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martedì 27 agosto 2024

Proposte green a Seregno: nuovi percorsi e collegamenti per i Quartieri Sant'Ambrogio e Lazzaretto

Lazzaretto sud. L'area rimboschita dal Parco GruBrìa

Alcuni lettori ci hanno fatto pervenire osservazioni e proposte in merito al progetto che abbiamo presentato nel post "Rivoluzione green a Seregno: parchi e infrastrutture verdi in arrivo". Riteniamo che queste riflessioni siano utili e complementari a quelle già approvate, e nell'ottica propositiva del nostro blog, abbiamo deciso di condividerle e discuterle, pur mantenendo il nostro impegno a contrastare e denunciare ciò che non funziona.

Innanzitutto, vogliamo chiarire che le opere previste dal progetto, essendo frutto di un bando a cui il Parco GruBrìa ha partecipato, sono localizzate all'interno del perimetro del parco. Siamo certi che, sebbene queste opere siano state progettate dal Parco, siano il risultato di un'interlocuzione costruttiva con gli uffici del Comune di Seregno. Tuttavia, proprio per evitare che tali interventi rimangano isolati o incompleti, riteniamo che debbano essere implementati con ulteriori azioni di cui l'amministrazione comunale deve farsi carico, ora e non in un indefinito futuro. Opere fatte a metà sono come se non fossero realizzate affatto.

A-B = Filare su via Papini. C-D = Filare su strada vicinale Cascina Bonsaglio. Ovali bianchi = luoghi di interesse

Una delle osservazioni più rilevanti riguarda i due filari previsti lungo le vie Papini e Cascina Bonsaglio. Alcuni lettori hanno trovato "difficoltoso" comprendere le motivazioni per cui è stato previsto un filare lungo la strada vicinale Cascina Bonsaglio (C-D nella pianta), ipotizzando che l'unico scopo possa essere quello di offrire una visuale paesaggistica più "completa" ai pochi cittadini che percorreranno quella via. Inoltre, si è evidenziato come l'ombra prodotta da questo filare, essendo orientata verso nord, non arrecherà beneficio alle abitazioni a sud, ma potrebbe addirittura danneggiare le colture agricole del campo contiguo. Una proposta alternativa sarebbe quella di posizionare il filare lungo un percorso ciclopedonale (sopra o sotto la ferrovia), che colleghi la parte estrema sud del Lazzaretto con le funzioni pubbliche e private segnalate con gli ovali bianchi, incluso il nuovo centro sportivo. Questa soluzione apparirebbe più funzionale e giustificata sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico, soprattutto se il filare C-D fosse previsto su una via pubblica esistente, come via Papini.

Stralcio del progetto Greenway di Pedemontana. Si noti il ponte sulla ferrovia che, sembra, interferire con la realizzazione dei due filari

A fronte di queste osservazioni, ribadiamo quanto detto in premessa: le opere previste devono essere integrate con ulteriori interventi da parte del Comune. Inoltre, il filare proposto lungo l'asse Papini - cascina Bonsaglio potrebbe rappresentare un'integrazione strategica al percorso della greenway, un’opera compensativa di Pedemontana. È essenziale, quindi, prestare attenzione a coordinare e integrare i due progetti, affinché possano armonizzarsi e potenziarsi reciprocamente.

Lazzaretto Sud. In rosso i percorsi previsti dal progetto e in verde l'area destinata agli orti comunali


Un'altra questione sollevata riguarda l'intervento nella zona sud del quartiere Lazzaretto. Alcuni lettori suggeriscono che una visione complessiva del progetto dovrebbe prevedere ulteriori percorsi ciclopedonali, affinché tali infrastrutture possano essere utilizzate quotidianamente e non solo per scopi ricreativi. La questione annosa dei collegamenti ciclopedonali tra la zona sud del Lazzaretto (oltre la linea ferroviaria) e il centro città avrebbe potuto trovare una soluzione, o almeno un miglioramento, all'interno di questo piano. Attualmente, tutta la zona azzurra deve continuare a utilizzare il passaggio a livello di via Maccalè, allungando notevolmente il percorso e i tempi di viaggio.

La realizzazione di un nuovo percorso a nord della strada tratteggiata, con la prosecuzione dell'attuale via Respighi in ciclopedonale, a lato della prevista area orti, avrebbe potuto collegare un tratto interno di via Bergamo, punto C, con il percorso previsto al punto D. Ciò avrebbe evitato la frammentazione visiva della vasta area agricola e offerto agli abitanti della zona, evidenziata in azzurro, un collegamento diretto verso ovest, permettendo loro di usufruire anche degli orti urbani previsti nell'area verde.

In conclusione, accogliamo con interesse le osservazioni ricevute, convinti che un dialogo costruttivo e partecipativo sia la chiave per migliorare ulteriormente un progetto che ha già grandi potenzialità. Speriamo che l'amministrazione comunale consideri queste proposte come un'opportunità per rendere Seregno un esempio di sostenibilità e qualità della vita.


