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venerdì 26 luglio 2019

Brianza hills: il volontariato internazionale in soccorso del PLIS del Zoc del Peric


Inizierà sabato 27 luglio il Campo di volontariato internazionale “Brianza hills”, che vedrà protagonisti una dozzina di giovani volontari provenienti da diversi Paesi: Giappone, Russia, Danimarca, Turchia, Serbia, Spagna, Francia, Germania, a cui si aggiungeranno alcuni ragazzi italiani del territorio.

Il Campo denominato “Brianza hills” (“colline della Brianza”) giunge così alla sesta edizione: il coordinamento del Campo sarà come sempre curato dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” col supporto dell’associazione “Brenna Pulita”; all’organizzazione concorrono i Comuni di Alzate Brianza, Lurago d'Erba, Brenna e Inverigo, e la Parrocchia di Alzate Brianza, la quale metterà a disposizione l’Oratorio di Fabbrica Durini ove verranno ospitati i volontari internazionali.

Per due settimane i volontari saranno impegnati in alcuni lavori di sistemazione ambientale (pulizia sentieri, decespugliazione, posizionamento segnaletica, pulizia di un antico lavatoio, posizionamento di una nuova bacheca illustrativa in località Lazzaretto di Cremnago ed altri lavori) all’interno del PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) “Zoc del Peric” e nelle aree naturali di Brenna. Un momento sarà anche dedicato al posizionamento di alcuni nidi per uccelli, al fine di favorire la nidificazione a ridosso dell’area umida dello “Zoc”, dove già sono state censite alcune decine di specie di uccelli.



La novità di quest’anno è che all’organizzazione del Campo di volontariato si è aggiunto il comune di Inverigo, che già nei mesi scorsi ha aderito al PLIS dello “Zoc del Peric” conferendovi un’importante porzione del proprio territorio, tanto da raddoppiare la superficie del Parco stesso, che passerà dagli attuali 105 ettari (compresi tra i comuni di Alzate Brianza e di Lurago d’Erba) a superare i 200 ettari totali.

Nel tempo libero i volontari saranno coinvolti in varie iniziative, tra cui visite guidate nel territorio, cene presso alcune associazioni locali, un percorso di conoscenza delle erbe spontanee, oltre ad altre iniziative di svago. I saluti di benvenuto ai volontari internazionali è fissato per domenica 28 luglio, con un pranzo presso l’Oratorio di Brenna, alla presenza dei sindaci dei 4 comuni.

Lettera aperta di Legambiente Cinisello Balsamo contro il megacentro commercile


Care e cari cittadini di Cinisello Balsamo e care tutte le persone che vorrebbero un mondo più pulito, più vivibile, con aria più respirabile… è a voi che ci rivolgiamo.

Premessa

Durante l’ultima campagna elettorale i vari schieramenti politici hanno fatto a gara per mettere al centro “l’ambiente” per dare una risposta definitiva sulla destinazione del Parco del Grugnotorto Villoresi (oggi Parco GruBria http://www.parcogrugnotortovilloresi.it/nov.php) e all’arrivo delle metropolitane M1 e M5 (leggi qui la posizione ufficiale del Parco).

Le varie amministrazioni comunali che si sono succedute nelle tornate elettorali, hanno creato le premesse per un ampliamento dell’Auchan, adducendo che con i suoi proventi (oneri di urbanizzazioni, compensazioni, perequazioni ecc.) avrebbero potuto risolvere tra l’altro, le due questioni sopra citate (l’acquisizione del parco e parcheggi in più per la metropolitana).
L’attuale amministrazione, poi, al contrario di quello che aveva fatto intendere in campagna elettorale, ha ratificato le concessioni stesse.

Attualmente 

Come molte persone e cittadini avranno notato, passando in viale Fulvio Testi o nella zona di accesso all’autostrada A4 e A52, l’ex centro commerciale Auchan è stato quasi tutto demolito, al suo posto sorgerà un altro megacentro commerciale tre volte più grande, coprendo un’area di 165.000 mq. Un centro commerciale tra i più grandi d’Italia e d’Europa.
Nonostante Cinisello Balsamo sia cementificato per il 75% della sua superficie (ricordiamo che già solo il 50% basterebbe a compromettere gravemente la sua sostenibilità ambientale) l’Amministrazione comunale cinisellese attuale, come del resto quelle precedenti, avalla questa costruzione, senza considerare l’impatto conseguente sul traffico già congestionato dal transito di circa 350.000 veicoli al giorno e che ha il più alto tasso d’Europa di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico.

