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lunedì 22 aprile 2024

Como Street Parade: "Non ci scusiamo per il disagio"


Riceviamo dall'Assemblea Quarto Spazio/Street Parade “Reclame the Lake”


Quando si apre il vaso di Pandora, non si sa mai cosa potrà uscirne: sabato 20 aprile 2024 a Como abbiamo scoperchiato quello della socialità alternativa, attraversando la città con una street parade partecipatissima e rumorosa che ha scardinato la narrazione gentrificante che connota da decenni il nostro spazio urbano.
Certamente, c'erano ben più persone di quante potessimo immaginare, ma lo spirito della musica e la socialità del free party ci hanno consentito di costruire uno spazio sostanzialmente sicuro che ha permesso a tutti di divertirsi e godersi la giornata di lotta e festa.
Abbiamo ricevuto complimenti per la protesta che portiamo avanti, segno che le politiche del sindaco Rapinese non sono sgradite solo a coloro che vengono bollati come "emarginati e devianti", ma anche a gran parte della cittadinanza; abbiamo visto gente ballare dai balconi e passanti sorridere al nostro passaggio, divertiti e incuriositi da un'iniziativa diversa dagli standard omologanti a cui l'amministrazione locale ci ha abituati.
Grazie ai camion di riduzione dei rischi e alle tantissime persone che hanno collaborato alla buona riuscita della manifestazione, tutti i partecipanti sono stati assistiti in caso di difficoltà e gli spazi che abbiamo attraversato sono rimasti, per quanto possibile, puliti.


Il clamore e i giudizi negativi che leggiamo sui media testimoniano della strumentalizzazione narrativa di un'amministrazione incapace di coordinare la gestione di un corteo che era stato autorizzato dalla Questura e che, dal concentramento iniziale alla piazza conclusiva, non ha visto accadere nulla di contrario a quanto concordato.
Non ci scusiamo dunque del disagio causato agli autobus di linea, che sarebbero dovuti essere deviati per la sicurezza nostra e dei passeggeri stessi; non ci scusiamo per il disagio causato a chi ha scoperto la mattina stessa che la propria automobile sarebbe finita in mezzo a dei camion con impianti ad altezza-uomo, perché non era compito nostro gestire il traffico in merito; non ci scusiamo per il disagio causato al nostro passaggio, perché rompere la normalità mortifera di una città consumista significa metterne in discussione gli schemi soporiferi.


Ciò che osserviamo è che nemmeno a fronte di una manifestazione lungamente organizzata e comunicata per tempo l'amministrazione locale è stata in grado di modificare le dinamiche turistificanti di Como; ci abbiamo pensato noi, opponendo al Super-Io gentrificante l'Es della riappropriazione festosa degli spazi negati, di segno diametralmente opposto rispetto alla libido di consumo che il centro delle vetrine e del lungolago cerca di stimolare con i suoi vacui sfarzi.
Rivendichiamo il caos organizzato di sabato, ne rivendichiamo la gestione sicura ed accessibile e diamo seguito alla nostra lotta per una città che sia davvero di tutte e tutti.

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