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mercoledì 3 settembre 2014

Lupi sul territorio



Messa in sicurezza idrogeologica e sismica, strutture culturali, opere sociali indispensabili, ecc. restano fuori dal decreto "Sblocca Italia" che rappresentano un “dejà vu” ripetutamente bocciato dalla storia.

Tratto da: patrimoniosos

Diffondiamo volentieri la dettagliata analisi del decreto “Sblocca Italia”, già definito in realtà “Sblocca cemento”, effettuata da Sauro Turroni, architetto, a lungo tecnico comunale e regionale e poi parlamentare per varie legislature. Il quadro che ne esce è dei più allarmanti e insieme desolanti. Sembra di essere tornati ai tempi di Lunardi e di Tremonti, della “deregulation” continue che anticiparono numerosi e devastanti condoni. L’interesse pubblico tutelato dalla Costituzione (articolo 9 e non solo) e da una vasta letteratura di sentenze della Consulta e della Cassazione sembra essere di nuovo evaporato in nome della ripresa e dell’occupazione.

Nel mentre che si annuncia di voler puntare sul turismo e in specie su quello culturale, con questo decreto si ridà fiato alla cementificazione del territorio e dei paesaggi italiani, cioè alla dissipazione della “materia prima” del turismo stesso, la bellezza del Paese (già tanto sfregiata).

Noi siamo per la ripresa economica dell’Italia e per il rilancio diffuso dell’occupazione, ma crediamo che ciò possa e debba avvenire con investimenti pianificati nella cultura e nelle sue sedi e iniziative, nella ricerca a tutto campo, nella difesa idrogeologica e nella messa in sicurezza sismica di un Paese flagellato da frane, inondazioni, colate di fango, terremoti contro i quali oggi non c’è quasi prevenzione, nella realizzazione di opere pubbliche e di infrastrutture indispensabili soprattutto su rotaia, nel trasporto regionale e metropolitano, nella fatiscente edilizia scolastica, ecc.

Il “cambiamento” che lo Sblocca-Italia propone è in realtà la riedizione di una politica vecchia e miope già bocciata dalla storia, che, se attuata, produrrà altri disastri paesaggistici, ambientali, architettonici allontanando così il Paese da politiche di rinascita strutturale. 

Il Comitato per la Bellezza

Link:
L'analisi di Sergio Turroni

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