Fotografie di Roberto Fumagalli |
In merito ai lavori in corso lungo il torrente Gandaloglio, nell'area che comprende i Comuni di Dolzago, Ello e Colle Brianza, e in attesa che la Comunità Montana Lario Orientale valle San Martino fornisca la documentazione richiesta tramite un accesso agli atti che abbiamo già inoltrato, vogliamo avanzare alcune considerazioni. Chi conosce quei luoghi sa che, da decenni, il versante sotto la cascina Panizzera è interessato da una grave minaccia di dissesto idrogeologico, con un movimento franoso che ciclicamente mette in allarme soprattutto gli abitanti di Dolzago che vivono proprio sotto. Pertanto, intervenire per garantire la sicurezza è stato e rimane un dovere.
Ciò che risulta difficile da comprendere e giustificare sono tutti quegli interventi di supporto - avviati nelle settimane passate - a partire dal taglio boschivo attualmente in corso a monte del ponte della Bosina, e in corrispondenza del Ponte dell'Oglio fino a Dolzago.
Inoltre, l'autorizzazione reca espressamente "taglio di manutenzione in prossimità di strade, canali e ferrovie". Da qui nasce la prima osservazione: se ci trovassimo in presenza di una delle tre circostanze appena menzionate, non avremmo nulla da obiettare, poiché si tratterebbe di situazioni artificiali dove un taglio anche pesante degli alberi potrebbe favorire la sicurezza del transito veicolare o ferroviario. Tuttavia, nel nostro caso, ci troviamo di fronte a un torrente che scorre liberamente lungo un profondo vallone, generando un ecosistema di grande pregio naturalistico e paesaggistico. Pertanto, ci troviamo in un ambiente naturale dove sarebbe stato necessario adottare un approccio radicalmente diverso, rispetto, appunto, a strade, ferrovie o canali artificiali. Invece, stiamo assistendo a un taglio indiscriminato degli alberi lungo tutto il corso del torrente, dalle sponde all'alveo fino ai versanti.
Un'ispezione della zona avrebbe chiaramente mostrato che, considerata la qualità forestale già compromessa da tagli passati, sarebbe stato necessario un intervento più prudente per preservare la porzione forestale ancora di buona qualità lungo il torrente. La perdita della copertura forestale del torrente avrà un impatto negativo sull'ecosistema, esponendolo maggiormente ai raggi solari in stagioni sempre più siccitose, con scarse precipitazioni e alte temperature. La pioggia di questo periodo non deve ingannare.
Se il problema è il dissesto idrogeologico, un taglio indiscriminato degli alberi nel tratto dal Ponte dell'Oglio fino alla filanda della Bosina e in altri tratti risulta non solo inutile ma addirittura dannoso, controproducente e in contrasto con i principi di prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico. In effetti, sarebbe stato più efficace e importante preservare alcune piante lungo i versanti proprio per la loro capacità di trattenere i pendii.
Desideriamo ora sapere se questi lavori di abbattimento degli alberi siano preliminari alla realizzazione di eventuali interventi di sistemazione delle sponde del torrente Gandaloglio. Esprimiamo fin d'ora le nostre perplessità su tali lavori, poiché riteniamo che le sponde dei torrenti debbano essere mantenute il più possibile naturali, senza interventi di artificializzazione, inclusi quelli realizzati con tecniche di ingegneria naturalistica. Questo al fine di preservare la naturalità delle rive del torrente e evitare la velocizzazione delle acque a valle in caso di piena, il che potrebbe comportare rischi maggiori per gli abitanti delle zone circostanti.
Chiediamo pertanto agli Enti coinvolti (Comunità Montana, Regione e Comuni) di rendere pubblica fin da subito la natura del progetto complessivo, cioè il tipo di interventi che si prevede di attuare. Monitoreremo l'andamento di tali lavori come associazioni, al fine di evitare ulteriori danni ambientali oltre a quelli già causati dal taglio degli alberi.
Per quale motivo è stato autorizzato un taglio così indiscriminato e su così vasta scala?
Il cartello in loco mostra l'autorizzazione generica della Comunità Montana Lario Orientale - valle San Martino. Ci chiediamo quindi quale ufficio specifico abbia rilasciato tale autorizzazione.
Gli interventi di disboscamento eseguiti rispettano le autorizzazioni rilasciate? Se sì, dobbiamo allora guardare con sospetto un Ente che, nel proprio Statuto, promuove principi come "tutela del paesaggio... salvaguardando gli equilibri naturali e della biodiversità; tutela del patrimonio naturalistico; promozione della formazione della coscienza ambientale come condizione indispensabile per l'armoniosa convivenza tra Uomo e Natura".
Restiamo in attesa di risposte tempestive da parte degli Enti competenti.
Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"
CROS Varenna
Legambiente Lecco
WWF Lecco
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