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martedì 31 dicembre 2013

La Brianza alla guerra dei rifiuti

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di Gianmarco Corbetta, Consigliere Regionale M5S 

Oggi in Brianza è in corso una guerra, che coinvolge il settore dei rifiuti. E’ una guerra che si combatte su più fronti e per varie ragioni, ma, come in ogni guerra, il rischio è che a farne le spese siano soprattutto i cittadini. In ballo ci sono investimenti milionari e la sopravvivenza di una classe di dirigenti di società pubbliche vecchia e arretrata, spalleggiata da una classe di politici locali altrettanto vecchi e arretrati. Sono coinvolte varie amministrazioni dei nostri Comuni e due delle principali società del settore: Gelsia Ambiente (raccolta) e Bea (smaltimento tramite inceneritore). Come andrà a finire questa guerra nessuno lo può dire, ma alla fine di questo lungo scritto cercherò di fare qualche previsione.

UN PO’ DI STORIA
Nella parte di Brianza in cui operano queste due società pubbliche (la parte ad ovest di Monza), il servizio di raccolta differenziata e quello di incenerimento del rifiuto residuo hanno convissuto abbastanza pacificamente per molti anni. Il motivo era semplice: la capacità del forno inceneritore di Desio, ovvero il “fabbisogno del combustibile” non era tale da ostacolare lo sviluppo della raccolta differenziata. Per quanto quest’ultima crescesse in percentuale, il forno poteva comunque contare sul suo “approvvigionamento”.
E quando la raccolta differenziata dei Comuni soci di Bea ha cominciato a raggiungere percentuali tali da sottrarre rifiuti all’inceneritore di Desio, la società che lo gestisce, Bea, non ha fatto altro che allargare via via la platea dei Comuni serviti, anche a Comuni fuori provincia (es: Senago). Una vera beffa per i cittadini dei Comuni soci: più diventavano bravi a fare la raccolta differenziata e più Bea si rivolgeva all’esterno del circuito dei soci per mantenere invariata la quantità dei rifiuti da bruciare, con tutte le ben note conseguenze in termini di impatti ambientali e sanitari sulla zona.

LE DISPOSIZIONI DELLA REGIONE
Oggi però le cose si sono complicate parecchio per Bea. In primo luogo perché Regione Lombardia, con il nuovo Piano Rifiuti, ha certificato che anche su base regionale la raccolta differenziata sta togliendo la terra sotto i piedi ai 13 inceneritori attualmente presenti in regione: si prevede addirittura che tra soli 6 anni sarà necessario bruciare la metà dei rifiuti che si bruciano oggi! La regione ha quindi assunto l’impegno a redigere un piano per la progressiva dismissione degli impianti col maggiore impatto ambientale (e Desio è tra i primi che andrebbero dismessi considerando questo parametro).
Bea però ha ottenuto il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale da parte della Regione – per altri 6 anni, con facoltà di aumentare la capacità di smaltimento fino a quasi 100 mila tonnellate/anno – poco prima che venisse pubblicato il Piano Rifiuti, venisse approvata una moratoria per la realizzazione di nuovi impianti/ampliamento degli esistenti e venisse approvata la risoluzione della progressiva dismissione di cui sopra. E forte di questo rinnovo autorizzativo ha approvato un piano industriale che prevede l’investimento di 15 milioni di euro nel vecchio impianto per tirare avanti con l’attività per altri 18 anni.

PER BRUCIARE QUALI RIFIUTI??
Ma se mancheranno sempre più i rifiuti da bruciare in Lombardia, che senso ha il piano di Bea? E dove pensa di trovare i rifiuti che servono per alimentare l’impianto per altri 18 anni? Due sono le strategie messe in atto da Bea: da un lato mira a stabilizzare nel tempo il quantitativo di rifiuti conferito dai Comuni soci e dall’altro vuole andare a reperire monnezza da bruciare “sul mercato”.

