazione deve ora rispettare quanto stabilito dal Codice Civile.
Quindi abbiamo perso tigli d’alto fusto e la ri-piantumazione sarà probabilmente di essenze di categoria inferiore dal punto di vista delle dimensioni e della qualità.
S’è capito inoltre che l’ultima potatura stagionale di quegli alberi è avvenuta nel 2014 (dopo averne saltate alcune) e che successivamente non vi sono stati altri interventi.
In questa situazione, l’ipotesi -che sarebbe stata quasi certamente letale per gli alberi- era quella, anch'essa discutibile, della capitozzatura (ad agosto !!!) evidentemente non attuabile.
Certo è che se sugli alberi non si fanno interventi costanti, poi si arriva alle condizioni limite.
Le regole del Codice Civile non possono essere le sole linee guida in casi simili.
Andavano e vanno considerati anche i fattori di beneficio derivanti dall’esistenza di viali con alberi d’alto fusto, magari cercando faticosamente altre soluzioni, compresa quella di rivendicare una norma derogabile: l’usucapione, dopo 20 anni, del diritto di servitù e quindi a mantenere l'albero a distanza inferiore a quella definita nel Codice Civile.
L’incontro ha evidenziato una incompatibilità tra le giustificazioni che hanno portato l’amministrazione ad agire così drasticamente e quanto, da tempo, le associazioni e i gruppi ambientalisti chiedono in tema di sensibilità ambientali.
Sinistra e Ambiente Meda
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