Rendering di un nuovo centro commerciale in Brianza (PAc-1 Seregno) |
Scelta che ormai negli Stati Uniti viene abbandonata e che, in molti casi vede la demolizione dei centri commerciali per sostituirli con quartieri ispirati ai nostri centri storici. L'argomento è stato oggetto della relazione che l'urbanista americana June Williamsons ha presentato al recente convegno RoweRome 2017.
Sull'argomento segnaliamo alcuni spunti di riflessione evidenziati, sul suo blog, dall'arch. Ettore Mazzola:
Sarebbe infatti utile far sapere che la promozione e realizzazione di un centro commerciale crei problemi che, nel tempo, rischiano di divenire insanabili:
- Distruggono le comunità, privandole di luoghi vitali e socializzanti all’interno dei quartieri urbani;
- Rendono la gente dipendente dall’autotrazione;
- Privando le strade cittadine dei negozi, ergo privandole di quell’importantissima “sorveglianza spontanea” [...], ne compromettono la sicurezza;
- Obbligano la collettività a spese immani per la realizzazione, e/o adeguamento, delle indispensabili reti infrastrutturali che, solo in minima parte, vengono coperte dagli oneri concessori pagati dai costruttori;
- Obbligano ad un consumo di territorio sterminato per poter realizzare gli immani parcheggi e le strade opportunamente dimensionate per assorbire il traffico dei loro fruitori;
- In assenza di strade adeguate, il pericolo di morte è dietro l’angolo! [...]
- [...] Anche queste strutture sono destinare a fallire. Secondo i dati mostrati, infatti, nei soli USA, su 1100 centri commerciali analizzati, 1/3 sono morti o stanno morendo!
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