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venerdì 23 dicembre 2022

Meda e le comunità energetiche rinnovabili

Riceviamo e pubblichiamo.
A cura di Sinistra e Ambiente, Meda

Il 6 dicembre 2022 si è tenuto un incontro pubblico dal titolo “Comunità Energetiche, dal dire al fare”. All’incontro Sinistra e Ambiente – Impulsi era presente per raccogliere informazioni e per valutarne i contenuti.
Se scopo della riunione, organizzata dall’amministrazione comunale di Meda, era quello di spiegare cosa siano le comunità energetiche rinnovabili e di fornire le informazioni necessarie per avviarle, si può certamente affermare che il risultato sia stato solo parzialmente conseguito.
Chi scrive ha dovuto ricorrere alla successiva ricerca e lettura di testi per integrare quanto nella serata è emerso faticosamente. Colpa in parte di una regia che ha previsto interventi che avrebbero dovuto introdurci nell’argomento ma che si sono invece distinti per la ripetizione di notizie già note e per la pochezza informativa per comprendere la novità della loro istituzione previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE) in cui alla Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è affidato un ruolo da protagonista nel processo di trasformazione del sistema energetico europeo.
 
Impalpabile l’esposizione di Alessandro Corbetta della Lega, consigliere e componente della Commissione Ambiente di Regione Lombardia, che ha quantificato in 22 milioni di euro lo stanziamento regionale per le CER. Questo scarso finanziamento servirà per coprire le manifestazioni d’interesse che dovranno essere presentate entro l’anno. È stata comunque annunciata la proroga temporale fino ad aprile 2023.
Scontata la sola lettura di dati che ha fatto Pavarin di APA Confartigianato, priva però di un approfondimento per svelare le ragioni delle dinamiche e delle scelte economiche e geopolitiche che hanno determinato, a partire dal 2019, le impennate dei prezzi delle forniture di energia, insostenibili per famiglie ed imprese (fino a +986% per l’elettricità e +1065% per il gas rispetto al 2004).
Come se non fossimo in grado di comprenderne la gravità e non ci fossimo già mossi di conseguenza, ha concluso suggerendo ai presenti di verificare le condizioni economiche dei contratti che ognuno dei presenti ha stipulato con i distributori e in ultimo di abbassare le temperature delle nostre abitazioni. Inevitabile decidere di stare un poco più al freddo, ma poi, purtroppo si continua a basare il sistema energetico su fonti fossili che risentono di dinamiche non controllabili dai governi, esponendo i consumatori alle fluttuazioni del mercato su prodotti senza futuro in Europa. 
 
 
Necessario dare un’idea dell’ordine di grandezza degli interventi che il solo governo Draghi ha messo in atto per fronteggiare il caro bollette (dalla nota di aggiornamento al Def, pubblicata il 30 settembre 2022):
nel corso del 2021 e 2022 circa 62,6 miliardi (3,3 per cento del PIL) di cui 5,5 miliardi (0,3 per cento del PIL) per il 2021 e 57,1 miliardi (3,0 per cento del PIL) per il 2022, inclusivi dei 3,8 miliardi stanziati con la legge di bilancio per il 2022.
Le misure sono raggruppate in quattro categorie: contenimento dei costi delle bollette, bonus sociali per le utenze elettriche e del gas, crediti di imposta per le imprese, riduzione delle accise sui carburanti.
Tra le azioni volte a contrastare il generale aumento dei prezzi, quella più rilevante è senz'altro l'erogazione delle indennità una tantum (9,8 miliardi) a diverse categorie di lavoratori, pensionati e beneficiari di altre prestazioni sociali. A questi vanno aggiunti 9,1 miliardi (decreto Aiuti quater, ultimo trimestre 2022) più 21 miliardi (legge di Bilancio 2023) per i provvedimenti rinnovati dal governo Meloni fino al primo trimestre 2023.
Viene da chiedersi quali effetti si sarebbero prodotti se simili ingenti risorse fossero state investite in efficienza energetica e fonti rinnovabili.

