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giovedì 4 novembre 2010

Esplosione impianto chimico a Paderno Dugnano

Esplosione, giovedì 4/11/2010 alle 15.00, in un'azienda di trattamento e smaltimento rifiuti, la Eureco Holding di Paderno Dugnano, via Mazzini 101. Ci sarebbero almeno 6 operai feriti in modo grave. Sul posto sono intervenuti 13 squadre dei Vigili del fuoco e gli esperti del Nucleo chimico-batteriologico.

I vigili del fuoco hanno domato l’incendio e circoscritto un’area di 1.000 quadrati isolando la parte dell’impianto in cui vengono lavorati olii e solventi chimici. L’azienda si trova in una zona disabitata ma vicino ad alcuni centri commerciali che però, secondo i vigili, non corrono pericoli. Chiusa, in direzione nord, la superstrada Milano-Meda per mettere in sicurezza alcune bombole di acetilene utilizzate dagli operai e ritrovate nei pressi.

Il sito infonodo.org segnala che l'Eureco di Paderno Dugnano non compare, come previsto dalla normativa Seveso, nell'Inventario Nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti (aggiornamento ottobre 2010) redatto dal Ministero dell'Ambiente.

Immagini tratte da: youreporter.it

Leggi anche:
Comunicato stampa di Medicina Democratica e AIEA
Comunicato stampa dei Verdi di Paderno Dugnano

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Aggiornamento inserito il 6/11/2010

Sul "Il Giorno" del 5/11/2010 è stato pubblicato un dossier sulla vicenda che potete leggere cliccando qui.

In particolare segnaliamo il seguente articolo di Barbara Calderola:

Per evitare i controlli basta un pezzo di carta.
L’Eureco di Paderno non era soggetta alla Direttiva Seveso 3: sotto inchiesta le misure di sicurezza.

NIENTE Direttiva Seveso per la Eureco Holding di Paderno Dugnano. Da mesi l’azienda che tratta rifiuti pericolosi, olii e solventi chimici (200 le sostanze maneggiate), non era più considerata a rischio. Anzi, a rischio elevato come dice la legge. Nonostante un’avvisaglia di «disastro possibile». In luglio - hanno riferito ieri i residenti della zona dopo l’esplosione che potrebbe costare la vita a sette operai - c’era stato un altro scoppio. Un campanello d’allarme, forse, ignorato. Nessuno era rimasto ferito. E così l’attività di stoccaggio che fa del marchio padernese un polo chimico a tutti gli effetti, è ripresa indisturbata. Senza lacci e lacciuoli. «La Seveso prende in considerazione quantità e qualità delle sostanze trattate - spiega Edoardo Bai, responsabile scientifico di Legambiente, - se i volumi calano si scende nella scala dei controlli fino ad azzerarli».

Sulle cause del disastro è stata aperta un’indagine. I passaggi autorizzativi - la Seveso Ter si applica alle aziende con uno stoccaggio inferiore ai 2.500 metri cubi di sostanze elencate con precisione - saranno analizzati al microscopio. Per non essere più soggetti ai severi paletti europei basta un’autocertificazione, ed Eureco l’ha presentata in Regione.

«Quando si ferisce l’ambiente - attacca Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia, - si finisce per travolgere vite umane. È la dolorosa realtà a cui assistimao in queste ore». Soggetta un tempo alla Seveso, articolo 6, (manutenzione di sostanze pericolose ma in quantità più limitate di quelle che fanno scattare i controlli ministeriali corrispondenti all’articolo 8), Eureco rientrerebbe sotto il cosiddetto articolo 5. Di fatto significa che di verifiche ce ne sono poche. In questo caso è l’Asl che entra in campo, scendendo la scala del pericolo, la legge prevede una generica valutazione di rischio. Ma è tutto regolare. «Il dramma è che l’Unità operativa di controllo sugli incidenti rilevanti di competenza regionale è stata dissolta», rimarca Bai. E con quasi 290 siti nell’hinterland classificati nella Seveso, si va dalle acciaierie ai depositi di tossici ai petrolchimici alla galvanotecnica, gli ispettori sono al massimo due.

C’È POI il profilo della gestione dell’incidente. E anche qui non mancano pieghe e procedure. Se le nubi che si sprigionano dall’esplosione escono dal perimetro aziendale, è la prefettura che deve far scattare il piano d’emergenza. Se rimane confinato al sito, e non c’è rischio (come Eureco sulla carta) tocca al sindaco. Da ricostruire anche l’iter autorizzativo ottenuto dai padernesi per il trattamento di rifiuti speciali. Eureco è titolare di un’Aia, un’autorizzazione integrata ambientale, ed è la Regione a concederla.

Dalla Direttiva Seveso si esce mettendo nero su bianco che cala il materiale trattato. Resta da capire cosa è successo ieri alle 15 oltre i cancelli di via Mazzini. Forse un errore umano o un impianto difettoso alla base della tragedia, ma il lavoro rischia di uccidere ancora una volta nell’hinterland.

E IN QUESTA piccola Tyssen si torna a parlare di morti bianche e di pericoli per l’ambiente. Come è successo nel giugno 2009 a Brugherio quando esplose un pilone della maxi-centrale Terna a due passi da un quartiere residenziale. Si rischiòla carneficina. Danni milionari all’ambiente invece li ha causati la marea nera sversata nel Lambro per il sabotaggio della Lombarda Petroli di Villasanta nel febbraio scorso. Anche l’ex raffineria brianzola era uscita dalla Seveso. Ma l’indagine ha accertato che non avrebbe dovuto farlo.



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