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mercoledì 30 gennaio 2013

Concorezzo: il comune ti aiuta a liberarti dall'amianto

Fibre di amianto (fonte immagine: Wikipedia)

Comunicato stampa della Lista civica Concorezzo

Rimozione amianto: 27 milioni di euro di nuovi contributi per le aziende e sanzioni per i proprietari inadempienti

La Regione Lombardia si è posta l'obiettivo di liberarsi dall'amianto entro il 2016: la Lista civica Concorezzo, che è impegnata da anni a tenere informati i cittadini e facilitare la rimozione, informa che sono ancora disponibili aiuti economici per la rimozione dei tetti in eternit facendo domanda presso gli uffici comunali e segnala che la Regione Lombardia con la legge 17/2003 e aggiornamento 31 luglio 2012 n°14, chiede ai possessori di immobili con amianto di compilare una apposita modulistica di certificazione e valutazione dello stato di degrado. La mancata compilazione sarà sanzionata con una multa da 100 a 1.500€.

Per le aziende in attività che hanno coperture e manufatti interni in amianto, il Ministero del lavoro e l’Inail mettono a disposizione, per la regione Lombardia, 27 milioni di euro destinati a finanziare opere che migliorino la salute degli operai e l’ambiente di lavoro. I contributi,che dovranno essere chiesti compilando apposita modulistica Inail entro il 13 marzo 2013, saranno a fondo perduto e copriranno il 50% dell’opera (per esempio rimozione eternit e ricopertura) fino ad un massimo di 100.000 euro. Ci sono poi contributi Regionali finalizzati alla rimozione delle coperture in eternit fino a 30 mq.

La Lista Civica e un gruppo di cittadini desideroso di formare un gruppo di acquisto per ottenere risparmio e massima garanzia, stanno gestendo il Clac (Comitato Liberazione Amianto). Tale organo è seguito da volontari che offrono supporto ai cittadini dando informazioni,consigli e assistenza per la compilazione della modulistica e per preventivi. L’assistenza è ora estesa per la modulistica Inail riservata alle aziende . La consulenza gratuita verrà tenuta dai volontari Clac e da esperti delle aziende selezionate per economicità, serietà ed affidabilità.

Per informazioni contattare l’Ufficio Ecologia del Comune o inviare mail all’indirizzo: ecologia@comune.concorezzo.mb.it che provvederà a inoltrarle al CLAC.

lunedì 28 gennaio 2013

La prima uscita dell'anno con Equibici la puoi scegliere tu!


Domenica 3 febbraio 2013 c'è la prima uscita dell'anno con Equibici.
Ritrovo alle ore 14,00  davanti alla Biblioteca di Lissone in Piazza IV Novembre, con partenza alle ore 14,15

Equibici propone una pedalata facile per famiglie ... dove?
La meta la scegli tu votandola sul nuovo sito web dell'associazione: è facilissimo, basta cliccare qui.

... e  già che ci sei fai un giro sul nuovo sito e lascia un tuo parere cliccando qui.

Equibici ti aspetta! E se non lo hai ancora fatto ricordati di rinnovare la tessera per il 2013
Oggi puoi farlo anche ONLINE compilando il modulo cliccando qui.
Con la tua adesione ad Equibici ci aiuti a sostenere i diritti dei ciclisti e a promuovere la mobilità ciclabile in città.

Il programma con le iniziative del 2013 lo trovi qui.

domenica 27 gennaio 2013

La Pedemontana corre sopra la diossina di Seveso ma ‘evita’ la cava della ‘ndrangheta


articolo di Francesca Martelli, tratto da Il Fatto Quotidiano del 27 gennaio 2013

Pedemontana é una delle tre nuove infrastrutture viabilistiche pianificate per la Lombardia in vista di Expo 2015. A differenza di Brebemi (la bretella Brescia, Bergamo, Milano) e Tem (Tangenziale esterna di Milano), l’autostrada (che collega Bergamo a Varese) era stata progettata oltre 30 anni fa: un tracciato modificato nel tempo e poi lasciato nel cassetto fino all’accelerata voluta da regione Lombardia. A metà del percorso, Pedemontana attraversa le città di Meda e Seveso (in Brianza), note alla cronaca soprattutto per l’incidente della fabbrica chimica Icmesa che nel 1976 determinò la fuoriuscita di diossina, con conseguenze per gli abitanti e l’ambiente comprensibili solo negli anni successivi (come documentano le immagini dell’epoca di: archivio Naselli e Emanuele Volpi).

La popolazione della zona é in allarme perché dai rilevamenti commissionati da Pedemontana lungo la tratta B2 sono stati trovati valori superiori ai limiti consentiti dalla legge: “Muovendo quel terreno la diossina presente al di sotto dello strato superficiale del terreno – denuncia Legambiente -dove andrà a finire?”. Gli ambientalisti puntano il dito anche contro la deroga del 2008 (assessore all’Ambiente di allora era Massimo Ponzoni) concessa da regione Lombardia per poter permettere il passaggio dell’ autostrada su una parte del Bosco delle Querce, luogo simbolo del disastro Icmesa. La popolazione locale si sta mobilitando: una prima manifestazione é stata organizzata a Desio alla fine del 2012.

La nuova giunta di centrosinistra (dopo la caduta della precedente amministrazione a seguito dell’inchiesta antimafia ‘Infinito‘) sta cercando di limitare la cementificazione in città. Proprio a Desio, oltre alla nuova autostrada, sorgerà lo svincolo più grande d’Europa e un’area di servizio. Essendo ormai impossibile opporsi a Pedemontana, l’amministrazione comunale sta cercando di alzare le richieste nell’ambito delle compensazioni ambientali. Prima fra tutte, c’é l’esigenza di bonificare la cava di via Molinara sequestrata alla ‘ndrangheta (e usata come discarica abusiva), che i cantieri di Pedemontana stanno cercando di evitare per non accollarsi questo tipo di spesa. Ancora non si conosce che tipo di rifiuti siano stati messi sotto quel terreno.

  
  
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sabato 26 gennaio 2013

Diossina, Pedemontana (e PGT): Perchè l'analisi di rischio della FLA è stata ignorata?

