Caro Blog Brianza Centrale,
scrivo come semplice lettore e cittadino della Brianza, colpito da un dibattito che ho seguito sui social. Oggi, scorrendo una pagina Facebook dedicata a questioni ambientali, ho notato il commento di Gianni Del Pero, supervisore per conto del WWF della bonifica legata alla Pedemontana. Rispondeva al manifesto dei comitati No Pedemontana, che recitava: "Se non è a rischio zero, non è bonifica."
Del Pero ha risposto con due strofe che mi hanno fatto riflettere, e anche sorridere:
"La capra ha quattro arti / Dario ha quattro arti / Dario è una capra."
"La diossina ha inquinato / Si bonifica dalla diossina / La bonifica è inquinante."
Ma mentre ridevo, mi sono chiesto: sta guardando il dito al posto della Luna?
Lo slogan dei comitati No Pedemontana, a prima vista, può sembrare eccessivo: "Se non è a rischio zero, non è bonifica." Ovviamente sappiamo tutti che il rischio zero non esiste. Eppure il messaggio non è così ingenuo come sembra.
I comitati non stanno chiedendo l’impossibile, ma vogliono farci notare che la bonifica non è un’operazione neutra: viene fatta solo perché si vuole costruire Pedemontana. Se l’autostrada non si costruisse, non ci sarebbe bisogno della bonifica, e quindi nemmeno dei rischi che questa comporta.
In altre parole, il vero messaggio è: fermiamo Pedemontana e ci risparmiamo sia l’opera inutile, sia i rischi della bonifica. Lo slogan è provocatorio per attirare l’attenzione, ma la riflessione che sottende è molto seria.
Gianni Del Pero ha risposto con la sua ironia, evidenziando una verità tecnica innegabile: ogni processo di bonifica comporta rischi. È impossibile bonificare senza produrre un minimo impatto. E su questo ha ragione: è giusto ricordare che anche la soluzione a un problema ambientale può avere effetti collaterali.
Tuttavia, il punto principale del manifesto non era negare questa realtà. I comitati stavano parlando d’altro: la bonifica è necessaria solo perché si vuole costruire Pedemontana. Del Pero sembra soffermarsi sull’apparente ingenuità dello slogan, ma così facendo rischia di ignorare il cuore della questione: è giusto assumersi il rischio di una bonifica per un’opera che molti considerano inutile e dannosa?
Se i comitati stanno puntando alla Luna (fermare Pedemontana per evitare tutto ciò), Del Pero rischia di concentrarsi sul dito (la difficoltà di raggiungere il rischio zero).
Dietro tutto questo scambio di battute c’è la vera questione: ha senso costruire Pedemontana? I comitati la vedono come un’opera inutile, dispendiosa e ad alto impatto ambientale, e considerano la bonifica solo una conseguenza di questa scelta sbagliata.
Chi difende Pedemontana potrebbe invece rispondere che la bonifica è necessaria a prescindere, autostrada o no, perché il territorio contaminato deve essere ripulito. Ma se fosse così, perché non si è agito prima? La bonifica è partita solo ora, perché l’autostrada rende necessario intervenire. E questo alimenta il dubbio dei comitati: è davvero per il bene del territorio o per giustificare un’opera controversa?
Le strofe di Del Pero ci ricordano una verità importante: non esistono interventi a impatto zero. Ogni scelta comporta dei rischi. Ma è altrettanto vero che i rischi possono essere evitati evitando l’opera che li rende necessari.
In questo caso, il vero punto di scontro è Pedemontana. I comitati sostengono che si tratti di un’opera inutile, e che evitare di costruirla significherebbe eliminare anche il rischio della bonifica. Del Pero, invece, sembra più concentrato sul processo tecnico della bonifica, ma rischia così di ignorare il problema di fondo: siamo sicuri che Pedemontana valga tutto questo?
Da semplice lettore, non ho tutte le risposte. Ma questo scambio mi ha fatto riflettere su quanto sia importante andare oltre le parole e cercare di capire il contesto. Tra capre, diossine e rischi residui, è chiaro che ci troviamo davanti a una questione complessa.
E allora, caro Blog Brianza Centrale, mi chiedo e vi chiedo: dove sta davvero la Luna in questa vicenda?
Un saluto,
Un anonimo lettore
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