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sabato 3 agosto 2024

Pedemontana Tratta B2: un’opera inutile e dannosa mascherata da progresso

Pedemontana. Rendering tratta B2

di Domenico Corrusco

La recente comunicazione della Regione Lombardia sulla Tratta B2 dell'Autostrada Pedemontana Lombarda si presenta come un tentativo di rassicurazione che nasconde, in realtà, una serie di gravi criticità e contraddizioni. Definire questa infrastruttura come "indispensabile" e "fondamentale" per il futuro dei territori lombardi non solo è una forzatura retorica, ma ignora palesemente i problemi che la sua realizzazione comporterà, sia in termini ambientali sia per le comunità locali.

L’aggettivo "indispensabile" viene utilizzato a cuor leggero per giustificare un progetto che, in realtà, si sarebbe dovuto mettere seriamente in discussione. La Pedemontana non è l’unica soluzione possibile per migliorare la mobilità in Lombardia, né è chiaro che rappresenti la scelta migliore. Esistono alternative più sostenibili e meno invasive, come il potenziamento del trasporto pubblico, l'incentivazione della mobilità sostenibile, o la riqualificazione di infrastrutture esistenti. Etichettare la Pedemontana come "indispensabile" appare più come una strategia per mettere a tacere le voci critiche, piuttosto che un’affermazione basata su un’analisi oggettiva e ponderata.

Una delle questioni più gravi e sottovalutate riguarda la gestione dei cantieri e le opere provvisorie di viabilità durante i lavori. In un territorio già compromesso dalla presenza di terreni contaminati da diossina, la movimentazione di queste terre rappresenta un rischio altissimo. L'idea che il traffico possa scorrere senza problemi mentre si trasportano sostanze pericolose è una pia illusione. Il rischio di incidenti, contaminazioni, e l’aggravamento del traffico durante la movimentazione di tali materiali non può essere ignorato o sottostimato. Tuttavia, la discussione su queste problematiche emerge solo ora, alla vigilia dell'apertura dei cantieri, a dimostrazione di una mancanza di pianificazione e trasparenza nella gestione del progetto.

C’è poi un paradosso che merita di essere evidenziato: per compensare i danni provocati dalla costruzione di una nuova autostrada, si propongono altre strade. La logica dietro questo tipo di compensazioni è difficile da comprendere. Si tratta, in sostanza, di risolvere un problema creato da una strada costruendone un’altra. Le cosiddette “opere compensative”, per quanto utili possano essere in altri contesti, in questo caso sembrano solo peggiorare la situazione. Questo approccio dimostra come il progetto manchi di una visione veramente sostenibile, e come la logica del “fare a tutti i costi” prevalga su quella della tutela del territorio e della salute pubblica.

Un ulteriore elemento di preoccupazione è la frammentazione del fronte ambientalista. Di fronte a un'opera così controversa, ci si sarebbe aspettati un'opposizione unitaria e compatta. Invece, il movimento ambientalista si presenta diviso tra coloro che, in nome di un presunto "realismo", accettano l’opera con qualche compromesso, e coloro che, con coerenza e determinazione, continuano a contrastarla. Questa divisione non fa che indebolire la possibilità di opporsi efficacemente a un progetto che, a detta di molti esperti, dovrebbe essere abbandonato.

La Tratta B2 della Pedemontana Lombarda non è un'opera indispensabile, ma piuttosto un progetto che rischia di fare più danni che benefici.

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