Intervento di
Roberto Fumagalli
referente per la Lombardia per il Referendum acqua
Inizierà il 24 aprile 2010 in tutta Italia la raccolta firme per il Referendum contro la privatizzazione dell'acqua (www.acquabenecomune.org).
È un momento importante per la democrazia, oltre che un impegno considerevole.
In Lombardia l'obiettivo è di raccogliere più di 100 mila firme delle 700 mila previste a livello nazionale. Un obiettivo che deve prevedere lo sforzo di tutte le organizzazioni (associazioni, sindacati, partiti, movimenti, comitati spontanei, ...) che vogliono battersi contro la mercificazione di un bene essenziale per la vita. Dal 24 aprile, e per i successivi 3 mesi, i cittadini sono invitati a firmare ai banchetti che verranno organizzati in tutto il Paese, dai gruppi parrocchiali ai centri sociali, dai luoghi di lavoro ai concerti dei gruppi rock.
Coi 3 quesiti referendari si chiede l’abrogazione delle norme che obbligano a privatizzare i servizi idrici. In primis il Decreto (che porta il nome del ministro Ronchi) votato dal Parlamento lo scorso 19 novembre 2009, con cui l’acqua è stata definita un servizio pubblico di rilevanza economica, cioè una merce. Lo stesso Decreto impone a tutti i comuni di mettere sul mercato, entro il 31 dicembre del 2011, la gestione dei loro acquedotti! In tal modo l’acqua di tutta la penisola finirà nelle mani delle 2 o 3 multinazionali, le stesse che già hanno messo le mani sugli acquedotti di mezzo Mondo! E gli effetti delle privatizzazioni sono noti a tutti: aumento delle bollette, a fronte di pochi – o addirittura nessuno – investimenti sulle reti e sui depuratori.
Se invece il Referendum passasse, in Italia l’acqua potrebbe essere gestita solo da enti pubblici, come già avviene in altri Paesi europei: in Belgio, in Svizzera e in parte della Germania.
Con gli altri 2 quesiti si vogliono abrogare gli articoli di legge che obbligano a consegnare la gestione dell’acqua a una società di capitali, e che garantiscono una remunerazione del capitale (cioè un utile) del 7% al gestore. Coi quesiti n. 2 e n. 3 si chiede pertanto che la gestione dei servizi idrici resti nelle mani dei comuni e che sull’acqua non si possano fare profitti.
Il Referendum avrà quindi il compito di fermare la mercificazione dell’acqua. Per questo è importante che i cittadini mettano le loro firme sui 3 quesiti referendari. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
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