FINANZA KILLER - Non con i nostri soldi è uno spettacolo, scritto da Ercole Ongaro e Fabrizio De Giovanni, che affronta in modo critico l’evoluzione del sistema bancario italiano, con particolare riguardo al passaggio dal modello pubblico di banca ad un modello privato, attraverso la riforma del 1993 che in Italia spalancò le porte all’attività speculativa delle banche. Vi si affrontano i temi della crisi mondiale, dei mutui subprime, dei derivati, dei titoli tossici, dei paradisi fiscali, del “land grabbing” (accaparramento di terre vergini), delle banche armate, della finanza etica. E’ uno spettacolo sulla storia della crisi attuale, un percorso a ritroso nel tempo a rintracciare fatti e misfatti legati alle banche e alle loro fusioni, che dall'America all'Europa non hanno risparmiato nessuno. Non è la classica satira politica che con battute più o meno graffianti allude a quel o tal altro personaggio politico, ma la minuziosa ricostruzione, in stile giornalistico, di quanto avvenuto in una rilettura che accusa le banche e i suoi dirigenti del passato e del presente. L’obiettivo è quello di informare il pubblico e fargli capire come siamo giunti nella condizione in cui ci troviamo, ma soprattutto cosa sia possibile fare, anche individualmente, per uscirne. La via maestra per uscire dalla crisi ed evitare un suo ripetersi passa per una maggiore giustizia sociale, economica e ambientale. I 50 top manager dei fondi di investimento e hedge fund guadagnano in media 588 milioni di dollari ciascuno, 19.000 volte lo stipendio medio del lavoratore statunitense. Somme che sono frutto unicamente di attività finanziarie e speculative. La ricchezza prodotta nel mondo permetterebbe a ogni essere umano di vivere con un reddito di 2.884 dollari al mese. Oltre un miliardo di persone, nella realtà, sopravvive con meno di un dollaro al giorno. Un'ennesima conferma del fallimento del libero mercato e della sua presunta efficienza nel distribuire le risorse autoregolandosi. Invertire la rotta diventa imprescindibile. Cambiare strada significa porre gli esseri umani davanti ai profitti.
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