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giovedì 7 maggio 2020

Macherio e il funerale senza preti: una bega di campanile del 1903


da "La Patria", 11 gennaio 1903
La Bareggia è uno di quei posti in cui non sai mai in quale comune ti trovi. La località è condivisa dai comuni di Macherio e Lissone; i confini sono labili, invisibili e per certi versi illogici; per trovarsi in due comuni diversi non serve spostarsi di molto ma è sufficente cambiare il lato della strada. Diversa la situazione da un punto di vista religioso in quanto la Parrocchia abbraccia interamente la zona.

Se oggi possiamo vivere questa situazione come una curiosità nel 1902, anno in cui venne istituita la nuova parrocchia separandola da quella di Macherio, gli animi erano più accesi e non tutti accettarono la nuova situazione decretata dalle autorità ecclesiastiche; tanto è vero che alcuni si rifiutarono di far celebrare nella nuova chiesa le esequie dei propri cari. Sotto possiamo leggere la gustosa ed ironica (vista con gli occhi di oggi) cronaca dell'avvenimento.

Per inquadrare meglio la vicenda ci preme spendere, però, due parole sui rispettivi parroci.

Mons. Carlo Tancredi Vassalli fu parroco di Macherio dal 1859 al 1907. Esperto agronomo ricoprì la carica di vicepresidente del Comizio Agrario Monzese. Tra i suoi scritti si ricordano: "Colonizziamo l'Italia" del 1892 e "La pastorizia nell'altopiano milanese" del 1881.

Don Primo Colombo, già coadiutore di Macherio, fu il primo parroco della Parrocchia dei SS. Antonio Maria Zaccaria e Giuseppe della Bareggia. Resse la parrocchia dalla sua costituzione, avvenuta il 3 agosto 1902, fino al 1905, anno in cui venne nominato parroco di Boffalora sopra Ticino.


Senza preti !
da "La Patria", 11 gennaio 1903

In un vicino paesello (a Macherio, perché non dirlo?) è accaduto, lunedì scorso, un fatto assai curioso e che dimostra come il più delle volte, nelle beghe di campanile, la religione se ne vada comodamente a spasso.

A Macherio è sempre esistita una sola parrocchia in servigio del paese e dei popolosi cascinali all’intorno. L'amministravano due preti: il parroco e un coadiutore, sacerdote di vecchio stampo il primo, democratico cristiano il secondo.

Ora avvenne che, in vista dell'accrescersi della popolazione nei cascinali della Bareggia, l'Arcivescovo vi istituiva l'anno scorso una parrocchia speciale staccandone la relativa giurisdizione dalla parrocchia di Macherio, e vedi bella combinazione! - vi ha mandato a reggerla proprio il giovane sacerdote democratico cristiano.

Si accesero tosto le dispute fra i due parroci e si crearono nei buoni villici due partiti, l'una per il parroco di Macherio e la vecchia giurisdizione, l'altro per il parroco nuovo e la chiesa della Bareggia. E fin qui nulla di serio o di umoristico.

Ma il bello si fu lunedì scorso quando si trattò di portare al cimitero un defunto la cui famiglia, pur essendo nella giurisdizione della Bareggia, non vuole riconoscere né il nuovo parroco né la novella
parrocchia, ritenendosi sempre pecorella dell'antico ovile di Macherio!

Il prete della Bareggia non lo si volle: il parroco di Macherio non poteva, d'altro canto, per ragioni di prudenza e di canoni intervenire; ma i villici non si persero d'animo e concepirono un ardito disegno:
portare il morto a Macherio, fingendo di recarlo al cimitero senza preti, e lasciarlo in quella Chiesa finché qualcuno si fosse deciso a benedirlo.

Il fermento era grande, epperò appena il corteo si mosse, si posero ai fianchi del feretro quattro Carabinieri. Così, con gli onori militari, il morto giunse fino all'imbocco del paese, dove i portatori e i dolenti tentarono svoltare nella via che conduce alla Parrocchiale, ma trovarono la strada sbarrata da quattro Carabinieri a cavallo.

Fu giuocoforza proseguire per il Camposanto dove la salma di quel buon cristiano fu sepolta è vero con gli onori di un'autorità costituita, sotto l'egida dei Reali Carabinieri, ma con tutta l'apparenza d'un cremazionista.

Così, secondo i postulati della fede, fra i due litiganti non sarà certo l'anima di quel buon colono che avrà da godere nell'altro mondo!

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