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domenica 20 marzo 2011

Passeggiata alla Fontana del Guercio


di Andrea Celotto

La Riserva Regionale della Fontana del Guercio, istituita nel 1986, è collocata completamente all’interno del comune di Carugo. La riserva ha particolarità soprattutto dal punto di vista idrogeologico, vista la presenza di 14 sorgenti, i fontanili, usati probabilmente sin dai tempi dei Celti. Uno di questi, la Testa del nan, è uno dei maggiori fontanili lombardi, che dà origine alla Roggia Borromea, la quale percorre tutta la riserva. La riserva è anche un Sito di Interesse Comunitario, eletto tale per la presenza del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).

La passeggiata

La riserva si raggiunge seguendo via Cascina S. Ambrogio, costeggiando la Roggia. Dopo qualche centinaia di metri si arriva all’ingresso della riserva, segnalato dal cartello didattico “Riserva Naturale Fontana del Guercio”. 

A questo punto si imbocca il sentiero, costeggiato sulla sinistra da un declivio boschivo. Dopo circa duecento metri si raggiunge il confluire delle acque del fontanile n. 1 nella Roggia, e il cartello didattico “Un bosco di ontano nero”. Poco dopo si trovano i cartelli “Un po’ di geologia” e “Due ospiti di riguardo”, quest’ultimo riguardante le due maggiori popolazioni anfibie della Riserva: la Salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e la Rana di Lataste (Rana latastei).

Seguono sulla sinistra i fontanili nn. 2 e 3, raggiungibili insieme al n. 4 tramite un sentiero. Quando si torna sul sentiero principale si trova il cartello “Il Querco-carpineto”, ma la cosa che più balza all’occhio è il secondo più grande fontanile della riserva: la Fontana del Guercio.

Questo maestoso fontanile si presenta come uno stagno alimentato da un rivolo d’acqua che esce dalla roccia. Subito a destra troviamo il fontanile n. 5. Continuando a camminare troviamo il cartello “L’ecosistema Roggia Borromeo” e il fontanile n. 7. I fontanili nn. 7, 8, 9, 10, 11 e 12 formano un “grappolo” non visibile dal sentiero principale.

Per vederli si può seguire il sentiero che parte dal cartello “Il Fontanile” (vedi nota 1).

Dopo essersi ricongiunti col sentiero principale  si cammina con alla  propria destra una recinzione di un lungo edificio rettangolare. Dopo aver costeggiato questa recinzione si ritrova la Roggia, ormai con gli argini rinforzati in pietra, tra le cui fessure vengono ospitate le felci; e dei contrafforti per evitare che gli argini crollino seppellendo la Roggia. Il sentiero principale in questo punto passa su un ponte sopra la Roggia, dalla quale si allontana, per dirigersi verso la strada. Qui infatti, si trova un’entrata alternativa del parco, da dove si può iniziare la passeggiata.
Per raggiungere la Testa del nan bisogna prendere un sentiero in mezzo ad un prato  e seguirlo. Dopo un lungo tratto di sentiero costeggiante la Roggia Borromea, si raggiunge finalmente uno dei più grandi fontanili lombardi, quello che alimenta la Roggia: la Testa del nan. 

La Testa del nan probabilmente era nota anche ai Celti, ma solo nel 1600 sono stati costruiti i muri a secco lungo le rive (vedi nota 2). Il fontanile in sé è di modeste dimensioni, è più che altro la conca subito vicina, ospite di numerose ovature anfibie, a conferirgli la sua maestosità.




Nota 1. Alla fine del sentiero il suddetto sembra essere senza uscita, ma in realtà prosegue con una piccola salita verso la recinzione che porta al sentiero principale.

Nota 2. Questa affermazione va rettificata in quanto da studi recenti (leggi qui) il fontanile "Testa del Nan" fu scavato solo alla fine del XVI secolo. 
 

Aggiornamento 11/03/2021

Segnaliamo l'uscita del libro "Acque, fontanili, nobili e banditi nella Brianza del XVI e XVII secolo" pubblicato in questi giorni dall'editore GWMAX di Erba. 