Paolo Conte, Legambiente Desio
Pubblichiamo di seguito l'intervento che Paolo Conte, del Circolo Legambiente di Desio, ha tenuto in occasione dell'incontro pubblico "Pedemontana e diossina: uscianome vivi" organizzato a Desio venerdì 25/1/2013.
Il pubblico
L'intervento di Gemma Beretta, portavoce di Insieme in Rete
L'intervento di Marco Caldiroli di Medicina Democratica
 Altri documenti di interesse:
- L'analisi del documento della FLA 2003 da parte di Insieme in Rete
- L'intervento di Edoardo Bai all'incontro su "Pedemontana e rischio diossina" del 14/12/2012
- I dati del 2008
- Il rapporto completo della FLA del 2003

Rassegna stampa:
- Video sul sito del Cittadino 
- Medinforma 

WWF: Salviamo gli elefanti africani con un milione di firme


AL VIA LA PETIZIONE GLOBALE WWF PER PROIBIRE IL COMMERCIO DI AVORIO AFRICANO IN THAILANDIA E SALVARE UNA DELLE SPECIE SIMBOLO DEL CUORE VERDE DELL’AFRICA

Sarà consegnata ai Governi del mondo prima della prossima Conferenza CITES, marzo 2013
Nel solo 2011 sequestrate 26,4 tonnellate di avorio, più del doppio che negli 8 anni precedenti


Massicce quantità di avorio africano vengono vendute ogni giorno nei negozi della Thailandia, alimentando il drammatico fenomeno del bracconaggio degli elefanti, ogni anno uccisi a decine di migliaia per l’avorio delle loro zanne. Da oggi fino al 14 marzo, il WWF lancia contemporaneamente in 156 paesi nel mondo una petizione globale (wwf.it/stopavorio) che vuole raggiungere un milione di firme per chiedere al Primo Ministro thailandese Yingluck Shinawatra di vietare ogni forma di commercio di avorio in Thailandia al fine di contenere l'uccisione illegale di elefanti africani. Alla prossima Conferenza delle parti della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che si terrà a marzo in Thailandia, i Governi europei, Italia in testa, hanno l’opportunità di prendere le decisioni giuste per ridurre la domanda di prodotti provenienti da specie in via di estinzione, rafforzare la legislazione, aumentare i controlli e le sanzioni.


Nonostante la vendita di avorio di elefanti africani sia vietata in Thailandia, l’avorio degli elefanti thailandesi può essere venduto legalmente. Le reti criminali sfruttano questa scappatoia legale per inondare i negozi tailandesi con il sangue dell’avorio africano.

"Le leggi esistenti non sono efficaci per tenere fuori dal mercato tailandese l’avorio illegale africano. L'unico modo per impedire alla Thailandia di contribuire al bracconaggio degli elefanti è quello di vietare tutte le vendite di avorio", dichiara Massimiliano Rocco, Responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia. "Oggi le principali vittime sono gli elefanti africani, ma gli elefanti della Thailandia potrebbero essere i prossimi. Il ministro Shinawatra può contribuire a porre fine a queste uccisioni e credo che anche i cittadini thailandesi darebbero il loro sostegno per una maggiore protezione di questi animali".



Il bracconaggio agli elefanti ha raggiunto livelli record in Africa. I dati sul traffico di avorio raccolti nel rapporto ETIS 2012 (Elephant trade information system), la più importante banca dati al mondo realizzata per registrare i sequestri di avorio che registra più di 18.000 eventi ad oggi, mostrano come il traffico internazionale di avorio abbia raggiunto nel 2011 il tasso più elevato mai registrato prima, con tre dei quattro più importanti sequestri di avorio registrati dal 2009, altro anno critico per i sequestri, 17 importanti sequestri di avorio (più del doppio rispetto al 2009),  e con più del doppio di avorio sequestrato negli otto anni precedenti, per un totale di circa 26,4 tonnellate.

“Dopo un periodo di stabilità dal 2008 si è registato un incremento nei casi di sequestri scoperti ed oggi più che mai il mercato illegale sembra avere avuto un incremento esponenziale che deve essere fermato a tutti i costi – continua Rocco del WWF Italia – La Thailandia rappresenta il più grande mercato di avorio non regolamentato al mondo, divenendo capofila nel bracconaggio e nel commercio illegale. Molti turisti stranieri proverebbero orrore se sapessero che i numerosi ninnoli d'avorio in mostra accanto ai tessuti di seta nei negozi thailandesi possono provenire da elefanti massacrati in Africa. È illegale portare a casa avorio che non dovrebbe più essere venduto in Thailandia".


Nel mese di marzo, i rappresentanti di 176 governi si riuniranno per la CITES a Bangkok per discutere le problematiche globali legate al commercio di specie selvatiche, tra cui il bracconaggio dilagante degli elefanti in Africa. Il WWF chiede al ministro Shinawatra di cogliere quest’occasione per annunciare al Paese il divieto sul commercio di avorio in Thailandia.

Il WWF Italia è direttamente impegnato nel contrasto al commercio illegale di natura, dai traffici di animali da compagnia alle pelli di rettile o lane pregiate, con un particolare sostegno al  Cuore verde dell’Africa, il bacino del Congo, dove la deforestazione unita all’aumento della caccia e al commercio illegale sta portando all’estinzione di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta e di molte altri animali meno noti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta e delle sue comunità: “E’ un vero circolo vizioso: in questi paesi i ricchi proventi derivati dall’uccisione e dal commercio illegale di animali e delle loro parti nutrono un mercato diffuso e pericolosissimo di armi. E così i fucili, i kalashnikov, entrano capillarmente nella foresta rinforzando quel massacro di animali grandi e piccoli di cui si nutrono i signori delle armi - ha detto Isabella Pratesi, Direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia, in prima linea nella campagna WWF Green Heart of Africa.

Le attività anti-bracconaggio del WWF vanno avanti anche sul web: in questi mesi in tutto il mondo il WWF ha avviato la campagna globale “Kill the trade that kills”, che ha attivato tutti i 156 uffici nazionali del WWF per smuovere l’interesse di chi non vuole vedere estinte queste straordinarie specie simbolo, per creare una rete di azioni, di sostegno e di richieste che fermi per sempre questo bracconaggio selvaggio e interrompa lo sterminio di elefanti, rinoceronti e tigri in nome di un commercio illegale e crudele. Su Twitter segui la campagna con #killthetrade e #stopbracconaggio #stopavorio e sul profio @wwfitalia. Su Facebook seguici nella pagina WWFitalia.

Per contribuire direttamente alla tutela dell’elefante, e degli altri animali a serio rischio di estinzione, è possibile adottare i progetti WWF Italia su http://www.wwf.it/adozioni/

NOTA

- Scheda sull’elefante africano cliccare qui. 
- Per leggere il rapporto “FIGHTING ILLICIT WILDLIFE TRAFFICKING – Combattere il traffico illegale di fauna selvatica – una consultazione con i Governi” di WWF e TRAFFIC (la rete di monitoraggio del commercio della fauna selvatica, creata congiuntamente da IUCN e WWF) pubblicato nel dic. 2012 cliccare qui.

giovedì 24 gennaio 2013

Pedemontana e diossina: rischi di interferenze pericolose

In merito all'assemblea pubblica "Pedemontana e diossina: usciamone vivi" organizzata da Legambiente Desio (per maggiori informazioni cliccare qui) pubblichiamo un interessate intervento di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile"

Autostrada Pedemontana e Diossina: INSIEME IN RETE fa l’analisi della relazione della FLA del 2003

I contenuti del rapporto FLA

Il rapporto completo della FLA cui abbiamo potuto accedere, è consultabile all'Archivio del Ponte della Memoria che si trova presso il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, associazione aderente ad INSIEME IN RETE, e nelle disponibilità di tutte le amministrazioni locali (come si può evincere nel documento stesso).