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I RIFIUTI DA FUORI REGIONE
Cominciamo ad analizzare questo secondo intendimento: se la società andrà in cerca di rifiuti all’interno della regione, dovrà scontrarsi con colossi del settore che gestiscono impianti da 500/700 mila tonnellate, per di più in un contesto di sempre più accentuata scarsità di rifiuti da bruciare… praticamente un suicidio!
A Bea non resta che rivolgersi al di fuori dei confini regionali: l’idea di tenere in vita l’inceneritore di Desio per altri 18 anni (è attivo dal 1976…) grazie a rifiuti provenienti da Napoli, da Roma o da Firenze è semplicemente folle e del tutto insostenibile sul piano politico. Senza contare che i cittadini di Desio, Bovisio, Varedo, Limbiate e Cesano Maderno sono già pronti a scendere in piazza nel caso si realizzasse una simile eventualità!

LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE: I RIFIUTI DEI SOCI
I dirigenti di Bea non sono stupidi e lo sanno. Per questo puntano quantomeno a stabilizzare i quantitativi conferiti dai soci ed evitare che nuovi passi in avanti della raccolta differenziata erodano ulteriormente la base certa e “politicamente accettabile” dei rifiuti da bruciare.
Difatti hanno da prima messo in atto un tentativo maldestro, con il primo piano industriale dell’anno scorso, di obbligare i comuni soci a conferire una quantitativo prestabilito di rifiuti da bruciare per ben 20 anni! E se il Comune fosse stato così virtuoso da ridurre la produzione di rifiuti o aumentare la raccolta differenziata, sarebbe stato per contratto passibile di penalizzazioni!
Fallito miseramente questo tentativo con conseguente perdita secca di credibilità da parte del management di Bea (ma non agli occhi dei sindaci che l’hanno nominato), ecco spuntare il secondo piano industriale, quello recentemente approvato dalla risicata maggioranza dei soci di centro sinistra (Desio escluso), in cui quest’obbligo di conferimento non c’è più ma si insiste sul fatto che una quota cospicua di rifiuti sia inevitabilmente da bruciare.

ARRIVANO I RINFORZI: IL POLITECNICO, IL CENTRO STUDI MATER E IL CONSORZIO LEAP
E per convincere i soci di questa loro “verità assoluta” hanno pensato bene di chiamare i rinforzi: ed ecco il Professor Giuliano del Politecnico di Milano presenziare ad una assemblea dei soci per spiegare che non c’è alternativa all’incenerimento del 30/40% dei rifiuti urbani prodotti:

Giuliano

Ma per assicurare tutti sulla propria buona volontà e “mantenere una costante attenzione alle innovazioni di processo che dovessero rendersi disponibili nel settore del trattamento della frazione residua dei rifiuti solidi urbani”, ecco Bea aderire al Consorzio Leap e al Centro Studi Mater!
Peccato che questi soggetti, nell’ambiente degli esperti del settore, abbiano una credibilità prossima allo zero. Da sempre considerati (non solo in Italia, ma a livello mondiale) quelli che puntano forte sull’incenerimento, quelli pronti a denigrare qualunque strategia alternativa, seguono le evoluzioni del sistema di gestione dei rifiuti con 10/15 anni di ritardo.
Quando si cominciò a discutere della possibilità di raccogliere separatamente l’umido, loro dicevano che non si poteva fare; poi sostennero che più del 50% di raccolta differenziata non era possibile fare; ora dicono che si può fare il 65% (previsto per legge) “ma di più non conviene, e comunque il rifiuto residuo è meglio che sia incenerito”. I riferimenti economici, tecnici, operativi e legali a smentita delle loro tesi esistono in abbondanza.
Certo, per sostenere la tesi della sopravvivenza e rilancio dell’inceneritore di Desio per altri 18 anni sono perfetti! E difatti Bea si è rivolta a loro riuscendo a convincere i sindaci soci della bontà delle loro tesi!