 

Pochi luoghi in Lombardia possono competere con la Riserva naturale della Fontana del Guercio per l’ambiente idilliaco. L’acqua sgorga da diversi fontanili, scorre dolcemente in vari ruscelli che si intrecciano, convergono o si dividono all’interno di un bosco e di una valletta appena incisa tra i primi rilievi collinari della Brianza comasca. Quindi, riuniti infine in un unico, sempre modesto, corso d’acqua, fuoriescono verso la pianura.
Se invece risaliamo verso monte, aggirando il rilievo sulla destra dove sorge la cascina Guardia, ci imbattiamo in un piccolo e profondo canale. Seguendo il sentiero che lo costeggia più o meno da vicino, giungiamo ad un manufatto che a prima vista ci lascia stupiti: un’ampia vasca di forma all’incirca triangolare, scavata nel terreno e delimitata da alti muri in pietra. Si tratta di un più ampio fontanile, attualmente conosciuto come Testa del Nan.


La scoperta di un prezioso documento del XVI secolo, conservato presso l’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano, ha permesso di ricostruire la storia legata all’origine di questo fontanile e delle lotte per il suo possesso tra i conti Manriquez e Marliani fino alla sua cessione, nel XVII secolo, ai Borromeo Arese.
 

 

6 commenti:

  1. Mi chiedevo una volta era possibile passeggiare coi cani al guinzaglio ora è ancora possibile

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  2. Da quello che leggo nelle informative non è più possibile mi sembra assurdo ,i cani possono entrare in ospedali centri commerciali , alberghi, ristoranti e non possono entrare al guinzaglio in un'oasi protetta, io li ci son stato e i disastri li ho visti fare da animali con gambe e braccia mi spiace è veramente assurdo.

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  3. Abbiamo verificato sul sito del Comune di Carugo (ente gestore del sito) e confermiamo il divieto dell'ingresso dei cani. Pensiamo che il divieto sia stato messo per tutelare la piccola fauna protetta. Comunque concordiamo sul fatto che "il guinzaglio" possa essere considerato una tutela sufficiente.

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  4. Riportiamo di seguito alcuni stralci di un intervento di Fausto Lombardo, Assessore all’Ambiente, pubblicato sul numero di ottobre 2017 del "Carughese"
    ...
    Per sgombrare il campo da ogni dubbio, premetto innanzitutto che l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio (e in alcuni casi anche di dotarli di museruola) non è un divieto specifico dell’area protetta, ma una legge dello Stato valida anche nei centri abitati. Pertanto, il rispetto di tale norma prescinde dal trovarsi o meno in una Riserva Naturale.
    Per quanto riguarda l’accesso alla Riserva, il divieto per i cani risale addirittura agli anni Novanta, ma non è mai stato evidenziato con cartelli così espliciti come in questi ultimi mesi.
    I tabelloni che riportano i divieti, più volte divelti e rubati ed altrettante volte riposizionati, sono stati installati nel 1999, durante il mio primo anno come Assessore all’Ambiente, quando completammo il bellissimo progetto di “Percorso didattico” che la precedente Amministrazione aveva programmato e finanziato, ma non concluso direttamente, a causa della fine del proprio mandato.
    Il divieto non è stato deciso né da questa Amministrazione né da quella che ha messo i primi tabelloni, ma è stato imposto in quanto area regionale protetta e quindi indicato nel Piano di Gestione a suo tempo redatto dopo che una Legge Regionale aveva ufficialmente istituito la Riserva.
    Con l’impegno costante delle Amministrazioni che si sono succedute, nel corso degli anni la Riserva è diventata prima un Sito di Interesse Comunitario e più recentemente, con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 15 luglio 2016, è stata designata anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC) degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche, con lo scopo principale di tutelare le biodiversità.
    Anche per questo, ma non solo, si è deciso di fare il possibile per far rispettare il divieto di accesso ai cani.
    Purtroppo non è semplice far recepire a tutti che la zona tutelata non può essere attraversata con i nostri amici a quattro zampe; i cani, per quanto buoni e tranquilli, sono visti come nemici naturali da uccelli, mammiferi ed altri animali della Riserva. Un cagnolino, anche per gioco, può spaventare qualche esemplare di specie protetta che, abbandonando i propri cuccioli, li condanna a morte certa.
    Se non ci sono cani nelle vicinanze, in Riserva è facile sentire i cinguettii di numerose specie di uccelli e non è raro vedere qualche scoiattolo o, nelle prime ore del mattino, la volpe; i più fortunati e assidui visitatori potranno anche avvistare qualche altro ospite del luogo come il tasso, il ghiro, la lepre, l’airone e altri ancora.
    ...

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