Ve lo proponiamo quale contributo dei gruppi di INSIEME IN RETE, per dare ulteriori elementi atti a rafforzare quanto da tempo diciamo e cioè, il pesante rischio per la salute cui si sottoporrebbe la popolazione locale, qualora si procedesse alla costruzione dell’autostrada Pedemontana nei tratti che interferiscono proprio con le zone interessate dall’incidente ICMESA, ancora oggi contaminate da TCDD (DIOSSINA).

Un passaggio che sulle suddette zone avrà anche un impatto determinato dalle opere complementari e di connessione all’autostrada stessa.

Rispetto al documento della FLA, (di cui rendiamo accessibili le pagine di relazione) le analisi sulle concentrazioni di TCDD (Tetraclorurodibenzoparadiossina – la Diossina dell’ICMESA) eseguite nel 2008 da una società incaricata da Pedemontana e in contradditorio con ARPA (cliccare qui per scaricare i dati), confermano la presenza di diossina oltre le soglie stabilite dalle normative (10 ng/Kg per verde pubblico e 100ng/kg per siti a destinazione industriale secondo il Dlgs 22 del 5/02/97 – decreto Ronchi).
Esattamente, 52 campionamenti superano il limite a verde pubblico  e di questi, 10 superano anche il limite industriale (10 volte più alto).

I rilevamenti del 2008, quindi confermano e ampliano le zone con concentrazione da TCDD fuori norma anche alla zona di rispetto (zona R).
Ad aprile del 2003, la FLA (Fondazione Lombardia per l’Ambiente) ha formalizzato il documento conclusivo che riassume il progetto di ricerca denominato: “ANALISI DI RISCHIO RELATIVA ALLA PRESENZA DI DIOSSINA RESIDUA NELLA ZONA B DI SEVESO”.
Progetto commissionato alla FLA da REGIONE LOMBARDIA che “ha inteso promuovere uno studio scientifico di analisi di rischio inteso ad individuare idonei interventi di bonifica e/o ripristino ambientale con misure di sicurezza” , costituendo allo scopo uno specifico gruppo di lavoro tra Reg. Lombardia, FLA, ARPA, ARF (azienda Regionale Agricoltura e Foreste, ora ERSAF), poi esteso ai rappresentanti  dei Comuni di Seveso, Cesano Maderno, Desio e Meda.

FLA ha poi attivato un comitato scientifico che ha prodotto il lavoro.
Lo studio, dopo analisi ed elaborazioni preliminari sui dati disponibili, “ha permesso di stimare la maggiore esposizione alle diossine cui sono soggetti i residenti della zona B rispetto a soggetti residenti altrove, in particolare in aree non inquinate.
Con la dicitura “diossine”, si intende la sommatoria di tutti i tipi di policlorodibenzo-p-diossine –PCDD-  e dei policlorodibenzofurani - PCDF Furani.  
Tra le diossine c’è però la prevalenza, con una concentrazione minima dell’85% della TCDD, la “diossina dell’Icmesa" appunto.

La conclusione dello studio ha analizzato tre diverse tipologie di esposizione e cioè:
“Scenario centrale zona B” con limitate attività a rischio
“Scenario estremo zona B” con significative attività a rischio
“Scenario centrale di riferimento” quale confronto con situazioni con un inquinamento e un rischio “di fondo” alla quale è esposta la popolazione generale.

Per attività di rischio e di esposizione si sono intese:

  • ingestione di particelle di suolo inquinato;
  • contatto dermico con particelle di suolo inquinato;
  • inalazione;
  • ingestione d'acqua;
  • ingestione di prodotti alimentari di provenienza esterna (carne, pesce, latte e prodotti derivati, uova, frutta e verdura, cereali e derivati);
  • ingestione di prodotti alimentari provenienti direttamente dalla zona B (solo vegetali o vegetali, polli e uova, a seconda degli scenari).

I risultati sono stati:
  • per lo “Scenario centrale zona B” un valore di esposizione settimanale pari a 10 pg/kg (picogrammi per chilo di peso corporeo) pari a 1,42 pg/kg al giorno.
  • ·per lo “Scenario estremo zona B” un valore di esposizione settimanale da 16 a 29  pg/kg  quindi da 2,28 pg/kg al giorno a 4,14 pg/kg al giorno.
  • per lo “Scenario centrale di riferimento” un valore di esposizione settimanale di 9  pg/kg  pari a 1,28 pg/kg al giorno

Se si prende come riferimento il valore limite di dose tollerabile settimanale (TWI) stabilita dalla Scientific Committee on Food (SCF) della Commissione Europea e pari a 14 pg/Kg (picogrammi per kg di peso corporeo, i cittadini dello “Scenario estremo zona B” risultano essere maggiormente esposti nonché fuori dai limiti normativi, rispetto alle altre due situazioni prese in esame

Se invece si prende come riferimento il limite di dose tollerabile giornaliera stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) pari a un valore che va da 1 pg/kg  a 4 pg/kg, (dove 4 pg/kg al giorno sono considerati come “massima assunzione tollerabile per un periodo transitorio e il valore di 1pg/kg è il valore dell’obiettivo finale da raggiungere) ci ritroveremmo a confrontare tutti e tre gli scenari con un valore settimanale che va da 7pg/kg a 28 pg/kg il che metterebbe tutti i tre scenari fuori dal limite d’obiettivo da raggiungere cioè il valore di 7pg/kg settimanali.

Nel finale, il rapporto FLA si limita poi a consigliare alcune precauzioni:
  • anche alla luce delle recenti determinazioni comunitarie sulla TWI in precedenza documentate, l'esposizione alle diossine dovuta alla dieta è di cruciale importanza e ha una rilevanza tutt'altro che trascurabile anche nella popolazione generale, cioè esterna alla zona B e all'area di Seveso;
  • si suggerisce di adottare opportune cautele al consumo di prodotti alimentari provenienti direttamente dalla zona B, con particolare riguardo ai prodotti animali in generale nonché a taluni particolari prodotti vegetali.

FLA consiglia inoltre una serie ulteriore di attività di ricerca e approfondimento.

Le nostre considerazioni

Dell’intero documento, cosa ci interessa evidenziare?
Sicuramente due aspetti.
Il primo relativo ad una serie di dati sulle concentrazioni di diossine rilevate nei terreni della zona B mappata nei comuni di Cesano Maderno, Desio e Seveso con la campagna effettuata dall’ ISPRA negli anni dal 1997 al 1999.
Già allora, la situazione contaminazione appariva fortemente marchiata dal  TCDD (diossina dell’Icmesa) con concentrazioni fuori limite. (Vedi tabelle e mappe sotto).

