E' crollato l'ultimo setto di roccia nel profondo delle Alpi Svizzere: con questo avvenimento si è aperto oggi il tunnel più lungo del mondo, in nuovo Gottardo Ferroviario, 57 km sotto terra che fanno parte di un'opera che, a partire dal 2016, metterà in collegamento diretto la Lombardia con l'Europa Centrale e i porti dell'Oceano Atlantico. E' questa la più grande infrastruttura mai costruita a tutto beneficio dell'economia lombarda e del nord Italia. Ma non la costruisce la Lombardia, bensì il Governo svizzero, o meglio il popolo svizzero, dal momento che la sua costruzione è frutto di un processo condiviso e partecipato dall'intera collettività di quel Paese, che ha deciso attraverso referendum sia di realizzare l'opera, sia di finanziarla attraverso una sorta di 'ecopass' applicato a tutti i mezzi pesanti che viaggiano sulla rete stradale svizzera, perchè i nostri vicini vogliono che la circolazione delle merci privilegi il trasporto ferroviario anziché gli spostamenti inquinanti a bordo di camion e TIR.
“Attraverso il coinvolgimento trasparente della popolazione, la piccola Svizzera realizza enormi opere, utili e in tempo – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – da noi invece la Legge Obiettivo ha reso opaca e discrezionale l'approvazione delle opere, che vengono realizzate al di fuori di una coerente programmazione, fanno cilecca sui finanziamenti e, anche quando rispondono a bisogni reali, diventano inutilmente devastanti per il territorio, come nel caso della Pedemontana”
L'esempio dell'autostrada della Brianza è calzante, perchè quella infrastruttura si prepara a diventare un contestatissimo cantiere eterno, con costi destinati a lievitare e cantieri che devasteranno quel poco di verde rimasto nel Nord Milano. Pare infatti (ma le progettazioni sono segretate!) che il progetto esecutivo dell'opera autostradale ridurrà a spezzatino i boschi della Brianza e del Comasco, e sbancherà perfino il Bosco delle Querce, autentico monumento verde sorto dopo il disastro ambientale che nel 1976 desertificò le aree investite dalla nube di diossina a Seveso e Meda. Il tutto senza che la popolazione interessata sia informata né messa nelle condizioni di incidere sul tracciato dell'opera. “Da noi la legge obiettivo, congegnata per escludere la popolazione dalle decisioni sulle opere, è chiaramente fallita; invece la Svizzera ci dimostra che le opere si possono realizzare meglio e più speditamente se la popolazione è ascoltate e coinvolta”
Ma le autostrade lombarde, semmai verranno ultimate, rischiano di collassare subito dopo l'apertura del nuovo Gottardo Svizzero, se – come sembra – non ci prepariamo a fare i conti con quell'opera, che impone nuovi collegamenti ferroviari e un complessivo rilancio del trasporto e della logistica ferroviaria: esattamente l'opposto di quanto sta avvenendo in Italia, dove le ferrovie smantellano la divisione Cargo, dismettono gli scali merci, impediscono l'ingresso di operatori merci sulla rete ferroviaria. I collegamenti ferroviari e i servizi logistici per gestire l'enorme flusso di merci che sbarcherà in Lombardia con la nuova ferrovia transalpina sono infatti del tutto inadeguati: Legambiente paventa il rischio che, a partire dal 2016, decine di milioni di tonnellate di merci, una volta valicato il confine di Stato, troveranno ad attenderli solo flotte sterminate di TIR inquinanti.
“Gli svizzeri ci mostrano la strada da seguire – dichiara Dario Balotta, esperto trasporti di Legambiente Lombardia – peccato che invece sul versante sud delle Alpi ci si limiti ad aprire cantieri elettorali di devastanti opere autostradali che chissà quando, e se, saranno completate. Nella completa assenza di una pianificazione della mobilità in Lombardia, il dono fattoci dagli Svizzeri rischia di trasformarsi in incubo, perchè il nostro governo regionale non sta facendo nulla per attrezzarsi in attesa della rivoluzione dei trasporti che il nuovo tunnel del Gottardo potrebbe permettere”.
Immagini tratte da: www.57km.ch
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