di Dario Balotta, Presidente Osservatorio Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti
La soppressione di 150 treni giornalieri di Trenord sono una scelta sbagliata, all’azienda servirebbe invece una profonda riorganizzazione produttiva sia nella manutenzione dei treni che nella delicata organizzazione dei turni di macchinisti e capi treno. Non solo ma con una domanda di trasporto pubblico che cresce essa andrebbe assecondata con più treni anche per l’emergenza ambientale incombente.
Per il presidente dell’Osservatorio Trasporti Dario Balotta il piano d’emergenza di Trenord è sbagliato sia nel merito che nel metodo di affidamento dei servizi sostitutivi. Per questo Balotta ha preso carta e penna ed ha inviato un esposto all’Anac chiedendo chiarimenti circa le modalità di scelta delle aziende automobilistiche che sostituiranno con autobus i treni per 6 mesi. L’ONLIT sostiene che la normativa europea fissa una serie di soglie minime che si applicano agli appalti pubblici che superano un certo valore. Nel caso di forniture di servizi nel settore dei trasporti la soglia è definita in 443 mila euro in base all’articolo 50 del TUE (trattato unione Europea) sopra questa soglia, come nel caso in oggetto la spesa è di quasi 6 milioni di euro, gli affidamenti devono avvenire con procedure di evidenza pubblica.
L’Osservatorio nell’esposto richiama le probabili violazioni relative alla mancata gara per l’assegnazione dei servizi sostitutivi di autobus ad un Consorzio con un capitale sociale di 12 milioni, la cui composizione societaria vede come azionisti paritari Trenord, Ferrovie Nord Milano Autoservizi, Busitalia Rail srl (gruppo FS). Il Consorzio ha sede a Milano in Piazzale Cadorna (sede delle FNM) ed ha come Presidente Giorgio Spadi che è il direttore di Esercizio e della Programmazione della stessa Trenord. Il consorzio a sua volta sta subappaltando a padroncini i servizi con mezzi spesso inadeguati. Sarebbero cosi violate le norme sugli appalti nell’assegnazione dei servizi sostitutivi autobus.
Contemporaneamente è stato inviato un’altro esposto alla Commissione Antitrust chiedendo di valutare eventuali implicazioni concorrenziali e eventuali profili restrittivi della concorrenza.
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