Le premesse e i dati analitici dell'indagine dell'ISPRA negli anni '97-99:
Limiti di legge = 10 ng/Kg per verde pubblico e 100ng/kg per siti a destinazione industriale

Fig. A3.1 - Concentrazioni I-TEQ rilevate in zona B
Fig. A3.2 - maglia in cui avviene il superamento del valore limite tabellare per siti a destinazione verde pubblico, verde privato e residenziale 10ngI-TEQ (kgSS)-1
Gli ulteriori approfondimenti del 2008, non solo hanno confermato questo aspetto con i prima menzionati 52 superi dei limiti di cui 10 del livello industriale, ma l’hanno ulteriormente dettagliato, identificando a quale profondità del suolo c’è TCDD e ampliando anche alla zona R i carotaggi (vedi mappe sotto con i punti di prelievo) , con un risultato per la zona R di valori pressoché identici (e fuori limite) alla zona B.


Le mappe dei rilevamenti del 2008, nelle zone A, B, R interessate dal passaggio dell'autostrada Pedemontana
Ora, se mettiamo in correlazione questo aspetto anche con quelli che erano i fattori di esposizione presi in esame per le tre tipologie di scenari di rischio, ed in particolare a:
  • ingestione di particelle di suolo inquinato;
  • contatto dermico con particelle di suolo inquinato;
  • inalazione;

appare evidente a tutti che per le zone A, B, e R, lavori di escavazione sia per costruire l’autostrada Pedemontana, sia per le opere complementari ma anche per nuovi piani d’insediamento urbanistico, AUMENTANO sicuramente il rischio della popolazione d’essere esposta al contaminante TCDD, che ora giace in uno strato di terreno dopo i 70 cm nelle zone ex A del Bosco delle Querce (dove lo strato superficiale di terreno fortemente contaminato è stato asportato e sostituito con nuovo terreno) e nel cosidetto “Top Soil” – strato superficiale di circa 20cm – nelle zone B ed R mai bonificate.

Per questo, la prescrizione CIPE n° 3, impone a Pedemontana ulteriori accertamenti analitici nelle zone contaminate da Diossina dei comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Bovisio Masciago.
E’ evidente che questa integrazione d’analisi va ampliata e applicata anche agli altri comuni che hanno all’interno dei loro confini un’area classificata come B o R e cioè Barlassina e Desio.

Va evidenziato che le istituzioni regionali e chi ha progettato l'autostrada, era ed è  in possesso degli stessi dati che ora qui esponiamo.

L’identificazione dello stato di contaminazione da TCDD del suolo, potrà consentire valutazioni obbiettive sulla necessità di messa in sicurezza di queste aree, e, auspichiamo, la consapevolezza e l’assunzione di responsabilità atta ad evitare che la costruzione dell’autostrada pedemontana (opera che da sempre noi consideriamo inutile) esponga nuovamente al rischio diossina la popolazione e i lavoratori addetti alla sua realizzazione.

Documento elaborato da

Animali del buio. Un corso proposto dal WWF Lecco per scoprire gli organismi che popolano le grotte e le acque sotterranee


L'Associazione WWF Lecco, in collaborazione con il Parco Monte Barro, il patrocinio del Comune di Galbiate e il supporto tecnico di Kapriol, propone un corso andremo alla scoperta delle abitudini e delle caratteristiche di animali davvero poco conosciuti, ma molto particolari e di grande importanza per la biodiversità, ovvero gli organismi che popolano le grotte e le acque sotterranee.

Il loro studio, che prende il nome di biospeleologia, ha attirato l’attenzione di scienziati e naturalisti già dal 1700 e ha permesso di effettuare importanti scoperte come l’esistenza di forme di vita molto singolari in posti impensati. Se il più famoso degli animali cavernicoli è il Proteo, la curiosa salamandra cieca e albina che vive nei corsi d’acqua sotterranei del Carso, può essere curioso sapere che anche le grotte del nostro territorio offrono ai visitatori più attenti l’occasione di incontrare organismi unici e totalmente adattati a vivere nell’oscurità dell’ambiente sotterraneo.

Proprio per attirare l’attenzione su queste forme di vita e sull’importanza che può derivare dalla loro conservazione (ad esempio gli organismi delle acque sotterranee possono essere degli ottimi bioindicatori dell’inquinamento delle falde), il WWF  lecchese propone un breve corso di biospeleologia dedicato a studenti, escursionisti, appassionati di montagna e a chiunque abbia la curiosità e la voglia di scoprire le principali caratteristiche della vita sotterranea.

Due incontri serali (venerdì 15 e 22 febbraio) saranno tenuti da Alessandro Marieni, dottore in scienze ambientali del Centro Studi Biologia Ambiente di Erba, biospeleologo ed esperto della fauna del Buco del Piombo.

Sono previste dal corso due affascinanti uscite in grotta (sabato 16 e 23 febbraio) accompagnati anche da attivisti dell’Associazione ambientalista, esperti in campo biospeleologico, alla ricerca di alcuni degli organismi caratteristici delle nostre cavità.

Inoltre un’ulteriore imperdibile uscita è prevista nel mese di giugno ad uno dei pochissimi laboratori sotterranei dedicati allo studio della fauna presente nel Nord-Italia, ovvero la stazione biospeleologica di Savignone (GE), dove sarà possibile conoscere degli animali unici in tutta Europa, quali i geotritoni (salamandre senza polmoni presenti solo in Italia  per cui le grotte costituiscono un ambiente fondamentale).

In particolare nel corso delle due serate, che si terranno presso la Sala Conferenze di Villa Bertarelli a Galbiate,  saranno presentate le diverse comunità di organismi che abitano le grotte e il loro modi di adattarsi alla vita in grotta; saranno approfondite le intriganti tematiche della biodiversità delle grotte e si cercherò di conoscere le principali modalità di ricerca ed esplorazione che lo studio dell’ambiente sotterraneo richiede.

Le uscite saranno effettuate una presso la Grotta Ferrera di Mandello del Lario, dove vive un’ampia colonia di pipistrelli il cui guano consente la vita a diversi e curiosi organismi cavernicoli, e ad alcune piccole grotte del sistema “Acqua della Volpe” all’Alpe del Viceré di Albavilla, dove vivono preziosi organismi acquatici e dove sarà possibile vivere l’emozione di esplorare stretti ed affascinanti cunicoli.

Tutte le informazioni e le modalità di iscrizione, che si chiuderanno entro il 12 febbraio, sono disponibili sul sito wwf.lecco.it

Per scaricare la locandina del corso cliccare qui.

martedì 22 gennaio 2013

Una vera e propria «Gomorra» in Brianza

La Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha pubblicato una corposa relazione riguardante la Regione Lombardia.