Legambiente da decenni contrasta il consumo di suolo e a Cinisello Balsamo nel 2014 ha impugnato legalmente il Piano di Governo del Territorio (PGT) per contrastare la cementificazione eccessiva del territorio. In seguito ci siamo opposti a tutti gli atti urbanistici con queste finalità, compreso il megacentro commerciale, che secondo la nostra convinzione e quella degli urbanisti, architetti, medici e scienziati da noi interpellati, peggiorerà notevolmente la qualità della vita nella nostra città e dei Comuni vicini. Soprattutto il traffico attratto dal nuovo centro commerciale porterà al collasso la viabilità dello snodo autostradale A4, A52, SS 36 (Fulvio Testi) e S.P. 58 Via Valtellina con un pesante aumento di veicoli sulla viabilità locale.
A questo modello di progresso Legambiente si oppone e continuerà a farlo in tutte le sedi, istituzionali e non, con grande forza. Sappiate che noi crediamo nei giovani e che se una ragazza di sedici anni, Greta Thunberg, raggiunge una popolarità così enorme,  questo fatto dovrebbe smuovere le coscienze.
  • Che ci preoccupiamo quando uomini come il Presidente della Repubblica Italiana Mattarella, Papa Francesco, il Dalai Lama, avvertono con moniti che i cambiamenti climatici sono in cima alle emergenze internazionali.  
  • Che se l’Unione Europea  osserva  e segnala l’esistenza di un costante e pericoloso inquinamento nell’area dove viviamo e che un aumento veicolare in quell’area avrà  un impatto ambientale mortale per chi ci vive...ecco, noi ci preoccupiamo.
  • Noi pensiamo che una metropolitana può e debba esserci per migliorare il nostro modo di    spostarci da un luogo all’altro,  semplicemente, senza il ricatto di un parcheggio più grande che solo un megacentro commerciale ti potrebbe offrire.
  • Noi sappiamo che la costruzione di un megacentro commerciale in quell’area pregiudicherà ancora di più la vivibilità già compromessa.
  • Noi sosteniamo quelle politiche che migliorano la qualità della vita e fanno gli interessi di tutti i cittadini, sosteniamo politiche che sottraggono gli abitanti da possibili malattie dovute all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del cibo... e  che se un Parco come il Grugnotorto Villoresi è nato con vocazione agricola la sua naturale  destinazione è agricola, senza    sottostare anche qui al ricatto per la sua esistenza alla realizzazione  di un megacentro commerciale.
In conclusione

Il nostro ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) è stato dibattuto lo scorso 12/7/2019 davanti a giudici e avvocati. I Giudici hanno  rinviato il pronunciamento della sentenza definitiva al    9/4/2020 a causa sostanzialmente di alcune mancate notifiche in alcuni atti alle controparti che abbiamo citato in giudizio, in modo che si possa completare correttamente la procedura.       

Legambiente non nasconde una certa soddisfazione, anche se parziale. Il ricorso che abbiamo sostenuto non è stato bocciato o ritenuto infondato/irricevibile, ne consegue che il TAR ritiene valide e degne di dibattimento le motivazioni circa il peggioramento della salute dei cittadini, dell’inquinamento atmosferico, dell’ambiente e più in generale della qualità della vita e che si debba arrivare a una decisione definitiva dopo un percorso processuale corretto e senza lacune.
Nel frattempo continueremo nei prossimi mesi a fare il nostro lavoro di denuncia e di difesa dell’ambiente e della salute collettiva, con  il massimo impegno che speriamo continui a essere supportato da voi tutti.

