Alessio Ciacci è assessore all’ambiente del Comune di Capannori, cittadina di 46.000 abitanti in provincia di Lucca diventata famosa grazie all’adesione (primo comune in Italia) alla strategia internazionale “Rifiuti zero“. Alessio Ciacci è diventato un punto di riferimento in Italia per tutti quelli che credono che un mondo migliore sia possibile perché ha saputo passare dalla teoria alla pratica, dalla enunciazione dei principi alla sperimentazione quotidiana di modelli di sviluppo improntati a sobrietà e buonsenso, condivisione e sostenibilità. In questi anni Alessio ha messo in campo diversi progetti concreti, favorendo la nascita di una moltitudine di azioni che stanno cambiando i comportamenti e le scelte di moltissimi cittadini. Praticamente l’opposto di quanto accade sempre più spesso in giro per l’Italia. Per la sua serietà, per il suo impegno e per le forti motivazioni che sono alla base del suo operato, ha vinto il Premio Personaggio Ambiente Italia 2012 promosso da giornalisti ambientali dei principali quotidiani italiani, dai Direttori delle più importanti riviste di ecologia, e dai siti internet di settore, selezionati per la loro competenza, quali ad esempio repubblica.it/ambiente, adnkronos.com, rinnovabili.it, ansa.it/ambiente, greennews.info, lanuovaecologia.it,ilsole24ore.com/green, ilfattoquotidiano.it/veleni-ambienti, greenbiz.it, greenMe.it, archetetturaecosostenibile.it,corriere.it/ambiente, ecoblog.it. Su ventuno candidati Alessio Cacci ha ottenuto il 40% dei voti espressi tramite internet da migliaia di persone. La partecipazione alla strategia Rifiuti Zero ha creato a Capannori decine di posti di lavoro, risparmi sui costi di smaltimento, benefici ambientali enormi e tanta partecipazione cittadina. Rifiuti Zero è una delle strategie indispensabili alla costruzione di prospettive di sostenibilità per la nostra civiltà. In un mondo finito e con crescenti crisi di approvvigionamento per materie prime ed energia non ci si può più permettere, come succede in Italia, di sprecare oltre il 60% dei materiali post-consumo in discariche od inceneritori.
Stefano Liberti è un giornalista, scrittore e documentarista. Pubblica da vari anni reportage di politica internazionale su quotidiani e periodici italiani e stranieri, Geo, L’Espresso, Ventiquattro, Il Manifesto El País semanal e Le Monde diplomatique. Per questa attività ha vinto i premi giornalistici Marco Luchetta e Guido Carletti. Come regista ha lavorato per la trasmissione tv “C’era una volta” di Rai3, diretto il documentario “L’inferno dei bimbi stregoni” (vincitore del premio L’Anello Debole 2010) e codiretto il film Mare chiuso che si è aggiudicato vari premi in diversi festival italiani. Come scrittore ha pubblicato A sud di Lampedusa con il quale ha vinto il prestigioso premio di scrittura Indro Montanelli, e Land Grabbing, tradotto in tedesco ed in via di traduzione in inglese, spagnolo e francese. Land Grabbing è il primo reportage al mondo che analizza e dimostra come, a partire dalla crisi alimentare e finanziaria del 2007, paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, la Libia, la Corea del Sud, che dispongono di grandi risorse economiche ma non di spazi sufficienti per garantire la sicurezza alimentare ai propri abitanti, hanno cominciato a negoziare l’acquisto e l’affitto di enormi quantità di terra nelle nazioni africane o sudamericane; lo stesso stanno facendo le grandi multinazionali dell’agrobusiness, interessate a creare sterminate piantagioni per la produzione di biocarburanti, nonché una serie di società finanziarie, che hanno compreso che l’investimento in terra può garantire ricavi sempre più alti e sicuri. Questa allarmante e dilagante corsa all’accaparramento delle terre, detta appunto "Land Grabbing", nasconde però una forma insidiosa di sfruttamento e rischia di instaurare un nuovo colonialismo. Viaggiando fra le valli dell’Etiopia, le foreste dell’Amazzonia, la borsa di Chicago, le convention finanziarie a Ginevra, gli uffici della FAO, Liberti porta per la prima volta alla luce in ogni sua componente questo fenomeno complesso e spiega come i legami fra politica internazionale e mercato globalizzato stanno cambiando il volto del mondo in cui viviamo.
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