Vi segnaliamo il capitolo riguardante la Provincia di Monza e Brianza ... (da pag. 159 a pag. 170).

Buona lettura (si fa per dire...)

Il quadro che esce dalle investigazioni è quello di una vera e propria «Gomorra» in Brianza...
(citazione da pag. 167 della Relazione)

Guarda il video pubblicato sul sito del Cirradino

domenica 20 gennaio 2013

Montofano: Cercansi volontari per la campagna di salvataggio rospi 2013


Anche quest’anno l’associazione “Gruppo L’Ontano” è impegnata nella campagna di salvataggio rospi sulle sponde del lago di Montorfano (riserva e S.I.C.).
Per il giorno mercoledì 30 gennaio 2013 alle ore 21,00 presso la Pro Loco in via Barbavara n. 6 a Montorfano organizza una serata aperta a tutte le persone che vogliono partecipare alla campagna di salvataggio rospi 2013.
L’obiettivo della serata è illustrare alle persone nuove quest’iniziativa e coordinare i volontari che vorranno aderire.

Chi fosse interessato a partecipare come volontario alla campagna di salvataggio ma non può essere presente alla serata può prendere contatti con il “Gruppo L’Ontano” scrivendo una mail ad associazione@gruppoontano.org o telefonando al numero 349.00.63.683 (Cristian).

RAPPORTO CAMPAGNA DI SALVATAGGIO ROSPI 2012

Totale rospi salvati in discesa dal Monte:
n° 1060 (circa 8% in meno rispetto all'anno 2011).
così suddivisi:
• rospi maschi 598
• rospi femmine 462

Totale rospi in risalita al Monte:
n° 14 (circa un 60% in meno rispetto all'anno 2011).
così suddivisi:
• rospi maschi 8
• rospi femmine 6

Altri anfibi salvati (rane e tritoni).
n° 136 (circa un 40% in più rispetto all'anno 2011)

Anfibi morti schiacciati dalle auto:
n° 69 (circa 42% in meno rispetto all'anno 2011)

sabato 19 gennaio 2013

Il falò di Sant'Antonio, nel Parco del Grugnotorto, insieme a Legambiente


Sabato 19 gennaio 2013 a partire dalle ore 20.30 ci sarà il grande falò di S.Antonio.
Ingresso del Parco da via Giolitti angolo via Cilea a Cinisello Balsamo
E' prevista neve! Sarà un bellissimo spettacolo di fuoco e di neve! Non mancate, ci saranno musica, panettoni, vin brulè e té caldo per tutti ed i giocolieri dell'ARCI La Quercia - Artisti dell'Errore con le loro giocolerie infuocate!

Legambiente Cinisello Balsamo ONLUS

La guerra democratica alla Biblioteca di Seregno

di Franco Formenti, Commissione Biblioteca Civica “Ettore Pozzoli”

Importantissimo incontro a Seregno con Massimo Fini, giornalista, scrittore, antimodernista. I suoi scritti sono, già dai titoli, forti ed espliciti come manifesti: da “La ragione aveva torto?”, del 1985, a “Il denaro, sterco del demonio”, a “Il vizio oscuro dell’Occidente”, fino all’ultima raccolta di articoli “La guerra democratica”. 

In questa egli documenta come l’Occidente democratico bombardi, invada, uccida con la pretesa, in quanto cultura superiore e portatore di valori universali, di farlo per il bene delle sue vittime. Una guerra che ipocritamente viene chiamata “missione umanitaria”; un tentativo, per ben altri fini e tanto più pericoloso perché in certa misura inconscio, di omologare l’intero esistente al nostro modello. Il che è l’esatto opposto della democrazia. 

Persino nella guerra, all’uomo si è sostituita la macchina e Massimo Fini vi vede, così, con affermazioni che a molti suoneranno provocatorie se non indecenti, la decadenza di valori che riguarda in verità tutto il nostro vivere moderno, anche nei suoi comportamenti quotidiani, man mano che la “tecnologìa” si fa sempre più penetrante, prepotente, totalitaria.

Perché il problema vero, si legge in “La ragione aveva torto?”, riguarda i sui usi più utili e apparentemente innocenti, nella produzione, nell’informazione, nell’alimentazione, nella medicina, che appaiono ormai irreversibili (la civiltà tecnologica è costretta anzi a correre sempre più veloce) ma contengono una trappola mortale: perché la “tecnologìa” va progressivamente a toccare la natura e i suoi ritmi. Spianandogli la strada, riducendogli al minimo la fatica, il dolore, il bisogno materiale, la “tecnologìa” non fa che indebolire l’uomo nella misura in cui rafforza se stessa. E la rivoluzione informatica viene a dare l’ultimo tocco, attaccando direttamente l’intelligenza, abituandoci a che la macchina pensi per noi!

Da tempo lo scrittore chiede: siamo davvero sicuri che il progresso tecnologico abbia accresciuto la ricchezza, il sapere, l’uguaglianza, la libertà, la felicità?  

Oltre alla presentazione del suo ultimo libro, l’incontro potrà essere così  occasione per riflettere sui problemi e i pericoli ormai sotto gli occhi di tutti, forse ecologici e sanitari, sicuramente sociali ed economici, derivanti da un uso eccessivo della tecnologìa, soprattutto nelle nuove generazioni ma non solo; nonché per stimolare urgentemente possibili soluzioni, se mai ve ne fossero, o quantomeno sensibilizzare e allertare sui rischi che stiamo correndo!

Venerdì 25 gennaio, ore 21.00
Biblioteca Civica “Ettore Pozzoli” – Piazza Gandini, Seregno
La guerra democratica: la volontà di dominio dell’occidente democratico e la sua continua decadenza di valori, sociali ed economici.
Con Massimo Fini.

venerdì 18 gennaio 2013

I tanti problemi, non risolti, del quartiere Sant'Ambrogio di Seregno


Riceviamo dal Comitato Sicurezza S. Ambrogio e Comitato Solferino di Seregno la sottostante lettera aperta indirizzata all'Amministrazione Comunale di Seregno.

ALCUNE QUESTIONI DI SEMPRE ED ATTUALI

Tutti i cittadini di Seregno hanno potuto verificare, nello scorso dicembre, con l'attivazione della nuova linea ferroviaria Seregno-Saronno i relativi effetti sulla città e soprattutto nelle zone limitrofe alla stessa.
Cogliamo ora l'occasione per evidenziare lo stato di fatto e le problematiche relativamente al quartiere S. Ambrogio.

