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| Rendering del nuovo ospedale di Seregno Team di progetto: Planet B, Chorus Design Crediti immagini: Chorus Design |
Un sabato nero al pronto soccorso di Desio: una sola infermiera a reggere un reparto intero, ore di attesa, pazienti esasperati, carabinieri costretti a intervenire.
È la fotografia – nitida e impietosa – della sanità pubblica lombarda nel 2025. Altro che “eccellenza”. Qui non mancano i muri, mancano le persone.
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| Prima Monza, 25/10/2025 (leggi qui l'articolo) |
E mentre a Desio si contano le ore prima di essere visitati, a pochi chilometri di distanza, a Seregno, si parla – almeno in apparenza – di “discussione aperta” sul futuro ospedale cittadino. Si ascoltano pareri, si promette confronto, si organizzano tavoli tecnici. Ma la verità è che la decisione sembra già presa.
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| Prima Monza, 26/10/2025 (leggi qui l'articolo) |
Infatti, l’ASST Brianza ha già incaricato Planet B, in collaborazione con Chorus Design, di realizzare un Concept Design del nuovo ospedale di Seregno.
Il concept design è la fase preliminare del progetto: quella in cui si definiscono forma, collocazione, funzioni e immagine generale dell’opera. Non è un semplice studio di fattibilità, ma un primo passo concreto verso la costruzione.
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| Rendering del nuovo ospedale di Seregno Team di progetto: Planet B, Chorus Design Crediti immagini: Chorus Design |
Sul sito di Planet B, nella pagina “La cura come territorio – Il nuovo ospedale di Seregno”, sono già visibili la planimetria dell'area e diversi rendering. L’area individuata è in prossimità del Dosso di Seregno, nell’area verde compresa tra via Montello e la Strada Vicinale a Cassina del Dosso.
In altre parole: mentre i cittadini vengono invitati a partecipare a una “discussione pubblica”, l’area è già stata scelta, e il progetto di massima è in lavorazione.
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| Localizzazione del nuovo ospedale di Seregno Team di progetto: Planet B, Chorus Design Crediti immagini: Chorus Design |
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| Le linee arancione indicano il perimetro del parco GruBrìa |
Sul sito di Planet B si legge che il nuovo ospedale sarà un “presidio di tutela sull’ampia area verde, riducendo a zero i rischi di successive urbanizzazioni”.
Eppure, proprio quell’area è oggi agricola e non edificata. Per costruirvi sopra un nuovo complesso sanitario sarà necessario consumare suolo vergine, all’interno di una zona di valore ambientale del Parco GruBrìa, uno degli ultimi polmoni verdi della Brianza Centrale.
È difficile parlare di “tutela del territorio” mentre lo si trasforma irreversibilmente in cemento.
Altra contraddizione: mentre si promette un ospedale “nuovo, moderno, sostenibile”, gli ospedali esistenti nel territorio – come quello di Seregno o di Desio – soffrono di carenze di personale, reparti chiusi, liste d’attesa interminabili e pronto soccorso al collasso.
Il rischio è evidente: si investe nelle mura, non nelle persone.
Si parla di innovazione sanitaria, di strutture “smart” e “green”, ma intanto si continua a smantellare ciò che già esiste e funziona a fatica.
Si distruggono campi per costruire nuovi edifici, mentre i pazienti attendono nei corridoi e il personale sanitario abbandona il sistema.
Un paradosso perfetto: si cura il corpo del cittadino devastando un'area verde.
E così la domanda resta lì, ostinata: a cosa serve un ospedale nuovo se non ci sono medici per farlo funzionare?
A che serve moltiplicare i metri quadri se dentro restano i vuoti – fisici e morali – di una sanità che si svuota ogni giorno di professionisti e di fiducia?
I politici, all’unisono, dicono di sì. “È progresso”, sussurrano.
Ma il loro sì suona come l’eco di un altro linguaggio: quello dei cantieri, delle gare d’appalto, delle imprese di costruzione.
Sì, forse avranno un ospedale nuovo da mostrare nei dépliant elettorali.
Ma dentro, se continua così, ci sarà solo il vuoto – come nelle loro promesse.






In un periodo dove il nostro territorio è ferito da operazioni molto invasive calate dall'alto, sarebbe importante organizzare occasioni di confronto aperte alla cittadinanza coinvolgendo Parco Grubria, Lega Ambiente, Acli ed eventuali comitati di quartiere delle aree interessate (San Salvatore + zona dell' attuale ospedale di Seregno) per meglio comprendere il senso di questa ulteriore nuova operazione. Nel confronto sarebbe interessante avere anche il punto di vista "di tutela del territorio" del sindaco, della proprietà e dei progettisti "placemakers" per spiegare quello che sembrerebbe soprattutto un ennesimo consumo di suolo.
RispondiEliminaSi fanno investimenti immobiliari in nuove strutture mentre si lascia nel
RispondiEliminavuoto dello smantellamento di quelle che operavano prima con professionalità e competenza. Ho frequentato la riabilitazione al Trabattoni e ho sempre trovato fisiatre attente e preparate e fisioterapiste bravissime. Riuscivo ad andare in pausa pranzo senza perdere ore di lavoro poiché queste terapie non sono coperte da assenze pagate. Ora l’alternativa è andare a Carate (dal privato convenzionato) oppure o più lontano. Ho creduto che, come promesso dai proclami sui siti informativi, nella Casa di Comumità, pomposamente inaugurata con taglio del nastro anche del nostro Sindaco, avrei trovato qualcosa di sostitutivo. In effetti c’è la fisiatra e fiduciosa ho prenotato una visita; mi trovata davanti una dottoressa molto anziana che mi ha guardata a malapena senza prescrivermi nessuna fisioterapia per i miei problemi cronici che quindi rinuncio a curare.
Ci viene gettato fumo negli occhi facendoci credere che vengono attuate soluzioni ai problemi della sanità mentre predispongono gusci vuoti come questi.