UN PERICOLO MORTALE PER BEA: LA TARIFFA PUNTUALE DI GELSIA AMBIENTE
Come se non bastassero tutti i problemi che Bea deve affrontare per portare avanti la sua insostenibile politica di potenziamento e ammodernamento del vetusto impianto, ecco all’orizzonte profilarsi un pericolo mortale! Negli ultimi mesi la società pubblica Gelsia Ambiente, titolare del servizio di raccolta differenziata di molti comuni brianzoli, tra cui vari soci Bea, ha avviato in un quartiere di Lissone, grazie al lungimirante appoggio del sindaco Monguzzi, la sperimentazione di un innovativo sistema di raccolta del rifiuto residuo, basato sul principio della tariffa puntuale (“chi meno inquina meno paga”).
Grazie ad un avanzato sistema elettronico (RFID), Gelsia è in grado di applicare una tariffa diversa ad ogni singolo utente a seconda del quantitativo di rifiuti residui (quelli cioè da mandare all’inceneritore) prodotti. Pratica innovativa in Brianza, ma già ben sperimentata in altre parti d’Italia, si tratta di un potente strumento per incentivare i cittadini a fare bene la raccolta differenziata. E difatti a Lissone i risultati non si sono fatti attendere! Con l’introduzione del nuovo sistema la raccolta differenziata è passata dal 64 al 78% in pochissimi mesi! Un incredibile salto di ben 14 punti percentuale!!
Un grandissimo risultato per i cittadini di Lissone, non solo in termini di difesa dell’ambiente e della salute ma anche economici: si abbattono i costi di smaltimento del rifiuto residuo (leggi costi di incenerimento) e aumentano gli introiti derivanti dalla vendita dei materiali separati ai vari consorzi della filiera Conai!

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A questo punto finalmente anche in Brianza c’è la “prova provata” di quanto vado ripetendo da 5 anni: una raccolta differenziata fatta come si deve può arrivare a sfiorare l’80% e portare benefici economici alle esangui casse dei Comuni e quindi dei cittadini! Ora che finalmente un sindaco ha accettato la sfida della tariffa puntuale e l’ha vinta alla grande, è facile prevedere l’effetto emulazione da parte della altre amministrazioni brianzole, in particolare quelle servite da Gelsia.
Ma non è tutto: in Gelsia stanno facendo anche delle prove di recupero di materia dal rifiuto residuo, producendo tramite estrusione un granulato a base plastica da rivendere alle aziende del settore dello stampaggio plastico, emulando di fatto le innovazioni del famoso Centroriciclo di Vedelago. In questo modo il rifiuto residuo si trasforma da costo (di smaltimento) a ricavo (dalla vendita del materiale) per i Comuni! Si tratta quindi di altro combustibile e altre risorse economiche sottratte all’inceneritore!

plastica_vedelagoEd è proprio questo il rischio insopportabile per Bea: l’evoluzione virtuosa del sistema di gestione dei rifiuti in Brianza condanna a morte l’inceneritore di Desio. Già sarà dura per Bea trovare rifiuti da bruciare e se anche li trova fuori regione l’operazione rischia fortemente di fallire perché politicamente insostenibile. In più ora ci si mette pure Gelsia a levarle la terra sotto i piedi in casa sua, in Brianza, smentendo con i fatti le basi concettuali (quelle sostenute dal Politecnico, Mater, Leap e compagnia cantante) su cui si regge tutta l’operazione di rilancio del forno… operazione che assume sempre più le sembianze di un fragile castello di carte destinato a cedere in breve tempo.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO
Ed è proprio qui che comincia la guerra, una poco gloriosa guerra per il forno, che per i nostri cari sindaci illuminati di centro sinistra deve sopravvivere, nonostante tutto e tutti. E nonostante ai cittadini che amministrano non convenga affatto economicamente!
Fino qui abbiamo parlato poco delle responsabilità dei politici e degli amministratori locali. Abbiamo ricordato che il piano industriale di Bea è passato grazie al voto favorevole dei sindaci di centro sinistra (Desio esclusa), capitanati da Gigi Ponti di Cesano Maderno, seguito a ruota dal sindaco di Limbiate, Raffaele De Luca. Non a caso sulle poltrone del Consiglio di Amministrazione di Bea siedono dei nominati dal centro sinistra brianzolo e di Nova Milanese in particolare (mentre su quelle di Gelsia sono rappresentati principalmente la Lega e l’ex Pdl).
E chissà se è un caso che proprio a Cesano Maderno e Limbiate si sia messa in discussione l’approvazione del nuovo piano industriale di Gelsia Ambiente, che prevede tra le varie cose l’individuazione di un partner privato per lo smaltimento dei rifiuti. Si tratta di fatto di un piano industriale difficilmente compatibile con quello di Bea.
La prospettiva è che Cesano e Limbiate non rinnovino il contratto con Gelsia ed affidino ad un altro soggetto la raccolta differenziata. Chissà, magari un soggetto meno orientato alla gestione virtuosa del servizio e quindi meno incline a rompere le scatole a Bea.

