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lunedì 16 giugno 2025

Un parco per il futuro: il progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso


L’11 giugno 2025 a Meda si è tenuta un’importante serata dedicata al progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso, organizzata da Legambiente Seveso in collaborazione con diverse realtà ambientaliste del territorio e con il patrocinio dell’amministrazione comunale medese. Un evento che ha saputo mettere in luce la forza e la visione positiva di un'iniziativa che parla di tutela ambientale, rigenerazione territoriale, memoria e cittadinanza attiva.

Il progetto del Parco Fluviale, sostenuto da gruppi come Amici del Parco Nord, Legambiente Seveso, Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda e Seveso Futura, si pone obiettivi concreti e lungimiranti: migliorare la qualità delle acque del Seveso, valorizzare e ampliare le aree naturalistiche residue, e promuovere una nuova cultura del territorio. Un tassello chiave è rappresentato dall’integrazione del Bosco delle Querce – luogo simbolico legato al disastro della diossina del 1976 – con il PLIS GruBrìa, creando così un’unità ambientale omogenea e coerente.

Le voci ascoltate a Meda – Arturo Calaminici (Amici Parco Nord), Federica Gorini (Vicepresidente Parco GruBrìa), Gemma Beretta (Legambiente Seveso), Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente) e Salvatore Scebba (Amici Parco Nord) – hanno delineato con precisione una visione realistica e ambiziosa: un parco che nasce dal basso, animato da cittadini e associazioni che da anni si battono per dare un futuro diverso e sostenibile alla Valle del Seveso. La configurazione proposta non è arbitraria ma fondata su dati ambientali, esigenze ecologiche e opportunità di rigenerazione che convergono nella logica di un corridoio verde ampio, connesso e funzionale, in grado di ricucire territori e comunità.

Il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso non è un’astrazione: è già in cammino, supportato da petizioni, percorsi istituzionali avviati, e l’impegno attivo di chi ama davvero il proprio territorio. In questo senso, la partecipazione dell’amministrazione medese e la crescente attenzione di altri enti locali e regionali testimoniano la validità di un progetto che non cancella, ma anzi rafforza, la memoria e la specificità dei luoghi.

Una visione da rilanciare, non da temere

Mentre a Meda si costruisce, si dialoga e si progetta il futuro, l’amministrazione sevesina guidata dalla Sindaca Alessia Borroni ha scelto di sfilarsi dal percorso con una nota diffusa proprio in concomitanza con l’incontro dell’11 giugno. Una scelta non solo tempisticamente infelice, ma anche politicamente miope. La nota parla di una presunta “svendita del territorio”, alimentando paure e confusione con cifre infondate e richiami propagandistici al 50° anniversario del disastro dell’ICMESA.

Si tratta di un approccio che ignora i contenuti della proposta e le sue garanzie: il Bosco delle Querce non perderebbe né fondi né autonomia, ma verrebbe potenziato nella sua funzione ecologica e memoriale. L’idea che l’accorpamento con GruBrìa rappresenti una minaccia è una mistificazione, ben lontana dalla realtà illustrata da anni di lavoro congiunto tra amministrazioni, associazioni e tecnici.

Borroni e la sua maggioranza – espressione di un centrodestra che sembra difendere confini amministrativi anziché comunità e ambiente – si pongono in aperto contrasto con una parte significativa del territorio e della cittadinanza attiva. Ignorano l’opportunità storica di trasformare Seveso in protagonista di una rete ecologica regionale, preferendo lo scontro frontale e la narrazione della paura.

Il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso rappresenta una delle più concrete risposte alle sfide ambientali e urbanistiche della Brianza nord-occidentale. È una visione costruita con passione, competenza e partecipazione, in grado di tenere insieme ambiente, memoria, qualità della vita e sviluppo sostenibile.

Sostenere il Parco Fluviale del Seveso significa credere in un futuro condiviso, in una rete ecologica resiliente, in un territorio che sa riconoscere la propria storia e costruire nuove possibilità. Ed è proprio su questa strada che i cittadini, le associazioni e le amministrazioni più illuminate stanno già camminando.

1 commento:

  1. Nota redazionale
    Abbiamo ricevuto alcuni commenti che, dopo attenta valutazione, abbiamo deciso di non pubblicare in quanto ritenuti mistificatori, fuorvianti rispetto al contenuto del post e potenziali generatori di polemiche che riteniamo non utili al confronto.

    È importante ricordare che il progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso non nasce in ambito istituzionale, ma è frutto di un lungo e articolato percorso civico, dal basso e territoriale, avviato già da anni da soggetti come Amici del Parco Nord, Legambiente Seveso, Sinistra e Ambiente Meda, Seveso Futura, Laboratorio Parco del Seveso e molte altre realtà ambientaliste, civiche e locali.

    Un lavoro serio, costruito nel tempo attraverso studio, ascolto, confronto pubblico e reti tra territori, con l’obiettivo di dare coerenza ecologica, paesaggistica e sociale a un'area profondamente frammentata, ripartendo dal fiume Seveso come asse centrale.

    Connettere elementi oggi isolati come il Bosco delle Querce, il PLIS GruBrìa, il Parco Nord Milano e le residue aree verdi del bacino non è un’idea calata dall’alto, ma il risultato di anni di impegno collettivo.

    Non riconoscere questa storia rischia di cancellare il valore di un'esperienza autenticamente partecipata. È legittimo cambiare idea, ma è altrettanto doveroso riconoscere il percorso fatto da chi ha creduto sin dall’inizio in un progetto condiviso, innovativo e generativo.

    Perché questo progetto non nasce da una telefonata.
    Nasce da un territorio che si è messo in cammino.
    E questa differenza è sostanziale.

    (P.S.: Non abbiamo mai richiesto esplicitamente contributi a singoli soggetti. Il blog resta aperto a materiali e segnalazioni, ma la scelta di pubblicazione resta redazionale.)

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