L'imbocco di via Radice da Corso del Popolo |
Radice! Chi era costui? - mi domandavo tra me e me, stando in piedi all'imbocco della via che si distacca dal Corso del Popolo, con una mappa della città tra le mani. Radice! Questo nome mi sembra di averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un erudito dei tempi passati: un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?
In rosso via G. Radice, la prima laterale a sinistra di Corso del Popolo, venendo da piazza Roma |
L'unico Radice che mi viene in mente è il pedagogista e filosofo Giuseppe Lombardo Radice, ma la via è dedicata a Giuseppe Radice, senza il Lombardo. Sarà stata forse una dimenticanza? Dopotutto, nella targa non c'era abbastanza spazio per inserire il nome completo e togliere il Lombardo, che male c'è? In fondo è solo un secondo nome! Ma non è così: Lombardo è il cognome. Il doppio cognome con il quale si firmava Giuseppe era dovuto all'usanza, di origine spagnola, dei Lombardo di cambiare il secondo cognome ad ogni generazione, aggiungendo ogni volta il cognome materno.
La targa in marmo |
Radice! Chi era costui? Forse un parente di tal Giorgio Radice che nel 1837 acquistava
dall'Ospedale Maggiore di Milano una casa nella via, allora chiamata
vicolo Stallazzo, oppure lo studente arrestato nel 1848, come riporta il
giornale torinese L'Opinione: "nella dimostrazione della sera del 9
[giugno], vi fu un certo sig. Giuseppe Radice, lombardo. Benché
persona pacifica, pur essendosi trovato insieme agli altri, non poté
sfuggire dalle mani dei pretoriani e fu condotto in carcere."
Radice! Chi era costui?
Il giornale del 1849 dove viene citato lo studente Giuseppe Radice |
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