Mentre le ruspe avanzano, dalla prima linea dei cantieri, dietro la trincea delle cascine, si alzano le voci degli agricoltori.
Giuseppe Pantano, 48 anni, Desio (Milano), orticoltore: "La Pedemontana mi porterà via tutto: ho un'azienda di quasi 60 mila metri a ortaggi con 25 serre e un capannone costruito da pochi anni. Sarà tutto raso al suolo. Loro costruiranno un'area di servizio mentre io non so che fine farò. Vorrei sapere anche io qualcosa, ma nessuno mi ascolta. E' un anno e mezzo che siamo in ballo. Meno male che non ho costruito la casa. Al posto del capannone ci faranno l'uscita dell'area di servizio. Nessuno sapeva niente fino a quando non ci siamo trovati nella lista nera degli espropri. Con la Pedemontana la mia azienda muore. Sono due anni che sto lavorando senza sapere cosa mi succederà. E' come stare in casa la sera e non sapere se ci sarà ancora la mattina dopo. E non ho la forza per iniziare ancora da un'altra parte".
Paolo Ambrosetti, 50 anni agricoltore di Fagnano Olona (Varese), coltiva 26 ettari di cereali a Gallarate, Cassano Magnago, Fagnano Olona e Cairate, per colpa della Pedemontana perderà quasi la metà dei terreni per cantieri e opere viarie secondarie: "Da febbraio 2010 ci sono i cantieri, ho perso l'intero raccolto di cereali e per i prossimi 4 o 5 anni la mia attività è sostanzialmente dimezzata. Mi hanno in larga parte compromesso gli investimenti in terreni e macchinari. Ho preso dei mutui per far crescere la mia azienda. Che succederà adesso?".
Fonte: Coldiretti Lombardia
Foto tratta dal sito di Pedemontana Lombarda
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