Barriere fonoassorbenti FNM


Si può constatare come la nuova linea Trenord non sia ancora completa: mancano tutte le barriere fonoassorbenti sul lato nord presso il passaggio a livello di via Bottego, mentre sull'altro fronte, quello più a ovest, mancano molti moduli di completamento ed il ripristino della recinzione esistente dei confinanti pregiudicando così la sicurezza degli abitanti e delle loro abitazioni.
Molte famiglie hanno riscontrato vibrazioni notevoli al passaggio dei treni.
Ha l'Amministrazione di Seregno, a nome e per conto dei suoi cittadini lì residenti, senza aspettare proteste e lettere, verificato la completa e corretta esecuzione di tutte le opere compreso il rispetto delle prescrizioni relative al rumore ed alle vibrazioni?
Quali sono i tempi per il completamento delle opere mancanti?
Per esempio, come sarà possibile posare i montanti metallici ma soprattutto i grossi pannelli fonoassorbenti in cemento vista la presenza di linee aeree già elettrificate?
Come e quando sarà posato un opportuno parapetto, in sede ferroviaria ed ora sostituito da una striscia di plastica bianca e rossa, all'incrocio tra la via Saronno e la via Bottego.



Viabilità nel quartiere

L'attivazione della linea Trenord ha comportato, come già si sapeva, la chiusura del frequentissimo passaggio a livello di via Bottego con conseguenti, mai viste finora, lunghe code di auto in attesa che arrivano talvolta anche fino all'incrocio con via Solferino. Molti automobilisti spazientiti tornano in via Solferino incrementando il traffico di via Nazioni Unite nel cui tracciato si inserisce il traffico, costantemente in crescita, proveniente da Seveso. Come avevamo ripetutamente detto la situazione, ora solo all'inizio, sta diventando esasperante e la viabilità del quartiere, in determinati orari, viene messa a dura prova con conseguenze di alti tassi di inquinamento e perdite tempo notevolissimo anche per i pedoni che devono recarsi semplicemente in centro città. Ribadiamo l'assurdità, soprattutto per i pedoni che devono recarsi in centro, di una simile situazione e l'estrema urgenza almeno nel proporre come già promesso, una soluzione da parte dell'Amministrazione.

Parcheggi e servizi presso stazione ferroviaria cittadina


L'attivazione della linea Seregno-Saronno incrementrà ulteriormente la già esasperante situazione dei parcheggi sulle aree a sud della stazione (via Comina, Solferino,Trento.. ).
Inoltre il carico umano presente, ma soprattutto nell'immediato futuro, sulla stazione ferroviaria metterà a dura prova i servizi e le infrastrutture.
In merito ai parcheggi ed ai servizi in funzione dell'infrastruttura della Stazione ferroviaria, il Comune cosa ha verificato, considerato e previsto?

Passerella sulla linea FNM


Dopo lo sbancamento con la crezione di un'area recintata per il deposito di terra da scavo non si nota alcun tipo di intervento circa la realizzazione della passerella ciclopedonale che Trenord avrebbe dovuto realizzare “inderogabilmente”. Può questa Amministrazione Comunale far conoscere i motivi di questo fermo o non è più prevista?
Chiediamo a Codesta Amministrazione, nella forma pubblica che riterrà più opportuna, delucidazioni e programmi circa i progetti relativi a:
  • passerella delle Ferrovie Nord da via Casati a via Como
  • passerella alternativa prevista dal Comune sul passaggio a livello di via Bottego
  • metrotranvia (progetto esecutivo finale e tempistiche)
  • quale tipo di piano viario è previsto nel nuovo PGT?
  • Pedemontana: lavori cantieristici previsti e soppressione del passaggio a livello di S. Giuseppe
  • progetto barriera antirumore sulla linea RFI Milano-Chiasso (viene confermato dopo il 2018?)
Constatiamo purtroppo che, a prescindere dalla situazione contingente precaria per tutti, il livello di qualità di vita del quartiere anno dopo anno si sta abbassando.
Riteniamo che tra i ruoli di questo Comitato esista anche quello di richiamare questa Amministrazione affinchè garantisca almeno un livello sufficiente ed efficiente di vivibilità urbana che per una città lombarda situata in Brianza non dovrebbe essere un problema ma un obbligo civile.

Comitato Sicurezza S.Ambrogio e Comitato Solferino

Seregno: c'era una volta un cedro secolare


Riceviamo dal Comitato Sicurezza S. Ambrogio e Comitato Solferino di Seregno la sottostante lettera aperta indirizzata  agli assessori Flavio Sambruni , Gianfranco Ciafrone , Riccardo Liviero e p.c. al sindaco Giacinto Mariani.
 
Abbiamo con rammarico constatato il vuoto che si è venuto a creare nel piccolo giardino pubblico tra la via Trento e la via Edison a seguito del taglio di un cedro secolare imponente il cui diametro alla quota di 150 cm era di circa 90 cm. Nella foto vedi la base tagliata il cui diametro risulta di 120 cm.

Era un “essere residente “ a cui moltissime persone facevano riferimento nei loro ricordi recenti e passati.
La sensazione di tutti i cittadini è amara constatando anche che lentamente ma inesorabilmente un po' per motivi naturali, un po' per incuria, un po' per mancata manutenzione, un po' per interventi “azzardati” …..il verde sia “storico” che “quotidiano”, situato soprattutto all'interno dei centri abitati, piano piano va a scomparire.
Non basta secondo noi adoperarsi alla salvaguardia di aree aperte e vaste come il parco del Meredo o della Porada, occorre almeno mantenere il verde esistente soprattutto se di alto valore come il cedro che è stato abbattuto.
Da informazioni raccolte da professionisti del settore del quartiere e da alcuni cittadini ivi residenti è stato emerso che con una accorto intervento il cedro avrebbe potuto essere mantenuto e non abbattuto.

Certamente il Comune di Seregno sarà intervenuto in maniera scientificamente motivata, non solo perchè un grosso ramo era caduto, purtroppo per mancanza di precedenti manutenzioni.
Lo stesso Comune avrà certamente valutato tutte le opzioni perchè una scelta o l'altra avrebbe comportato anche una certa differenza di costi.
Interpelliamo quindi l'Assessore ai Parchi Sambruni Enrico e l'assessore ai Lav. Pubblici Ciafrone Gianfranco che tanto si sono adoperati per gli orti urbani cittadini, per l'ampliamento del Parco della Porada...........per capire perchè è stato necessario il taglio di un albero “paesaggisticamente rilevante” e chiediamo contemporaneamente, in riferimento alla
normativa comunale specifica esistente ,che siano resi disponibili pubblicamente:
  • scheda relativa all'abbattimento e le relative considerazioni finali del fitopatologo che hanno reso necessario l'intervento (ev. inclinazione del fusto, stato fitosanitario, rotture, ferite, malformazioni, danni, …..) con le relative fotografie a colori come richiesto tra l'altro dall'Ufficio Manutenzione LLPP del Comune per i cittadini della città.
  • le prescrizioni specifiche in alternativa all'abbattimento
  • quante e quali nuove piante (genere..?....) di specifiche dimensioni sono previste a compensazione sul territorio, come richiesto tra l'altro dall'Ufficio Manutenzione del Comune
  • informazioni circa la destinazione del legno derivante dall'abbattimento: è stato recuperato? Se no perchè? Se sì a quale prezzo è stato ceduto dal Comune?
Cogliamo infine l'occasione per evidenziare nel parco di via Bottego:

  • lo stato di molti alberi dopo le nevicate della prima metà di dicembre 2012. Infatti numerosissimi rami di varie dimensioni giacciono a terra (v. foto sopra ).Chiediamo un intervento di pulizia e di messa in sicurezza delle alberature esistenti 
  • la “pesante” potatura di grandi conifere (v. foto sotto) eseguita probabilmente dagli operai di Trenord per la realizzazione delle linee aeree di alimentazione elettrica dei treni.
 

