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martedì 6 luglio 2021

Ludopatia Ferroviaria

Sala da gioco nell'atrio della stazione di Lodi

 

di Dario Balotta, presidente Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti

Il treno è in ritardo? In stazione non c'è un posto aperto dove aspettarlo? Il treno è soppresso e bisogna aspettare minuti o ore? La stazione è chiusa oppure è sporca e senza alcun servizio igienico? Niente paura: se sei “fortunato” troverai un bar con annessa una enorme sala da gioco, come nell'atrio della stazione di Lodi.

Nelle 400 stazioni lombarde negli ultimi anni gli spazi per l'attesa del treno si sono ridotti sempre di più. Con il Covid tutte le piccole e medie stazioni “disabilitate” (cioè senza ferrovieri) sono state chiuse e non sono ancora riaperte, mentre in quelle maggiori maggiori (Milano Centrale, Garibaldi ecc.) tutte le aree sono diventate spazi commerciali, dove non c'è neanche uno strapuntino per sedersi in attesa dei treni sempre più in ritardo. Per questo l'Osservatorio Trasporti (ONLIT) ha scritto una lettera di protesta a RFI.

Ma se non sorprendono più i ritardi e le cancellazioni dei treni pendolari, con la regione che senza vergogna alcuna ha annunciato un nuovo contratto decennale con Trenord, azienda che ha fallito tutti gli obiettivi per cui è nata 11 anni fa, sorprende invece che sia proprio lo Stato (attraverso RFI del gruppo FS) a concedere gli spazi di un luogo pubblico come una stazione per un'attività ludopatica. Attività, peraltro, che con la legge di Stabilità del 2016 lo Stato stesso si è impegnato a prevenire e contrastare,  elencando una serie di limitazioni all’esercizio dell’attività del gioco: il divieto di pubblicità che incoraggi il gioco eccessivo o incontrollato, e il limite per i minori all'ingresso nelle sale. Alla stazione di Lodi, però, per stare al fresco in questa stagione e al caldo d’inverno sembra si debba andare solo nella grande sala giochi, visto che il bar di stazione è una sua succursale, e non viceversa.

Nessuno, inoltre, controlla il divieto d'ingresso ai minori. Biglietterie chiuse, panchine divelte, posti bici inadeguati e pannelli luminosi che spesso non funzionano: un disservizio dietro l’altro, ma non preoccupiamoci, lo Stato tramite RFI assicura almeno un luogo dove farsi spennare in attesa del treno. Sempre se arriva.

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