L’aggregazione avrebbe portato ad una maggior tutela del Plis e ad una maggior sinergia nella sua gestione anche in un’ottica di una sua espansione.
Facendo parte di un consorzio forse sarebbe stato più difficile stendere delle Linee Guida per il piano particolareggiato e del programma pluriennale degli interventi del Plis Brianza Centrale che attualmente prevedono ad esempio, nel caso di insediamenti di tipo produttivo nel Parco o adiacenti, la possibilità di rettifica (in riduzione) del perimetro del Plis per consentire lo sviluppo delle attività lavorative e occupazionali.
Sicuramente non si sarebbe commesso “l’errore” di tentare di stralciare dal Plis l’area di proprietà Ecosan , pur sapendo che tale area è ricompresa in Rete Verde di ricomposizione paesaggistica e che una sua trasformazione in ambito industriale avrebbe comportato una totale cesura del corridoio ecologico.
Da notare che nella Vas (Valutazione Ambientale Strategica) utilizzata dal Comune per il Pgt, veniva già evidenziata una forte compromissione del sistema di connessione tra le aree verdi del comune a causa dell’elevato grado di frammentazione delle aree verdi, con ripercussioni negative sugli schemi di rete ecologica sia a scala locale che sovracomunale. Nonostante questo il Comune ha tentato uno stralcio dal Plis proprio di un’area fortemente strategica da questo punto di vista.
Ci auguriamo che la scelta di proseguire nella gestione autonoma del Plis, unitamente al nuovo piano particolareggiato e alla futura variante Pgt siano finalizzate soltanto a far fronte alle criticità ambientali indicate anche nella Vas :
- Abbassamento del livello della falda freatica dovuto dalla forte i mpermeabilizzazione
- Elevata urbanizzazione e impermeabilizzazione del suolo (60%)
- Scarsa presenza di aree boscate
- Frammentazione aree verdi/rete ecologica
Il Cittadino, 18 febbraio 2017 |
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