L'attività della Provincia di MB

Inerenti a ltema della serata i contributi dell’architetto Antonio Infosini, dirigente della Provincia di Monza e Brianza, della dott.ssa Brogi e dell’ing. Bartolomeo in rappresentanza della cooperativa ènostra con cui la Provincia ha attivato un percorso per verificare la fattibilità di progetti di produzione, autoconsumo collettivo e individuale con la costituzione di comunità energetiche rinnovabili.
Per scelta della Provincia, la proposta è rivolta esclusivamente alle piccole-medie imprese del territorio per concretizzare nel breve-medio termine un risparmio sui costi energetici e nel medio-lungo termine l’incremento di impianti da fonti pulite e rinnovabili.
Lo studio di fattibilità si è concluso ipotizzando 4 diverse tipologie pilota (cluster) cui corrispondono diversi scenari d’investimento a seconda dei quali si produrranno benefici economici conseguenti.
Sono stati validati 20 progetti dei 32 presentati, nessuno dei quali nel nostro comune, non essendoci candidature di soggetti medesi. Sebbene quello del legno e arredamento non sia un comparto industriale particolarmente energivoro, lascia comunque perplessi il disinteresse delle aziende medesi a partecipare ad un progetto che offre loro indubbi vantaggi economici e ricadute positive anche in termini d’immagine. 

 
Certo è che le comunità energetiche fanno appello a forme di alleanze e all’assunzione di responsabilità ambientale, economica e sociale che forse la cultura produttiva medese non dispone nella sua completezza. D’altronde per una nascente comunità energetica le imprese del territorio, che dispongono con abbondanza di ampie coperture sugli edifici su cui installare impianti, sono necessariamente una risorsa fondamentale.
Ma non solo alle aziende è rivolto l’invito alla costituzione delle Comunità Energetiche.

Come funzionano le CER
Come hanno esposto i relatori di énostra, tutti, che siano cittadini piuttosto che enti, scuole, cooperative, condomini o amministrazioni, possono apertamente e liberamente aderire in modo revocabile a queste entità giuridiche che permettono di produrre, condividere e consumare energia elettrica generata da nuovi impianti fotovoltaici (o da altri impianti di energia rinnovabile, per esempio geotermico), basta che si trovino in prossimità dei consumatori, tutti nella rete di distribuzione della cabina primaria.

 
Sebbene l’Italia abbia da subito recepito la direttiva UE in materia di sostenibilità energetica del 2018, con l’obiettivo entro il 2030 di produrre, anche mediante le CER, fino al 32% del fabbisogno di elettricità da fonti rinnovabili (aumentato al 45% con il recente programma RePowerEu), mancano ancora i decreti attuativi del decreto legislativo di fine 2021 e l’approvazione delle tabelle dei nuovi incentivi da parte dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Questo vuoto ritarda l'avvio delle CER.
Delle circa cento CER di cui si conosce l’esistenza, solo alcune unità sono al momento operative. Distribuiscono periodicamente ai loro aderenti benefici economici grazie al risparmio in bolletta e ai più sostanziosi incentivi statali. Un risparmio stimato intorno al 20%, dipendentemente dalla posizione geografica e dal rendimento dell’impianto, per ogni kilowattora prodotto.
La ripartizione del risparmio tra gli aderenti è stabilita liberamente da ciascuna comunità attraverso un contratto e spetta solo per quella parte di energia consumata nella stessa fascia oraria di produzione. Da ciò appare subito chiaro come queste realtà, la cui potenza complessiva non deve superare un megawatt (vale a dire 1 milione di watt che corrispondono per es. a 2500 pannelli FV da 400W ciascuno) con tutti gli utenti collegati alla stessa cabina primaria e che continuano a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia, possono essere solo frutto di un equilibrio di interessi diversi, come risultato di uno studio preliminare in cui vengono analizzati attentamente i consumi reali e i loro flussi.
Se sono evidenti i benefici economici stabili e importanti, tali da garantire un ritorno dell’investimento stimato in pochi anni, sono intuibili quelli ambientali con significativa diminuzione delle emissioni di CO2. Dei benefici sociali si stanno accorgendo le amministrazioni comunali promotrici dell’iniziativa.

Cosa sta facendo Meda
L’amministrazione medese segue due filoni.
Quello di puntare a CER con aziende locali che hanno impianti fotovoltaici installati di recente o che intendono installarli. Per ora le disponibilità son tutte da cercare e creare.
L’altra azione, che non ha riscosso successo, è rivolta alla creazione di una comunità energetica con le famiglie delle case di proprietà comunale, sui cui tetti vorrebbero installati pannelli fotovoltaici, a costo praticamente quasi zero, utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Legge Regionale 2/2022. 
 