Il Comune di Seregno, ha dato l'autorizzazione di intervenire sugli alberi del Parco Comunale? E se sì con quali prescrizioni e con quali controlli? Se no, perchè non è stato chiesto e/o prescritto niente?

Riteniamo che la potatura, per alcune piante, non sia stata opportunemente eseguita creando pregiudizio alla staticità del fusto sbilanciato tutto su un lato esponendo l'alberatura a potenziali ribaltamenti in caso di forti venti.

Comitato Sicurezza S.Ambrogio e Comitato Solferino

giovedì 17 gennaio 2013

Una serata con gli animali dei Colli Briantei

Venerdi 25 gennaio alle ore 21, presso la sede CAI di Missaglia, in via 1° maggio 41/a, si terrà una proiezione di immagine fotografiche con soggetto "Gli animali del Parco dei Colli Briantei" a cura di Paolo e Alberto Fantoni e Danilo Porta.

Il PLIS, Parco Locale di Interesse Sovracomunale dei "Colli Briantei", un’area protetta nata dall'intesa tra i comuni di: Arcore, Camparada ed Usmate-Velate, a cui presto si aggiungerà il comune di Casatenovo. La sede del parco è situata nel comune di Usmate-Velate che svolge il ruolo di amministrazione capofila.
ll territorio del Parco è caratterizzato dai rilievi collinari che si estendono a Nord degli abitati di Arcore, Camparada ed Usmate-Velate, i cosiddetti 'pianalti'.

Il parco ha una superficie di quasi 550 ettari e nasce per tutelare un ambiente collinare con spiccate caratteristiche di naturalità dove sono presenti boschi, campi, corsi d’acqua e piccole zone umide.
Il parco si colloca all'interno di un reticolo di aree protette che vede la presenza del Parco regionale della Valle del Lambro ad Ovest, il Parco Regionale di Montevecchia Valle del Curone a Nord il Parco locale del Molgora ad Est ed il Parco agricolo della Cavallera a Sud. Per questa sua posizione strategica il parco costituisce un corridoio ecologico di grande importanza all'interno del reticolo di aree protette della provincia di Milano.

I colli Briantei costituiscono inoltre un importante tassello del progetto della Dorsale Verde Nord Milano, la cintura di aree protette a Nord della metropoli progettata dalla Provincia per salvaguardare le ultime aree naturali della zona.

La fauna dei boschi del parco è, malgrado una forte antropizzazione, costituita da numerose specie.
Tra i più significativi uccelli presenti ricordiamo i rapaci diurni come il Gheppio, la Poiana, lo Sparviere e quelli notturni come l'Allocco, la Civetta), il Gufo comune. Anche i mammiferi sono ben rappresentati, nel parco sono presenti lo Scoiattolo rosso, la Volpe, il Moscardino, il Ghiro.

Cosa succede se il comune non ha approvato il PGT entro il 31 dicembre 2012?

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Supplemento n. 52 del 28 dicembre 2012, è stata pubblicata la L.R. 24 dicembre 2012 n. 21 “Interventi normativi per l’attuazione della programmazione regionale e di modifica e integrazione di disposizioni legislative - Collegato ordinamentale 2013”.

La legge regionale tra le altre cose ha previsto che, nei Comuni i quali entro il 31 dicembre 2012 non abbiano ancora approvato il PGT e sino all’approvazione di quest’ultimo, sono unicamente realizzabili:

a) interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di restauro e risanamento conservativo, negli immobili ricompresi nelle zone omogenee A, B, C e D del PRG;

b) gli interventi l’esecuzione dei quali era già consentita in forza del PRG e/o di strumenti urbanistici comunque denominati, per quanto attiene le zone omogenee E ed F;

c) gli interventi in esecuzione di piani attuativi approvati, per i quali la relativa convenzione sia stata stipulata entro la data del 29 dicembre 2012.

La novella legislativa ha infine previsto che, nei Comuni che alla data del 31 dicembre 2012 non hanno ancora approvato il PGT, non trovano applicazioni le norme relative al così detto “secondo piano casa regionale”, e ciò sino all’approvazione del PGT stesso.

martedì 15 gennaio 2013

Diossina e Pedemontana: le relazioni pericolose spiegate a Desio

Per scaricare il volantino in formato pdf cliccare qui.

Il 25 gennaio 2013 a Desio (MB) alle ore 21 c/o la Sala Pertini del comune di Desio si svolgerà una assemblea popolare organizzata dal circolo Legambiente “R. Giussani” di Desio in collaborazione con il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza e di tutte le associazioni che ne fanno parte.

Durante la serata sono stati programmati 3 interventi informativi:

1)      Paolo Conte del circolo Legambiente di Desio, farà il punto sullo stato attuale della presenza di diossina nel suolo lungo il progettato tracciato autostradale presentando un rapporto già noto del 2008 contenente delle analisi fatte da Autostrada Pedemontana Lombarda e certificate da ARPA. Soprattutto però verrà posta l’attenzione su un documento del 2003 della Fondazione Lombardia per l’Ambiente inspiegabilmente ignorato che contiene il commento sui risultati analitici condotti da ISPRA che ha effettuato una indagine a tappeto analizzando il contenuto residuo di diossina al suolo sull’intera zona B dei comuni di Cesano Maderno, Desio e Seveso. I risultati sono sorprendenti e confermano per l’intera zona B la presenza di diossina oltre i limiti consentiti dalla legge. Si cercheranno relazioni fra i due documenti ed il progetto di Pedemontana;

2)      Edoardo Bai, Medico dell’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) e comitato scientifico Legambiente, presenterà invece i risultati emersi da una ricerca scientifica intitolata Dioxin Exposur and Cancer Risk in the Seveso Women's Health Study, pubblicato in "Environ Health Perspect" del dicembre 2011 a firma di diversi studiosi tra i quali Paolo Mocarelli. Da questo articolo emerge tutta la pericolosità della TCDD e dell’eccezionale evento che nel 1976 dall’ICMESA ha indelebilmente segnato la Brianza. Soprattutto evidenzia come, a più di 35 anni di distanza da quel tragico evento, molto ci sia ancora da sapere e da imparare, ma soprattutto da fare per tutelare la salute pubblica se, come è vero, il TCDD è un cancerogeno totipotente capace di incidere, come emerge dall’articolo, sull’incidenza di tutti i tipi di tumore e se, come sembrerebbe confermare, la classificazione territoriale adottata dopo l’incidenza in zone A/B/R è stata amministrativa e non sostanziale, che tutti abbiamo inconsapevolmente accettato e colpevolmente cercato di rimuovere il più in fretta possibile. (Per leggere la relazione di Edoardo Bai presentata al convegno "Pedemontana e rischio diossina" cliccare qui.)