LA GRANDE FREGATURA DELL’OPERATORE UNICO DEL “CICLO INTEGRATO”
Oppure Cesano e Limbiate stanno cercando di ostacolare il piano industriale di Gelsia per tenere in vita una strategia che sempre più sta prendendo piede nel centro sinistra brianzolo: la creazione di un’unica grande società pubblica per la gestione del cosiddetto ciclo integrato dei rifiuti in Brianza, tramite la fusione di Bea e Gelsia.
Innanzitutto quando sento parlare di “ciclo integrato” mi viene da mettere mano alla pistola! è semplicemente ridicolo parlare di “ciclo integrato”, visto che nel bruciare rifiuti di “ciclico” non c’è nulla. Si tratta di un processo lineare (estraggo materie prime dall’ambiente, produco oggetti e dopo l’uso li incenerisco) che distrugge risorse, materiali post consumo, invece che riciclarli come madre natura ci insegna. L’unico vero ciclo possibile è quello della strategia Rifiuti Zero (ovvero del riciclo totale dei rifiuti).

pd meda

Ma veniamo al sodo: unire la società che fa la raccolta differenziata e quella che fa lo smaltimento è un errore clamoroso e lo capirebbe anche un bambino di 5° elementare. Questi due servizi devono essere posti “in concorrenza” tra loro: tanto meglio lavora la prima, tanto meno lavora la seconda! Non a caso la proposta di legge nazionale di iniziativa popolare Rifiuti Zero prevede un preciso obbligo di separazione tra i soggetti che raccolgono e quelli che smaltiscono. Con la fusione dei due servizi non potrà mai esserci innovazione ed evoluzione virtuosa del sistema! Ma ve l’immaginate una società che fa sia raccolta che smaltimento sperimentare la tariffa puntuale (come ha fatto Gelsia a Lissone)? E perché mai dovrebbe farlo? A quale pro? E’ così difficile da capire?
O forse è fin troppo facile da capire… forse è proprio per questo che il centro sinistra brianzolo insiste sulla fusione tra Gelsia e Bea… l’unica a trarne vantaggio sarebbe Bea (per la serie il miglior modo per combattere un nemico è farselo amico!). Per Gelsia non sarebbe altro che un abbraccio mortale, anche in considerazione degli enormi rischi finanziari che il piano industriale di Bea comporta… se non trovano un quantitativo sufficiente di rifiuti da bruciare per i prossimi 18 anni, come faranno a rientrare degli investimenti fatti dal socio privato previsto dal piano? Sempre che riescano a trovare un socio privato tanto pazzo o sprovveduto da entrare nell’assetto societario di Bea.