Legambiente Cinisello Balsamo Onlus
Via De Marchi 20 - 20092 Cinisello B. (MI) 

Web - cinisellobalsamo.legambiente.org
FB - facebook.com/legambientecinisello
Flickr - flickr.com/legambientecinisello

Snaturare Trenord per salvare Pedemontana?

di Dario Ballotta, Europa Verde

Trenord, la principale controllata di Ferrovie Nord Milano (FNM), si sta sciogliendo sotto il caldo estivo provocando pesanti disagi ai pendolari lombardi, ma la capogruppo sembra avere altro a cui pensare, ovvero un nuovo cambio di proprietà dell’autostrada Serravalle. Gallina dalle uova d’oro prima dell’ acquisizione del 79 per cento della super indebitata Pedemontana (che deve 350 milioni di euro ai suoi creditori), la Serravalle è dunque pronta a un ennesimo cambio di mano, dalla Regione a una sua controllata, FNM quindi ancora a se stessa. Definita perfino su Wikipedia “azienda che tradizionalmente garantisce, con grande puntualità e generosità, consulenze e poltrone agli amici del presidente di turno”,  Ferrovie Nord ora parla di un obiettivo “roboante” quanto indefinito, la costituzione del primo polo integrato della mobilità ferroviaria e stradale in Lombardia.

In realtà, dietro questa acquisizione non si nasconde altro che la lunga crisi di Pedemontana,  con i lavori fermi da 5 anni, con 200 milioni di debiti con le banche, 50 milioni con la Serravalle, 100 milioni con il comune di Milano  (l’equivalente del valore delle azioni  restituite), e soprattutto la mancanza in cassa degli oltre 500 milioni previsti dalla Convenzione firmata con lo Stato.

Una mancanza che dovrà essere coperta dal nuovo socio di maggioranza (FNM) entro 9 mesi, sperando così di ottenere in cambio i 2 miliardi di prestito necessari ad avviare il  completamento  dell'opera. Se l’appuntamento verrà mancato, salterà la defiscalizzazione e l'opera sarà defunta.

L’acquisizione della maggioranza di Serravalle sarebbe una scelta di campo che snaturerebbe Ferrovie Nord, il cui core business non sarebbe più il trasporto ferroviario ma quello stradale, senza contare le conseguenze che avrebbe sul titolo di FNM in Borsa il tentativo di recuperare 850 milioni per un'avventura autostradale impossibile.

sabato 20 luglio 2019

Bocciata la legge ammazzasuolo della Regione Lombardia: i Comuni possono ridurre il consumo di suolo


La Regione Lombardia ha abusato della propria facoltà legislativa, emanando una norma - l.r. 31/2014 - che pregiudica l'autonomia dei Comuni, e che nel farlo contraddice perfino il proprio fine, che dovrebbe essere appunto quello di orientare la pianificazione dei Comuni, affinché venga progressivamente ridotto il consumo di suolo. È la sentenza della Corte Costituzionale a mettere un positiva tassello che avvicina alla conclusione del procedimento di giustizia amministrativa che vede al centro da un lato il Comune di Brescia, che con il suo PGT del 2016 aveva stabilito di ripristinare l'inedificabilità di un vasto territorio urbano nel quartiere di San Polo, e dall'altro la Regione Lombardia, la cui legge regionale 31/2014, che per gli ambientalisti rimarrà la 'legge ammazzasuolo', nonostante l'obiettivo dichiarato di ridurre il consumo di suolo, impediva ai Comuni di variare le proprie previsioni urbanistiche, anche laddove la variazione fosse funzionale a sottrarre superfici dal rischio edificatorio.

Brandendo questo articolo controverso della legge (voluta dall'allora assessore regionale Viviana Beccalossi e sostenuta in aula dal consigliere Fabio Altitonante), i privati avevano ricorso al TAR contro il Comune. Il tribunale amministrativo, in prima istanza, aveva dato loro ragione. Ma il Comune, sostenuto da ANCI e da Legambiente Lombardia, non aveva ceduto e si era appellato al Consiglio di Stato il quale aveva sentenziato riconoscendo le ragioni dell’amministrazione locale, ma sollevando la questione di costituzionalità della norma regionale su cui si sarebbe dovuta pronunciare la Consulta. Il quesito fondamentale riguardava la legittimità da parte della Regione di legiferare in senso così restrittivo delle facoltà urbanistiche dei Comuni, proprio laddove le amministrazioni comunali stesse, con la propria riconosciuta autonomia, potevano perseguire gli obiettivi che la legge regionale dichiarava di far propri. Sulla questione l’esame approfondito della Corte Costituzionale arriva ad una conclusione inappellabile: la legge regionale è illegittima e pertanto va stralciata.