3)      Marco Caldiroli, si occupa prevalentemente di gestione dei rifiuti, di attività ad elevato impatto ambientale, tra cui inceneritori, discariche, impianti di trattamento, cementifici, centrali termoelettriche, industrie a rischio di incidente rilevante, soprattutto è esperto di tematiche ambientali per Medicina Democratica, movimento fondato nel 1972 da Giulio Alfredo Maccacaro che nel 1976 aveva pubblicato un numero monografico della rivista SAPERE proprio sui tragici eventi legati all’emissione di diossina del 1976, pubblicazione che ancora oggi, a distanza di anni, lascia aperti inquietanti ed attuali interrogativi. Egli ci aiuterà, attraverso la propria esperienza a capire ancora meglio le future prospettive ambientali del nostro territorio con particolare riguardo alla situazione attuale.

Invitiamo tutti ad essere presenti e ad approfittare di questa serata per un reciproco scambio di idee dato che, al termine degli interventi, sarà avviato un dibattito fra tutta l’assemblea. E’ un tema troppo importante per lasciarsi condizionare dall’indifferenza. Condividiamo la responsabilità e partecipiamo per informarci ed informare a nostra volta e per chiedere conto, a chi ha responsabilità di governo, per quale ragione le comunità debbano subire in maniera cieca e sorda questo incubo assurdo contrabbandato come sviluppo chiamato Pedemontana.

RAPPORTO FLA 2003 - SINTESI by brianza_centrale

lunedì 14 gennaio 2013

Befana sul Lambro 2013: le immagini di uno spettacolo affascinante


Pubblichiamo alcune immagini della Befana sul Lambro 2013 per documentare uno spettacolo affascinate, arcaico e magico.

Un grazie alla Commissione di Cultura Alternativa, ad Enrico Mason e a tutti i volontari che da 26 anni ci regalano una Befana veramente speciale.

 
 
 
 
 
 

Incendio doloso ai capannoni del "Bosco WWF di Vanzago"


Ancora, purtroppo, nel “mirino” il “Bosco Wwf di Vanzago”: date alle fiamme 260 rotoballe di paglia (per circa 700 quintali) all’interno di uno dei capannoni limitrofo a cascina Gabrina.

Sono in corso una serie di eventi “interferenti” la gestione dell’area protetta:
  • il mese scorso malviventi si sono introdotti all’interno del “Bosco Wwf di Vanzago” e oltre a sottrarre una piccola somma di denaro depositata presso il centro visite e nel distributore di bevande calde, hanno portato via l’esemplare femmina di muflone che da quasi una decina d’anni è stato ospite al Centro Recupero Animali Selvatici;
  • gli stessi malviventi hanno rubato tutte le grondaie di rame della struttura, non di proprietà Wwf, ma degli eredi di Ulisse Cantoni, che insiste all’interno dell’area;
  • lo scorso 10 dicembre il Consiglio Comunale di Pogliano milanese ha approvato la delibera di adozione del Piano di Gestione del Territorio che influenza la salvaguardia del “Bosco Wwf di Vanzago”;
  • la Provincia di Milano, con ben due delibere diverse, nell’ambito della pianificazione territoriale, non ha a nostro avviso messo in atto tutte le misure di salvaguardia per una zona di protezione speciale, individuata dalla Direttiva comunitaria, come il “Bosco Wwf di Vanzago”;
  • la Regione Lombardia ha avviato le procedure per l’ampliamento della cava denominata “Ate g7” limitrofa al “Bosco Wwf di Vanzago.
Ultimo, in ordine di tempo, è giunto l’incendio appiccato nella notte fra domenica 13 e lunedì 14.

Una nutrita squadra dei vigili del fuoco provenienti da Rho, dalle 20 di ieri sera, ha domato il fuoco solamente alle primo ore di questa mattina. Tutta la notte è stato un susseguirsi di interventi anche con l’aiuto di coltivatori della zona, abitanti vicini, ditte  che hanno messo a disposizioni i mezzi meccanici in aiuto a quelli dei vigili del fuoco.

Oltre al danno dovuto alle centinaia di quintali di paglia andati in fumo è ancora da quantificare quello delle strutture del capannone.

Il direttore del “Bosco Wwf di Vanzago”, Andrea Longo, ha dichiarato: “A quanti da fastidio un’area protetta alle porte di Milano? Sia ben chiaro che continueremo a lavorare per garantire la conservazione e la fruizione dell’area protetta”.

Leggi anche: Incendio all'Oasi WWF di Vanzago (Corriere della sera)

venerdì 11 gennaio 2013

Oasi Lipu di Cesano Maderno: gli eventi del mese di gennaio 2013


VISITA GUIDATA ALL’OASI LIPU
DOMENICA 20 GENNAIO, ORE 14:30


All’Oasi LIPU di Cesano Maderno durante la stagione invernale le visite guidate avranno cadenza mensile.
L’appuntamento di Gennaio è fissato per DOMENICA 20 con ritrovo alle ore 14,30 presso il Centro Visite “Langer” di via Don Orione 43.

Lungo i sentieri i visitatori potranno ammirare la Natura delle Groane come brughiere, boschi e stagni guidati dai volontari LIPU che durante tutto l’anno curano pazientemente e amorevolmente l’area protetta.

Donazione € 3 a persona – Soci LIPU gratis; Informazioni e prenotazioni: 0362.546827


LABORATORIO PER BAMBINI
“CASETTE PER SELVATICI Parte I”
DOMENICA 27 GENNAIO, ORE 14:30


L’Oasi LIPU di Cesano Maderno organizza un laboratorio per famiglie, con bambini dai 6 ai 10 anni, durante il quale si realizzeranno delle casette in legno per permettere ai piccoli “amici con le ali” di ripararsi dal freddo o di costruire il proprio nido in primavera.

Donazione 10 euro per ciascun nido;
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA allo 0362.546827
oppure via mail a oasi.cesanomaderno@lipu.it

L'Oasi Lipu di  Cesano Maderno si trova in via Don Luigi Orione, 43 - tel 0362.546827