Riceviamo e pubblichiamo un commento e alcune foto scattate nel cantiere dell'area a nord della Villa Reale. Segue un articolo ripreso da "Il Giorno".
"La concezione che vede quest'area come "il retro" della Villa, come se si trattasse di un qualsiasi condominio e non di un monumento immerso nel paesaggio da ogni parte, è confermata dai lavori in corso. Chi lamentava i lucernari del passato, e auspicava la realizzazione del sognato (e promesso, a voce) labirinto, può mettersi l'anima in pace: di fronte alla facciata nord le brutture saranno di tutto e di più.
Che fare?"
Monza - Sorpresa e polemiche sulla facciata della Villa
di Monica Guzzi, tratto da il Giorno del 26/07/2013
Sorpresa e polemiche dal cantiere della Villa Reale. È bastato andare a sbirciare sul retro della reggia piermariniana in occasione dei lavori di preparazione dell’evento Expo con il Presidente Napolitano, per scoprire la presenza di due manufatti di cemento troppo ingombranti.
Le buche scavate a due passi dalla gradinata reale che si affaccia sul pratone del Parco servono a ospitare gli impianti di servizio della Villa Reale. Opere necessarie ma forse poco intonate alla facciata neoclassica della dimora estiva degli Asburgo e dei Savoia.
Il caso è rimbalzato sulle pagine di Facebook, dove si è subito accesa una rovente polemica. Tutto è partito dalle foto scattate dal comitato «La Villa Reale è anche mia» e pubblicate sul social network.
«Vogliamo capire se questo manufatto che a noi pare permanente e che ci viene giustificato da necessità tecniche dovrà rimanere - spiega Cristina Sello, del comitato La Villa Reale è anche mia -. Stiamo segnalando il caso alla Soprintendenza. Chiederemo spiegazioni al Comune e al Consorzio».
Il problema di come nascondere le buche era stato sollevato durante un incontro con il direttore del consorzio Parco-Villa Reale Lorenzo Lamperti e con il sindaco Roberto Scanagatti, che è anche presidente del consorzio.
«Avevamo chiesto, trovando disponibilità, il ripristino dell’antico labirinto di siepi, che avrebbe nascosto le buche, ma visto che sono state realizzate a ridosso della scalinata, ci sembra un’operazione impossibile - conclude Sello -. A questo problema si lega quello della trasparenza dello stato avanzamento lavori, che abbiamo chiesto che venga pubblicato sul sito, e del comitato tecnico scientifico che avrebbe dovuto seguire i restauri. Che fine ha fatto?».
di Monica Guzzi, tratto da il Giorno del 26/07/2013
Sorpresa e polemiche dal cantiere della Villa Reale. È bastato andare a sbirciare sul retro della reggia piermariniana in occasione dei lavori di preparazione dell’evento Expo con il Presidente Napolitano, per scoprire la presenza di due manufatti di cemento troppo ingombranti.
Le buche scavate a due passi dalla gradinata reale che si affaccia sul pratone del Parco servono a ospitare gli impianti di servizio della Villa Reale. Opere necessarie ma forse poco intonate alla facciata neoclassica della dimora estiva degli Asburgo e dei Savoia.
Il caso è rimbalzato sulle pagine di Facebook, dove si è subito accesa una rovente polemica. Tutto è partito dalle foto scattate dal comitato «La Villa Reale è anche mia» e pubblicate sul social network.
«Vogliamo capire se questo manufatto che a noi pare permanente e che ci viene giustificato da necessità tecniche dovrà rimanere - spiega Cristina Sello, del comitato La Villa Reale è anche mia -. Stiamo segnalando il caso alla Soprintendenza. Chiederemo spiegazioni al Comune e al Consorzio».
Il problema di come nascondere le buche era stato sollevato durante un incontro con il direttore del consorzio Parco-Villa Reale Lorenzo Lamperti e con il sindaco Roberto Scanagatti, che è anche presidente del consorzio.
«Avevamo chiesto, trovando disponibilità, il ripristino dell’antico labirinto di siepi, che avrebbe nascosto le buche, ma visto che sono state realizzate a ridosso della scalinata, ci sembra un’operazione impossibile - conclude Sello -. A questo problema si lega quello della trasparenza dello stato avanzamento lavori, che abbiamo chiesto che venga pubblicato sul sito, e del comitato tecnico scientifico che avrebbe dovuto seguire i restauri. Che fine ha fatto?».
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