Alberi abbattuti e nuovi filari: le contraddizioni delle politiche green a Seregno

Ceppaia di un albero recentemente abbattuto in un viale a Seregno

In seguito alla pubblicazione di questo post, sulla pagina social di Legambiente Seregno, è intervenuta Cristina, una sostenitrice del circolo ambientalista, che ha espresso un'importante preoccupazione riguardo alle politiche green dell'Amministrazione comunale. Nel suo commento, Cristina ha segnalato la rimozione di almeno cinque alberi ad alto fusto lungo Via Solferino, di fronte all’area Aler, senza che siano mai stati ripiantati. Questo episodio solleva una questione centrale: perché piantare nuovi filari di alberi "in mezzo al nulla," quando ci sono aree urbane densamente popolate che necessitano disperatamente di verde per migliorare la qualità dell’aria e il decoro urbano? Cristina si chiede se tali interventi siano realmente efficaci o se "certi quartieri" non vengano considerati prioritari nelle politiche ambientali della città.

Questa riflessione ci ha fatto venire in mente le parole di Paolo Pileri, uno dei maggiori esperti italiani in materia di consumo di suolo. Pileri mette in guardia contro il rischio che le città - come Seregno, diciamo noi - stiano cercando di compensare il consumo di suolo con interventi di forestazione urbana, senza però affrontare la questione centrale: il continuo processo di cementificazione. Come afferma Pileri, "piantare alberi mentre si continua a consumare suolo è come mettere sull’altare la contraddizione." Piantare nuovi alberi è certamente un’azione positiva, ma diventa una "goccia nell'oceano" se non si arresta l'espansione del cemento.

In questo contesto, emerge la necessità di un approccio più integrato e coraggioso nella gestione del territorio. L’Amministrazione di Seregno dovrebbe non solo piantare nuovi alberi, ma anche proteggere quelli esistenti, specialmente nelle aree più urbanizzate e bisognose di verde, come Via Solferino. Solo in questo modo si possono ottenere benefici reali per la salute e il benessere dei cittadini.

La vera sfida per Seregno è quindi quella di adottare politiche ambientali che vadano oltre il semplice "piantare alberi," ma che affrontino in modo deciso il problema del consumo di suolo e della mancanza di verde nelle aree più critiche. Questo richiede una visione ecologica integrata e una volontà politica di cambiare rotta, mettendo al centro la salute dei cittadini e dell’ambiente.

Invitiamo tutti i lettori a condividere le loro opinioni e suggerimenti su come migliorare le politiche green della nostra città. Cosa ne pensate degli interventi attuali? Quali altre azioni ritenete necessarie? Le vostre idee potrebbero fare la differenza.

5 commenti:

  1. Non so se sia realmente così sulla via Solferino, certamente lo e' sulla via Bertold Brecht (parcheggio nuovo adiacente a Piazza Fari) e sulla via Rovereto.

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  2. Accetto volentieri l'invito del vostro blog a esprimere la mia opinione. Le politiche green di Seregno mi sembrano contraddittorie, come dice Cristina, da un lato vengono fatte queste piantumazioni mentre nello stesso tempo vengono tagliati alberi di grande fusto come avete documentato anche voi in altri articoli. E poi la cementificazione continua. Sono sei anni che Rossi è sindaco ma il PGT è ancora quello di Mariani e Mazza, cosa aspettano a cambiarlo? Che non ci sia più suolo? Cosa farei? Bloccherei ogni azione edificatoria su terreno vergine! Basta con la truffa che non si consuma suolo se questo non è agricolo!

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  3. Mi sembra che gli interventi proposti siano un primo passo importante per valorizzare alcune aree. Le proposte di integrazione che qui vengono presentate dovrebbero essere fatte proprie dall'amministrazione. Altre idee? Forse agirei anche nelle zone centrali. A volte passeggiare in Corso del Popolo sembra di passare in un phon... Si potrebbe depavimentare piazza Italia e piantarci qualche albero. Metterei qualche fontana, l'importante però è non fargli fare la fine di quella del Parco Wojtyla!!!!

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  4. Vorrei proporre un'integrazione al progetto riguardante l'area del Quartiere Dosso / San Salvatore, focalizzata sull'espansione della rete delle piste ciclopedonali. Nello specifico, si tratterebbe di estendere il percorso previsto dalla nuova piantumazione di via dellel Valli verso ovest, lungo la Strada Vicinale dei Meiani di Levante con la realizzazione di un sottopassaggio ciclopedonale sotto la superstrada Milano-Lecco (SS36), al fine di creare un collegamento diretto e, soprattutto, sicuro tra i percorsi di mobilità lenta previsti a est e a ovest della SS36. Questa soluzione migliorerebbe significativamente l'accessibilità e la sicurezza per ciclisti e pedoni, integrando efficacemente le infrastrutture esistenti.

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  5. La prima cosa da fare è tutelare il verde e gli alberi che ci sono già!

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