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martedì 3 settembre 2024

Esperienze virtuose per la Brianza / 4: Zone 30, come rendere le città più sicure per i ciclisti

Bicinfesta per Seregno 2024

Negli ultimi anni, la sicurezza stradale è diventata un tema sempre più centrale nelle nostre città. In particolare, la creazione di Zone 30 (aree urbane in cui il limite di velocità è ridotto a 30 km/h) è stata proposta come una soluzione per ridurre incidenti e promuovere una mobilità più sostenibile. Tuttavia, come possiamo rendere queste zone davvero efficaci e non solo semplici misure di facciata? Prendiamo spunto da esperienze concrete come quelle realizzate a Milano, adattandole alle nostre cittadine della Brianza.

Nel quartiere QT8 di Milano, da tre anni è stata attuata una delle Zone 30 più sicure della città, senza bisogno di ricorrere a massicce installazioni di cartelli o alla modifica del Codice della Strada. Come è stato possibile? La chiave del successo è stata la collaborazione tra tecnici esperti del Comune, il Comitato di quartiere e la Polizia Locale, che hanno adottato un approccio basato su interventi strutturali e non semplici azioni di marketing.

Le Proposte per la Brianza

  1. Modifiche strutturali della viabilità: Invece di limitarsi a installare cartelli che segnalano il limite di velocità, è essenziale apportare cambiamenti concreti alla rete stradale. Questo significa creare disassamenti stradali, isole spartitraffico, separazioni della carreggiata e altri interventi che riducano effettivamente la velocità dei veicoli e proteggano pedoni e ciclisti.
  2. Mappatura delle aree sensibili: Come fatto a Milano, è necessario identificare le aree più critiche, come quelle vicine a scuole, asili, parchi e residenze. Questi luoghi devono essere prioritariamente messi in sicurezza attraverso misure che garantiscano una mobilità sicura e sostenibile.
  3. Miglioramento degli incroci e dei collegamenti ciclopedonali: Gli incroci e gli attraversamenti sono punti particolarmente pericolosi per pedoni e ciclisti. Devono essere studiati con cura per ridurre al minimo i rischi, attraverso soluzioni come le "castellane" (rialzi della strada) e la separazione netta tra le corsie dedicate a veicoli e ciclisti.
  4. Coinvolgimento dei cittadini: Coinvolgere i residenti, le associazioni e i Comitati di Quartiere è cruciale per identificare i problemi e le soluzioni più efficaci. La collaborazione tra cittadini, tecnici e amministrazioni locali è fondamentale per garantire che le Zone 30 siano effettivamente rispettate e utili.

Adottare un approccio strutturale alla creazione delle Zone 30 non è solo una questione di sicurezza, ma anche di qualità della vita. Studi e dati hanno dimostrato che gli incidenti possono essere ridotti fino al 60% con questi interventi. Questo significa meno vittime sulla strada, meno inquinamento acustico e atmosferico, e città più vivibili per tutti.

Nelle nostre cittadine, alcune amministrazioni hanno iniziato a considerare l'introduzione delle Zone 30, ma spesso ci si ferma all'installazione dei cartelli senza un piano concreto di messa in sicurezza. Questo non basta. Serve un impegno reale per modificare la viabilità, proteggere chi si muove a piedi o in bicicletta, e garantire che le nostre città diventino spazi sicuri e accoglienti per tutti.

Se vogliamo davvero rendere le nostre città più sicure per le biciclette e i pedoni, dobbiamo andare oltre le semplici dichiarazioni di intenti. Servono interventi concreti, pianificati e realizzati con competenza, per trasformare le nostre strade in luoghi dove la sicurezza è garantita per tutti. È una sfida che vale la pena affrontare, non solo per noi, ma per le future generazioni che erediteranno le nostre città.

 

Ringraziamo Enrico Fedreghini per averci segnalato l'intervento nel quartiere QT8 di Milano

 

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