Comprensibile la soddisfazione dell'associazione ambientalista, supportata in tutti i gradi di giudizio dall'avvocato Emanuela Beacco. «La sentenza della Corte Costituzionale ha minuziosamente approfondito il caso ristabilendo la certezza del diritto su un punto: i Comuni hanno pieno titolo a ridurre le proprie previsioni urbanistiche, per andare nella direzione di ridurre il consumo di suolo e i gravi effetti ambientali che questo determina - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Siamo felici per il fatto che ora Brescia potrà rivendicare la tutela delle aree verdi superstiti del quartiere San Polo, in quanto nessuno potrà accampare diritti edificatori che non si sono mai realmente concretizzati, cosa che invece la legge regionale, da noi sempre contestata, avrebbe potuto legittimare».

Il giudizio della Corte Costituzionale, che conferma le ragioni del Comune, di Legambiente e di ANCI, produrrà rapidamente i suoi effetti: in primo luogo perché, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza, verranno automaticamente annullati gli articoli contestati della legge regionale: è vero che nel frattempo la Regione ha modificato la legge, proprio per correggerne le vistose incoerenze, ma ciò inciderà su tutti i giudizi amministrativi pendenti, che a questo punto non potranno che prendere atto della decadenza del presupposto con cui si era impedito ai Comuni di variare in senso riduttivo le proprie previsioni urbanistiche. In altre parole, non sarà più possibile emanare sentenze come quella che, in primo grado al TAR Brescia, aveva dato ragione ai privati riconoscendo loro un margine entro cui far valere inesistenti diritti edificatori a valere sulle aree libere del quartiere San Polo Sulla vicenda di San Polo, dovrà a questo punto esprimersi il Consiglio di Stato, che si era rivolto al Giudice delle Leggi. Un giudizio che si prospetta, a questo punto, favorevole a Comune, ANCI e Legambiente.

Il principio ristabilito dalla Corte Costituzionale fa chiarezza in una materia, quella del 'diritto edificatorio', in cui negli ultimi anni si sono moltiplicate le interpretazioni, soprattutto da parte di molte Regioni, che hanno approvato norme in materia di consumo di suolo in assenza di una legge nazionale di indirizzo, e producendo spesso risultati controversi come nel caso della Lombardia.

«Occorre un indirizzo nazionale chiaro, che stabilisca in modo inequivocabile che il suolo libero non può più essere il recapito prioritario per le previsioni urbanistiche degli enti locali - afferma Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente -. Il suolo è la nostra risorsa naturale più preziosa e scarsa. Occorrono pertanto norme che orientino tutti gli investimenti dei settori delle costruzioni e delle infrastrutture verso la rigenerazione delle città nei loro spazi già costruiti, in cui gli ambiti di degrado e abbandono sono cresciuti in modo incontrollato con gravi conseguenze ambientali, economiche e sociali. Da anni aspettiamo che ci sia una maggioranza parlamentare consapevole di quella che dovrebbe essere una assoluta priorità per lo sviluppo del Paese».

sabato 13 luglio 2019

Meda, Seveso e Cesano: resi pubblici i risultati delle analisi di Pedemontana


di Sinistra e Ambiente Meda e Legambiente circolo Laura Conti Seveso
Post aggiornato, su richiesta degli autori, in data 23/07/2019

E' passato un po’ di tempo da quando li abbiamo richiesti, ma finalmente, con pazienza e un'attività di costruzione e mantenimento di buone relazioni, abbiamo potuto avere accesso ai dati relativi alle analisi chimiche integrative alla Caratterizzazione eseguite da Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) in contraddittorio con ARPA e localizzate nei Comuni di Meda, Seveso e Cesano Maderno.
La Caratterizzazione del 2016, unitamente alle precedenti indagini, aveva già certificato 129 superamenti del limite verde e 21 superamenti del limite industriale. 

