Dario Balotta, presidente Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti
Con ricavi pari a 281,3 milioni (-6,4% rispetto al 2019) e un utile netto di 23,9 milioni grazie alla non distribuzione dei dividendi, il gruppo FNM (controllato da Regione Lombardia) ha chiuso l’esercizio 2020. Ma è la posizione finanziaria negativa, per 43,7 milioni rispetto al dato positivo di 39,9 milioni del 2019 a peggiorare gravemente i conti. Le cause non sono derivate dal Covid, ma dal gravosi e inspiegabile acquisto della partecipazione del 13,6% di Milano Serravalle (che ha in pancia la Pedemontana) dal gruppo Gavio per un costo di 86 milioni di euro. Acquisizione sulla quale intende far luce l’ORAC, organo di controllo della Lombardia. Ma a cui le FNM non cedono i documenti di acquisizione. Per le carenti informazioni ricevute sono anche da registrare le dimissioni del presidente del collegio dei sindaci Paolo Prandi.
L’operazione nasconde un’altra enorme erogazione di risorse pubbliche della Regione alla gestione fallimentare di Pedemontana i cui lavori sono fermi da 10 anni.
Male anche la controllata Trenord (50% Regione e 50% FS) che gestisce il trasporto ferroviario lombardo che chiude con un pesante rosso di 7 milioni di euro e ciò nonostante i ricavi dei contributi pubblici siano cresciuti di 1,2 milioni di Euro rispetto allo scorso anno per effetto del Decreto Cura Italia, che ha trasferito gli stessi corrispettivi, nonostante la riduzione dell'offerta di treni fino al 40% attuata a seguito della pandemia, e di circa 4,1 milioni di Euro di contributi a compensazione dei mancati ricavi da bigliettazione) introdotte dal Decreto Rilancio.
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