Risposta a Formigoni sui rischi di privatizzazione dell’acqua in Lombardia
di Rosario Lembo
(presidente del Contratto Mondiale sull'acqua)
e Roberto Fumagalli
(referente regionale del Comitato Referendario “2 Sì per l'acqua bene comune”)
“La verità è che la legge regionale sull’acqua, votata a dicembre dalla Regione Lombardia e impugnata dal Governo, obbliga a privatizzare l’acqua: occorre ora sospendere l’applicazione della legge e aspettare l’esito del Referendum per l’acqua pubblica”.
Questa la nostra risposta alla dichiarazione rilasciata ieri dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni a margine del convegno "Acqua, bene pubblico e servizi di qualità" tenutosi ieri a Roma (vedi sotto).
La verità è che la Regione, con l'approvazione della legge n. 21/2010 votata lo scorso 22 dicembre, ha voluto fare da apripista ai modelli di privatizzazione dell'acqua proposti dal Governo nazionale con il cosiddetto decreto Ronchi, offrendo alle imprese multinazionali europee la possibilità di accaparrarsi le efficienti gestioni oggi in mano alle aziende pubbliche lombarde finora controllate dai comuni.
Il rilievo di costituzionalità opposto dal Governo nazionale rispetto al mantenimento in essere delle società patrimoniali, era già stato oggetto di contestazione da parte della Corte Costituzionale sulla precedente legge regionale del 2006, accogliendo i rilievi mossi dal Governo Prodi. Alla luce degli obblighi imposti dal decreto Ronchi (obbligo della messa a gara o cessione di almeno il 40% delle società di gestione) non si capisce quale possa essere il ruolo che le società patrimoniali possono svolgere se non quello di mettere a disposizione dei privati i soldi per garantire gli investimenti.
Solo la vittoria del Referendum (che chiede l’abrogazione del decreto Ronchi, ovvero dell’obbligo del ricorso alla gara) potrà riaffidare ai Comuni la facoltà di scegliere le modalità di affidamento previste dalla giurisprudenza europea, tra cui la gestione totalmente pubblica, salvaguardando in tal modo la gestione diretta dei servizi idrici.
Chiediamo pertanto alla Regione Lombardia di sospendere l’efficacia della legge regionale n. 21/2010, e contemporaneamente diffidiamo i presidenti di tutte le Province della Lombardia onde non dare applicazione alla pessima norma regionale, in quanto sarebbe un affronto alla democrazia accelerare le gare di privatizzazione prima dello svolgimento del Referendum, esponendo oltretutto i Comuni a possibili impugnazioni se, come auspichiamo, i cittadini italiani sosteranno con i loro Sì i due quesiti referendari.
La dichiarazione di Formigoni:
"In Lombardia abbiamo realizzato una riforma con il gradimento degli enti locali sulla base del principio che la proprieta' delle reti resti pubblica mentre la loro gestione viene messa a gara. Vinca il migliore a chi sa realizzare il servizio a costo piu' basso e con una qualita' migliore. Non c'e' il rischio di privatizzazione dell'acqua.Abbiamo concesso ai Comuni di costituire societa' pubbliche per le reti. Su questo il governo ci ha impugnato la legge e sono qui a contestarlo". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni a Roma per il convegno "Acqua, bene pubblico e servizi di qualita'" a Palazzo Marini.
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