 
Questa difficoltà, inspiegabile per il sindaco Santambrogio se non con ragioni comunicative, obbliga chiunque si dedichi alla cosa pubblica a qualche riflessione.
Com’è possibile che famiglie, presumibilmente in situazioni di povertà energetica, rinuncino alla possibilità di un risparmio sui consumi delle loro bollette e non forniscano il numero fondamentale della loro fornitura (il pod) per l’attivazione?
Noi ipotizziamo che qualsiasi comunità, non solo quelle energetiche, necessiti di tempo per essere costruita e che servano molteplici sforzi per facilitare la partecipazione e la consapevolezza di chi si vuole coinvolgere. Occorre dotarsi di strumenti adeguati e di una strategia a lungo termine che non ci pare abbiano questa amministrazione e la maggioranza che la sostiene.
Una maggioranza chiusa e indisposta al confronto, che appare inadeguata e impreparata ad affrontare seriamente temi come la transizione ecologica e le disuguaglianze sociali che sono tra loro intrecciati.
E’ il caso per esempio dell’emergenza abitativa che già ante Covid era in crescita preoccupante: rischia ora di divenire un fenomeno non più governabile con gli sfratti che incombono dopo la fine della moratoria (come scritto sui documenti dei Piani di Zona – Ambito territoriale di Seregno, cui Meda fa capo) a cui si deve aggiungere la cancellazione del governo Meloni dalla manovra del fondo sostegno all’affitto e di quello per morosità incolpevole.
É carente il numero di alloggi pubblici e le pessime condizioni di una parte di quelli comunali ne impediscono l’accessibilità e c'è la difficoltà per una parte sempre più numerosa delle famiglie medesi a fronteggiare le spese per l’affitto.
S'è sollecitato l’amministrazione a che ne riordinasse il sistema, aumentasse immediatamente l’offerta con la sistemazione dell’ex CFP per l’housing sociale (da questa giunta ulteriormente rimandata) e tracciasse, mettendola a disposizione, una mappatura puntuale degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per riqualificare e ridurre il fabbisogno energetico del patrimonio edilizio pubblico.
In tale situazione, le comunità energetiche rinnovabili e i fondi del PNRR sono per gli enti comunali indubbiamente un’opportunità e uno stimolo.
A Meda, giocare d’anticipo una partita in solitaria senza preventivamente confrontarsi e dialogare, ha fatto si che la CER non sia stata adeguatamente compresa.
Una buona amministrazione non deve solo curare gli aspetti tecnici e formali ma impegnarsi a creare un tessuto di relazioni solidali e collaboranti costituito da tutti coloro che abitano il territorio e che riconoscono la responsabilità di viverlo insieme. 
Enti e associazioni laiche e religiose che sviluppano temi sociali, ambientali, solidaristici, assistenziali e culturali nell’interesse generale delle comunità in cui operano possono esercitare un ruolo determinante di facilitazione, di garanzia e di coprogettazione.
Sono tre i motivi, coerenti con gli scopi istituzionali delle comunità energetiche, che ci spingono a suggerirne il loro coinvolgimento: le finalità che perseguono, il radicamento territoriale e infine i modelli di governance.
E’ tempo in cui le istanze locali possono fare la differenza purché trovino nuove forme di aggregazione dal basso in grado di attivare percorsi di cittadinanza.
Proponiamo quindi alla cittadinanza intera e a chi a vario titolo la rappresenta l’avvio di un processo partecipativo diffuso con l’apertura di uno sportello dedicato ad informare, ricercando la fattiva collaborazione del terzo settore, degli amministratori e delle proprietà d’immobili (residenziali, commerciali o industriali), e delle parrocchie, cui ricordiamo, il Comitato Scientifico e organizzatore delle Settimane sociali della Chiesa ha rivolto l’appello, lanciato a Taranto lo scorso anno e ripreso dalla Diocesi di Milano nel convegno del 15 ottobre scorso, a favore di «un rapido avvio dei processi necessari a sostenere la nascita di Comunità energetiche rinnovabili».

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