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sabato 9 luglio 2011
Il 10 luglio vieni con noi a difendere il Bosco delle Querce
di Damiano di Simine, Presidente di Legambiente Lombardia
Per una curva in più nel tracciato della Pedemontana non solo si calpesta il ricordo di 35 anni dalla disgrazia di Seveso ma si intende distruggere un patrimonio naturalistico come il Bosco delle Querce. E' quanto ha in mente l'Assessore regionale ai Trasporti Cattaneo che - per non rallentare un pochino gli automobilisti in viaggio sulla futura Pedemontana mantenendo l’attuale raggio di curvatura che consentirebbe di salvare il parco - decide di passarci proprio attraverso raddrizzando la curva. Ma la Pedemontana, per quanto devastante e costosa, potrebbe essere progettata in modo tale da non invadere il bosco, e così ha prescritto anche il CIPE – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – quando ne ha approvato il progetto definitivo. E invece la Regione Lombardia è orientata a sorvolare sia questa prescrizione, sia sulla sua legge con cui, solo sei anni fa, aveva istituito il parco naturale. Via libera alle ruspe nel Bosco delle Querce? Su questo è determinato l'assessore regionale, ed è proprio a lui che intende rispondere la manifestazione che, domenica pomeriggio, porterà tante associazioni e centinaia di cittadini ad abbracciare il Bosco formando così una lunga catena umana (programma cliccando qui).
La manifestazione si caricherà di significato perchè domenica 10 luglio saranno esattamente 35 anni dal momento in cui nella fabbrica ICMESA, a Meda, una reazione chimica incontrollata faceva esplodere un reattore che sprigionava una nube contenente diossina, nella sua forma più tossica, il TCDD, la cui ricaduta al suolo interessava il territorio di diversi comuni a sud-est ed in particolare Seveso. Una molecola destinata a divenire famosa: in quel momento, infatti, insieme alla devastazione subita da un territorio evacuato con l'impiego dell'esercito, nasceva anche una nuova consapevolezza, destinata a coinvolgere l'intero mondo industrializzato. Si scopriva infatti che la produzione industriale porta con sé rischi che non stanno chiusi nel recinto della fabbrica, ma coinvolgono l'intero territorio e le comunità circostanti: i tempi erano maturi per una nuova consapevolezza del rischio chimico, e con essa per l'emanazione di nuove norme (che non a caso si chiamano “direttive Seveso”) atte a prevenire il verificarsi di incidenti rilevanti. Nascevano così le legislazioni moderne in tema di inquinamento industriale, con norme non sempre applicate in modo sufficientemente rigoroso (come ha messo in luce lo sversamento di petrolio nel Lambro, un anno e mezzo fa). Nei primi anni '80, ultimata la costosissima bonifica dell'area più inquinata, si pose il problema di cosa fare delle aree risanate tra Seveso e Meda. E la decisione fu quella che le aree sarebbero state sottoposte a rigorosa salvaguardia per le generazioni a venire, trasformandole in bosco. E' nato così il Bosco delle Querce, 40 ettari successivamente aperti al pubblico e trasformati, con legge del 2005, in un Parco Naturale Regionale, che ospita anche le due discariche in cui sono accumulati i materiali contaminati. Il Bosco delle Querce è uno dei più grandi investimenti ambientali mai attuati in Lombardia: oltre agli ingentissimi costi per la bonifica dei suoli, la sola piantagione e gestione del bosco è costata ai contribuenti 5,2 milioni di euro.
Ma nonostante gli indiscutibili valori naturalistici, il Bosco delle Querce è soprattutto un lembo di memoria che sembrava al sicuro per sempre, come si deve ad ogni luogo che narra episodi salienti della nostra vicenda storica. “E invece la Pedemontana lo ha messo sotto scacco”, denuncia Gemma Beretta, presidente del circolo Legambiente di Seveso, che insieme a Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda coordina il gruppo che ha ideato la manifestazione di domenica pomeriggio, promossa dall'ampio cartello di associazioni e comitati “Insieme in Rete per lo Sviluppo Sostenibile”, sorto per contrastare gli impatti ambientali di Pedemontana e per difenderne il progetto di compensazioni ambientali. “sarebbe un vero e proprio sacrilegio, a fronte del sacrificio imposto alla comunità di Seveso che fu espropriata dei terreni contaminati, e dei costosissimi interventi realizzati per bonificarli. Un danno economico e un rischio per la salute visto che i rilievi Arpa del 2008 parlano di un’alta concentrazione residua di diossina. Per di più sui terreni limitrofi al bosco, contaminati e mai bonificati, il Comune di Seveso intende realizzare nuovi capannoni e costruzioni, mettendo una pietra tombale su quello che avrebbe dovuto essere l'ampliamento del parco: del Bosco delle Querce resterà solo un'ombra”.
Le associazioni che compongono il coordinamento
“Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile”:
Alternativa Verde per Desio, Amici del Rugareto -Cislago-Gorla, Associazione ecologica “la puska” Onlus - Lentate sul Seveso, Associazione “Immagina Lomazzo”, Associazione per i Parchi del Vimercatese, Associazione Pro Loco “Pro Meda”, Associazione Torrette Bini Dosso Boscone per l’ampliamento del Parco Brianza Centrale - Macherio, CIPTA Onlus - Gorla Minore-Marnate, Comitato Mozzatese Salute ed Ambiente - Mozzate, Circolo Legambiente “Laura Conti” - Seveso, Circolo Legambiente “Roberto Giussani” - Desio, ECO 90 - Uboldo, Legambiente Cassano Magnago, Legambiente Seregno Onlus, Legambiente Tradate, Lista Civica Verdi - Arcore, Lista Civica Sinistra e Ambiente - Meda, Comitato Groane per il WWF
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