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domenica 19 gennaio 2020

Inno alla vita: la scultura che lega Seregno ad Auschwitz

Campo di Auschwitz, 30 agosto 1979 - Giancarlo Mariani, allora Sindaco di Seregno consegna, a nome dell'intera città, una scultura in bronzo di Alberto Ceppi, alla direttrice del Museo Auschwitz-Birkenau (1)
Nel 1979 una delegazione della Città di Seregno visitava il campo di concentramento di Auschwitz. A più di quarant'anni ci piace ricordare tale avvenimento riportando di seguito il resoconto dell'allora Sindaco Giancarlo Mariani.


di Giancarlo Mariani (1927 - 2004)

Il giorno 30 agosto 1979 ho consegnato alla direttrice del museo Auschwitz-Birkenau (1) la scultura in bronzo di Alberto Ceppi con l'iscrizione dedicata ai morti ed ai vivi di questo campo di sterminio conservato come monumento alla lotta ed al martirio.

Il bronzo dello scultore Alberto Ceppi dal titolo "Inno alla vita" - Foto Redaelli
Non è facile descrivere le emozioni che ad alcuni dei più anziani facevano materialmente rivivere le pagine più drammatiche della nostra storia; quattro milioni di vittime (2) conta questa terribile realtà: russi, zingari, ebrei, polacchi e prigionieri di tutta l'Europa; uomini, donne, bambini e vecchi sono "passati" per i camini dei forni crematori.

La sterminata distesa di erba verde con i reticolati ed i fili elettrici, le torrette di guardia sinistramente stagliate nel cielo, i forni crematori, le camere a gas, le baracche allineate ed appiattite, i binari ferroviari, gli stagni, dove venivano gettate le ceneri dei martiri ed infine il monumento di tutte le nazioni, ci hanno colpito al punto che il pianto nostro generale era una liberazione all'angoscia attanagliante.

La presenza di una delegazione di seregnesi in questi campi aveva non soltanto lo scopo di un omaggio al sacrificio, ma anche e soprattutto il senso della ricerca di un modo nuovo di vivere che partiva dal monumento alla suprema ignominia dell'umanità guidata dalla follia ideologica. Abbiamo pregato per i morti di Auschwitz, per i vivi di Auschwitz, per la Polonia, per l'Italia, per la pace nel mondo: Abbiamo pregato con le lacrime nostre che scorrevano liberamente, anche per i persecutori della collettiva barbarie.

Abbiamo pregato per i vivi e per i morti che ancora oggi hanno patito e patiranno violenza in ogni parte del mondo. Siamo usciti, nell'aria rarefatta della pianura polacca con l'animo leggero come per aver sciolto un voto e mantenuto una promessa.

La vita ricomincia sempre da questi luoghi di dolore perchè essi invitano a scendere nelle radici stesse della nostra esistenza, non con parole vane ma con brucianti realtà vissute materialmente in questi pellegrinaggi cui vorremmo invitare tutta la gioventù seregnese.

Ascoltiamo la voce di questi morti e da loro e dai loro figli impariamo a lottare sempre, in ogni momento della nostra vita, per la libertà di tutti, per la pace, per la giustizia, nel supremo rispetto della persona umana che ad Auschwitz il nazismo cercò di distruggere ma che da Auschwitz-Birchenau ogni giorno, con il grido di 4 milioni di morti (2), torna a percuotere i cuori di tutto il mondo.

Nota 1: Il campo di sterminio di Birkenau (Auschwitz II) fu uno dei tre campi principali che formavano il complesso concentrazionario situato nelle vicinanze di Auschwitz in Polonia.
Nota 2: abbiamo mantenuto il testo originario. Il numero delle vittime è stato, purtroppo, ben superiore. Per approfondire leggi qui.

Fonti: la foto sotto il titolo ed il testo di Giancarlo Mariani sono stati tratti da "Il Cittadino" dell'8 settembre 1979.  La foto della scultura è stata tratta da "Il Cittadino" del  25 agosto 1979

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