di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"
In queste ultime settimane si è tornato a discutere della riapertura della strada tra Scarenna e Caslino d'Erba, interrotta da una frana nel 2010.
Come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" torniamo a ribadire la nostra posizione: ciò che serve è, al contrario, valorizzare tutta la piana di Scarenna dal punto di vista naturalistico.
Pensiamo al vantaggio - in chiave ambientale, agricola e turistica - che potrebbe avere la valorizzazione di tutta la piana agricola, utilizzando ad esempio fondi pubblici per far risaltare le peculiarità di tutta la zona. Una zona caratterizzata dalla presenza del fiume Lambro, per fortuna non ancora cementificato in quel tratto, a differenza di quanto avvenuto poco più a valle. Per il corso del Lambro si potrebbe attuare il progetto messo a punto qualche anno fa da Ersaf Lombardia per ampliare l'area di pertinenza del fiume.
La bellissima piana di Scarenna è poi caratterizzata dalla presenza delle 'marcite' agricole, con le opere realizzate nei secoli scorsi per regolare il flusso delle acque, allo scopo di aumentare la crescita di foraggio sulla piana agricola. Poi la presenza della palestra di roccia, molto conosciuta e apprezzata dagli scalatori. Le peculiarità naturistiche e storiche della frazione di Scarenna sono riportate anche da Wikipedia, e potrebbero avere potenzialità anche in chiave turistica.
Appunto queste sono le vere potenzialità dell'area di Scarenna, se solo gli amministratori pubblici - comunali, regionali e della Comunità Montana Triangolo Lariano - avessero a cuore la tutela della natura e del paesaggio. Al contrario qui si pensa a ristendere un nastro di asfalto: l'interruzione in questi 14 anni dalla frana non ha dato particolari problemi alla frazione, se non appunto il vantaggio di poterla attraversare tranquillamente a piedi. Invece con il ripristino della viabilità stradale avremmo un aumento del traffico e dell'inquinamento nella tranquilla zona residenziale, oltre al fatto che i lavori di messa in sicurezza delle pendici della montagna e la creazione del vallo paramassi, deturperebbero la montagna. Per non parlare del nuovo tratto di strada che, necessariamente, comporterà il consumo di suolo verde, andando ad invadere proprio una parte dell'area agricola.
Quindi il nostro è un no assoluto all'intervento sulla strada. Al contrario si deve invece puntare sulla rinaturalizzazione della bellissima piana.
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