Le attuali analisi integrative sono state volute dalla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), autorizzate il 31/8/2018 da Regione Lombardia e assoggettate ad un protocollo tecnico definito con ARPA. L'attività di prelievo dei campioni s'è tenuta nei giorni dal 5-2-019 all'8-2-019.
Il Consigliere Regionale Marco Fumagalli, del M5S, in un rapporto d'interlocuzione reciproca e nel rispetto dei propri ruoli, si è reso disponibile per una richiesta di accesso agli atti e ora c'è contezza dei risultati, relazionati sia da ARPA sia dalla stessa APL. 

Il gruppo di Sinistra e Ambiente di Meda, insieme a Legambiente Circolo "Laura Conti" di Seveso li rende noti, come da sempre fa con il materiale in suo possesso. 

Sono 19 i campioni che sono stati sottoposti ad analisi da parte di APL (15 provenienti dai punti inizialmente previsti + 1 punto aggiuntivo con stessa metodologia di prelievo + 1 altro punto con prelievo su tre livelli di suolo -Top-Soil, Intermedio, Profondo-) e successivi 4 campioni effettuati successivamente da ARPA per il contraddittorio.

Occorre ricordare che, per APL, lo scopo di queste analisi integrative era ed è quello di escludere il suolo sotto l'asfalto dell'attuale superstrada ex SS35 dalle aree perimetrate da sottoporre a bonifica. Tratti del sedime d'asfalto risultava infatti incluso nella perimetrazione (frutto di elaborazione secondo il principio geometrico dei "poligoni di Thiessen") poiché compreso tra due punti contaminati ai suoi lati o in sua prossimità. 

Per maggiori dettagli, ce ne siamo occupati su: AGGIORNAMENTI SULL'INUTILE AUTOSTRADA PEDEMONTANA.

Come era prevedibile, nei 16 punti sotto l'asfalto, che ha fatto da barriera fisica, non sono stati registrati superamenti delle soglie di legge stabilite la categoria Dibenzidiossine e Furani, di cui fa parte la TCDD.

Altrettanto prevedibilmente il risultato è differente per il campionamento denominato IND.INT.17, effettuato direttamente sul terreno, localizzato nella zona degli svincoli di Meda.
Nel Top Soil cioè nei primi 20 cm di terreno, è stata rilevata una quantità di Diossina di 122,9 ng/kg, un valore addirittura superiore al livello industriale della tabella B, contemplato nel DL 152/06.
Si tratta della stessa area dove, già nel 2008 e successivamente con le analisi della Caratterizzazione, vennero rilevati livelli alti di presenza di Diossina, con un massimo pari a ben 547 ng/kg.

La tabella riassuntiva dei valori riscontrati


Nel panorama riguardante la presenza di Diossina TCDD nelle aree interferite dal tracciato autostradale e l'iter corrispondente all'applicazione del DL 152/06 per le zone contaminate,  continua ad essere sconosciuto il nuovo progetto definitivo 2018 (di cui è stato affidato ad aprile 2018, da APL, il servizio di verifica finalizzato alla validazione -vedi anche qui) e a maggior ragione ancora non esiste un esecutivo.

Questi due progetti sono comunque imprescindibili per la stesura del Piano Operativo di Bonifica (messo a gara e affidato il 12/2/019 a HPC Italia) i cui contenuti sono ancora ignoti. Un Piano Operativo di Bonifica che dovrà essere approvato dalla Conferenza dei Servizi.

Oltre alla mancanza di fondi per il completamento dell'autostrada, molte sono quindi le incognite legate alla presenza di Diossina TCDD lungo il tracciato B2 da Meda a Bovisio Masciago.

A partire dalla stessa perimetrazione delle aree con le “sorgenti di potenziale contaminazione” da assoggettare a bonifica,  presentata da APL e approvata il 23-11-2017 con Decreto Regionale 14300 dalla DG Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile che si basa sui dati delle analisi chimiche e sul progetto Definitivo Revisionato del 27-4-2012 e non sul nuovo progetto definitivo né tantomeno su un esecutivo che ancora non esiste. 

La perimetrazione lascia altresì fuori molte zone dove i valori di TCDD superano i limiti delle Concentrazioni di Soglia di Contaminazione (CSC) e dove non è noto se avverrà o meno movimentazione di terra.

Continueremo ad operare e ad agire per la diffusione del sapere e perché si rinunci al completamento di questa inutile, dispendiosa e impattante autostrada.