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sabato 31 dicembre 2011
Buon Anno Brianza?
GRIDA DI DOLORE
tratto da Fumanefutura
Opera teatrale, di danza e di musica.
L’ambiente, la salute, il territorio.
Storie, canti, sogni, offese, speranze.
Questa terra, non era meno bella né della Toscana, né di nessun altro idilliaco paesaggio, cinquant’anni fa; c’erano pochi luoghi altrettanto carichi di dolci e tranquille bellezze, all’inizio.
All’inizio, prima che inconsci ed irresponsabili manipoli di forsennati amministratori, cosiddetti progettisti del territorio, non la trasformassero nel grande affare da consumare, che ancora è, un fuoco che non si placa. Che è diventato un modello di sviluppo da esportazione.
Ancora hanno fame di squarci sinistri ,di cave, di ferite profonde, di moltiplicare i nastri d’asfalto ovunque, di ponti , e rotonde ed ora dell’ultima delle opere assurde, le gallerie.
Quando capiranno che la terra ed il nostro corpo sono una cosa sola?, che non lo possiamo amputare, o ritagliare a nostro piacimento, che la possiamo solo rispettare ed amare. Che siamo noi gli uccellini , che qualcuno caccia, non c’è separazione tra la terra, la natura e noi, siamo aspetti diversi dello stesso identico respiro. Un corpo unico, gli alberi sono i polmoni, i fiumi sono le reni, le montagne sono le ossa, noi umani il sistema nervoso, o forse solo la peluria.
Ogni piccolo danno che la natura subisce è un danno che arriva direttamente al nostro corpo fisico ed allo spirito e li ferisce, li amputa di qualcosa, e le ferite penetrano profondamente, assopiscono il desiderio innato di bellezza, alterano il nostro naturale ordine di valori
Due o tre millenni per costruire un paesaggio mirabile, quasi perfetto, come possono essere perfette le cose umane.
Cinquanta anni per riempire le pance ed i portafogli di alcuni, per svuotare il territorio della bellezza, dare spazio ad un terribile, squallido ordinario. La bellezza, che è nutrimento del corpo, dello spirito, della mente, del pensiero. Che ci è stata donata dai padri e di cui abbiamo voluto diventare padroni assoluti, fino ad ucciderla. Siamo ipernutriti con le menti denutrite, e neanche più affamate, siamo ormai assuefatti al valore del nulla, e non chiediamo neanche più, senza sogni e senza speranza, come ci vuole il potere.
Non riescono torte buone con ingredienti cattivi. Chi vuol fare cemento con ciò che resta delle immondizie sa di fare case che probabilmente saranno dannose, forse velenose. Se si coltivano i campi con troppi veleni non può nascere un prodotto sano. Prima di tutte le tecniche sono necessari sapienza, amore e pazienza.
Per continuare a leggere gli altri brani dello spettacolo cliccare qui.
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