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lunedì 28 giugno 2010

Desio: uno svincolo da 45 ettari

Articolo di Ilaria Carra
da "La Repubblica" - Ed. Milano

Pedemontana, residenti in rivolta contro il maxisvincolo brianzolo.

Il raccordo da 45 ettari causerà l’esproprio di case, terreni e di un bosco tra Desio e Lissone


Un'infrastruttura gigantesca, il secondo svincolo più grande d'Europa con i suoi 45 ettari. E sorgerà tra Desio e Lissone, super raccordo per collegare la futura Pedemontana alla statale Valassina, al posto di un recente sovrappasso costato miliardi (di lire), mai utilizzato per il suo scopo e oggi da abbattere. Ma, a pochi mesi dall'apertura del cantiere della Pedemontana, è contro il maxisvincolo brianzolo che si levano gli scudi del territorio. In particolare di chi dovrà andarsene, lasciando casa, terreni agricoli e pure un bosco (il secondo più grande di Desio), per fare posto ad un "ecomostro", come lo vive la trentina di espropriati di Desio e Lissone.

Il punto, denunciano, è che "già abbiamo sotto gli occhi uno scempio abbandonato - spiega uno di loro, Mauro Longoni - non si capisce perché, al posto di buttarlo giù, si sprechino decine di milioni per farne uno nuovo, enorme, invece di adattare il sovrappasso che già esiste e che ha solo tredici anni di vita: siamo coinvolti e danneggiati da una gestione del territorio alquanto anomala". Se proprio va fatto ex novo, gli espropriati chiedono che, nel progetto esecutivo, il maxiraccordo venga almeno ridimensionato. Intanto, per avere risposte, tramite il loro avvocato hanno scritto, "come persone offese", alla Procura di Monza. Perché il maxisvincolo si riallaccia anche a un'altra faccenda, ancora poco chiara: sorgerebbe a ridosso dell'ex cava di via Molinara, a Desio, già sotto sequestro penale da parte dei tribunale di Monza per scarichi abusivi di materiali.

Un'area per la quale, finora, nessun ente ha annunciato la bonifica (del costo di almeno un milione). Una latitanza che preoccupa i residenti, anche in vista dell'annuncio, fatto dal Comune di Desio, della possibile apertura del cantiere per lo svincolo fin da novembre. E della volontà di Pedemontana di costruire, sopra quei terreni avvelenati, il proprio centro direzionale. "I miei assistiti - scrive l'avvocato Veronica Dini - sono interessati a comprendere l'entità della contaminazione del sito e lo stato di avanzamento della bonifica".

Ma non è finita. Perché gli espropri per il maxisvincolo si concentrano a sud della Pedemontana: a nord meno, e lì il maxisvincolo verrà realizzato in modo da non toccare due aree (in particolare la zona di via Buttavafa - quartiere San Giuseppe) sulle quali sono previste le costruzioni di un grande centro commerciale e di un albergo. Una coincidenza sulla quale, anche alla luce del sequestro del pgt di Desio effettuato dalla Guardia di finanza il mese scorso, gli espropriati vogliono vederci chiaro. "Se la pianificazione urbanistica delle aree a nord dello svincolo risultasse illegittima - scrive sempre Dini alla procura di Monza - dovrebbe essere riesaminata anche la parte a sud non coinvolta nella trasformazione operata dal pgt".

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