Presidio per la legalità in piazza Vittorio Veneto, Seregno |
Un altro «brusco risveglio» per la Brianza. Dopo la «banca della ‘ndrangheta» a Seveso, dopo la cava abusiva a Desio (solo per citare gli episodi più clamorosi degli ultimi anni), ecco l’arresto di un sindaco -quello di Seregno, una delle città più popolose e più ricche della Provincia- con l’accusa di corruzione per aver favorito un imprenditore vicino alla ‘ndrangheta.
Ancora una volta, grazie alle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine, la Brianza si accorge “stupita” (ma purtroppo sempre in ritardo) di quanto la criminalità organizzata di stampo mafioso sia radicata nel suo territorio, e di quanto siano diffuse le sue ramificazioni nella politica e persino nelle istituzioni locali.
Anche questa volta gli inquirenti sono stati estremamente chiari al riguardo:
- dalle intercettazioni emerge «la permeabilità e il totale asservimento da parte dei pubblici funzionari e di alcuni politici che si buttano a servire la criminalità e un imprenditore» (Maria Luisa Zanetti, procuratore capo di Monza);
- all’interno del Comune di Seregno «le contaminazioni tra interessi pubblici e interessi privati» avrebbero coinvolto «pressoché l’intero establishment politico e amministrativo operante» (Pierangela Renda, giudice indagini preliminari di Monza);
- «Una corruzione che non prevede più il passaggio di denaro è molto più sottile e molto più pericolosa perché coinvolge in pieno il senso di democrazia grazie al reperimento fraudolento del consenso popolare» (Salvatore Bellomo, procuratore della Repubblica di Monza);
- «La mafia non è silente. Non lo è al Sud e nemmeno al Nord. È così poco silente che nella piazza centrale di Cantù ci sono pestaggi, violenze e soprusi della ‘ndrangheta senza alcun ritegno» (Alessandra Dolci, pubblico ministero Direzione distrettuale antimafia di Milano).
Brianza SiCura esprime
la propria solidarietà ai cittadini di Seregno; ma, dopo segnali tanto
numerosi e tanto gravi, non bastano più ormai la meraviglia e
l’indignazione. Le mafie ormai ci «rubano» persino la democrazia, dunque
la libertà di governare i territori dove viviamo!
Per questo Brianza SiCura chiede da tempo un impegno di informazione e prevenzione più puntuale a tutti:
- ai cittadini consapevoli, che esprimendo con il voto i loro rappresentanti sono responsabili della formazione di una classe politica troppe volte rivelatasi disponibile all’illegalità e alle collusioni mafiose;
- agli amministratori locali onesti, perché non chiudano gli occhi di fronte alla realtà e usino tutti i mezzi a loro disposizione per promuovere la trasparenza e la legalità e denuncino con coraggio ogni tentativo di corruzione;
- agli educatori (insegnanti, famiglie, religiosi, responsabili di associazioni), affinché considerino il contrasto a tutte le forme di illegalità uno dei principali messaggi da trasmettere, soprattutto ai giovani;
- ai pubblici ufficiali, perché continuino con ancora maggiore tempestività il loro compito di scoprire e stroncare ogni illecito e soprattutto la piovra delle mafie.
Non lasciamo passare ancora una volta
l’occasione: nel nostro silenzio la piovra cresce e allarga i suoi
tentacoli sul territorio. Trasformiamo i nostri sentimenti di sdegno e
rifiuto in un impegno concreto per una Brianza SiCura perché onesta,
pulita, capace di reagire.
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