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sabato 18 marzo 2023

Nascita di una dittatura. Monza e la Brianza in opposizione all'ascesa del fascismo


3 conferenze e 1 lettura scenica
dal 18 marzo al 15 aprile 2023
Sala Maddalena, via S. Maddalena 7, Monza
Ingresso libero.

 

Organizzazione: Associazione Culturale Mnemosyne in collaborazione con il Comune di Monza ed Energie Nuove - Circolo Culturale per una Rivoluzione Liberale, con il patrocinio oneroso della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus e con il patrocinio della Provincia MB.

 

Nascita di una dittatura
Monza e la Brianza in opposizione all'ascesa del fascismo 

 
Il 1923 fu un anno cruciale per la presa del fascismo in Italia. Con la marcia su Roma, avvenuta il 28 ottobre 1922, l'Italia si avviava a precipitare nel ventennio più tragico della sua Storia. Le elezioni amministrative del 21 gennaio 1923 furono le ultime votazioni locali prima della dittatura. Moltissimi cittadini e organizzazioni sociali del territorio di Monza e della Brianza si resero pienamente conto dell'incombente pericolo che lo Stato e le sue istituzioni stavano correndo.


LE CONFERENZE

Divise in due momenti: il primo con proiezione di filmati dell'istituto Luce, su testi di Renzo De Felice e Pietro Scoppola on la regia dl Folco Quilici.
La seconda parte affidata all'introduzione di Ettore Radice e all'intervento di un docente universitario e di giovani storici che approfondiranno anche i fatti accaduti a Monza e in Brianza.

Sabato 18 marzo ore 17
La rivoluzione Impossibile (Il biennio rosso) e l'opposizione cattolica al fascismo
interviene Edoardo Bressan, docente di Storia Contemporanea Università di Macerata

Sabato 25 marzo ore 17
Reazione fascista e crisi dello Stato liberale
interviene Federico Taddei, dottore in Scienze Politiche

Sabato 1 aprile ore 17
Il fascismo al potere
interviene Adalberto Spadari, dottore in Storia
lettura di documenti storici con Paola Perfetti

LETTURA SCENICA
incentrata sul carteggio tra Piero Gobetti e Ada Prospero

Sabato 15 aprile ore 21
Nella tua breve vita... Piero Gobetti e Ada Prospero
Piero e Ada, marito e moglie, di cultura liberale, avversarono apertamente il regime fascista che si stava affermando, pagandone conseguenze altissime.
Voci recitanti: Alessandro Baito, Paola Perfetti 

Violoncello: M° Claudia Notarstefano
Testo a cura di Ettore Radice

La refrattarietà di Monza e della Brianza al fascismo si manifestò alle elezioni amministrative del 21 gennaio 1923, quando vinse il Partito Popolare, a scapito della lista fascista e dei socialisti unitari (socialisti e comunisti).
Il Comune di Monza passò cosi ai popolari, dopo un lungo periodo a guida socialista, con le giunte capeggiate dai sindaci Ezio Riboldi ed Enrico Farè.
Venne eletto Sindaco dal nuovo Consiglio Comunale, tra cui sedeva anche don Luigi Talamonl, (futuro beato) il popolare Antonio Mascheroni. I popolari diventarono il principale obbiettivo delle provocazioni e aggressioni fasciste, mentre a una a una cadevano in Brianza le amministrazioni di sinistra e gran parte dei dirigenti sindacali e politici socialisti comunisti venivano arrestati o costretti all'esilio. 

Ritenendo i cattolici più malleabili dei "sovversivi" socialisti, i fascisti passarono a metodi politici più sottili, ma non meno pericolosi, proponendo a molte giunte popolari alleanza e cogestioni.
Inviti che furono rifiutati, provocando l'ira dei fascisti che tomarono alla prassi dell'assalto ai municipi, esplicito o mascherato da inesistenti motivi di ordine pubblico.
Cosi come era già accaduto a Desio. nel luglio del '22, quando squadracce di Camice nere, calate da Milano, per punire la Giunta Comunale che aveva condannato il pestaggio degli operai socialisti e cattolici in sciopero, avevano assalito il Municipio, ma erano stati respinti da tutti gli abitanti e cacciati fuori dalla cittadina.
 

Anche a Monza avevano dato l'assalto al Palazzo Comunale, l'occupazione però era durata soltanto due giorni, poiché la reazione dei monzesi fu dura ed esplicita.
I fascisti se ne erano andati in sordina.
Per loro Monza, come scriveva Carlo Maria Maggi, il loro capo, "restava una città inespugnata".

A Cesano Mademo, il 17 gennaio 1923, nella notte, un gruppo di squadristi fece irruzione nelle case dei consiglieri comunali e del Sindaco Enrico Donghi, picchiandoli brutalmente e costringendoli a firmare le dimissioni.
 

Qualche mese dopo, sempre a Cesano Maderno, il 20 maggio, durante una processione, nacque un acceso alterco tra i giovani dell'Azione Cattolica e le Camicie nere che, provocatoriamente, disturbavano il corteo.
 

I tumulti proseguirono tutto il giorno e degenerarono quando i fascisti spararono sulla folla uccidendo il ventiquattranne Narciso Mangani e ferendo gravemente altri quattro giovani.
Nella notte tra il 12 e il 13 luglio, a Monza, venne distrutta dai fascisti la Tipografia Sociale e scoppiarono disordini in Consiglio Comunale.
All'uscita dal Comune vennero aggrediti dai fascisti sindaco e assessori.
Ad agosto la Giunta Mascheroni fu costretta a dimettersi.
Caddero cosi le giunte anche a Seregno, Albiate, Carate Brianza e Vimercate in una escalation di violenza che giunse al culmine nella campagna elettorale del 1924.
 

In queste, che furono le ultime elezioni politiche libere prima della dittatura, sul piano nazionale la lista con il fascio littorio conquistò il 60% dei voti (ma alle urne andò soltanto il 63% degli italiani uomini), mentre in Brianza ebbe un misero 18%, terza dopo Partito Popolare e Partito Socialista Unitario.
A Monza la lista fascista si ferrnò al 16% dei voti.
Il deludente risultato brianzolo suonò per Benito Mussolini come una bruciante sconfitta, poiché portava alla luce un antifascismo di massa.
E la reazione non si fece attendere...

 

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