IL RUOLO (INSIGNIFICANTE) DELLA PROVINCIA
Sullo sfondo di questa intricata vicenda c’è la Provincia di Monza e Brianza. In qualità di socia di maggioranza relativa di Bea, con l’assesore Monti ha fatto finta di opporsi al rilancio del forno, per poi attestarsi su una comoda posizione di astensione al momento di votare il piano industriale.
Intanto sta per essere approvato il Piano Rifiuti Provinciale, che non fa altro che prendere atto e avvallare il piano industriale di Bea. Peccato che il Piano Rifiuti Provinciale, per quanto riguarda gli assetti impiantistici della gestione dei rifiuti, non ha alcun valore, come candidamente ammettono gli stessi estensori del documento:
piano rifiuti prov mb


LA POLITICA SORDA E INCOMPETENTE
Ma tornando ai sindaci che hanno approvato questo strampalato piano industriale di Bea, c’è da chiedersi come hanno giustificato questa loro decisione. Le motivazioni sono sempre le solite baggianate: la difesa del patrimonio pubblico rappresentato da Bea, l’ineludibilità dell’incenerimento dei rifiuti, la tutela dei posti di lavoro (peccato che la stessa attenzione ai posti di lavoro non ci sia quando si mette in discussione l’affidamento del servizio a Gelsia…) e via discorrendo.
Sulla necessità di bruciare abbiamo già detto tutto; bisogna invece soffermarsi sulla presunta volontà di difendere l’azienda e i posti di lavoro. In realtà è del tutto evidente da quanto abbiamo detto sopra che questo piano industriale è il modo migliore per distruggere l’azienda. I politici che sostengono a spada tratta le scelte di Bea non capiscono che la strada scelta porterà al fallimento della società.

UNA EXIT STRATEGY C’E’ MA NESSUNO LA VUOLE
Non capiscono che Bea avrebbe davanti a sé un futuro luminoso se solo cambiasse politica industriale: uscire il prima possibile e con il minor danno dall’incenerimento, riconvertire l’impianto al recupero di materia dal rifiuto residuo seguendo l’esempio della Fabbrica dei Materiali di Reggio Emilia, puntare sulla creazione di un impianto di compostaggio per il trattamento dell’umido.
Certo, riconvertire l’impianto non è un’operazione a basso costo. Ma è l’unica strada percorribile per salvare l’azienda. Si può studiare un piano finanziario di medio termine per la copertura dei costi tramite gli introiti derivanti da un sistema di gestione dei rifiuti veramente innovativo (tariffa puntuale e vendita dei materiali ricavati dalla lavorazione del rifiuto residuo). Ma tutto questo i sindaci non lo sanno o non lo capiscono. Anche perché si tratterebbe, come prima cosa, di mandare a casa l’attuale management di Bea, che loro stessi hanno nominato e sostenuto strenuamente fino ad oggi, e sostituirlo con uno nuovo, capace di guardare al futuro e all’innovazione del sistema. E si tratterebbe anche di dare ragione ai quei grillini, sporchi, brutti e cattivi, che queste cose in Brianza le ripetono da 5 anni.
Se non lo faranno, Bea andrà a sbattere. Su questo non c’è alcun dubbio. Si tratta di capire i tempi e i modi: sarà la Regione a imporre lo stop all’impianto, in modo graduale e meno traumatico possibile oppure sarà il mercato, sempre più piccolo e competitivo, a mandare Bea con le gambe all’aria?
Ma a quel punto saranno dolori per tutti: Comuni soci, lavoratori e cittadini.

Tratto da: http://gianmarcocorbetta.it/2013/12/la-brianza-alla-guerra-dei-rifiuti/  

Leggi anche:

lunedì 30 dicembre 2013

Parco Brianza Centrale: "Cosa c'è sotto quel campo?"

Il campo oggetto dello scavo come si presenta in questi giorni (dic. 2013)
Cosa c'è sotto quel campo?

Questa la domanda che ci facciamo da quando nello scorso mese di maggio abbiamo pubblicato la notizia  riguardante lo scavo, con conseguente asportazione di terreno e successivo riempimento, del campo posto a nord del Cimitero Principale di Seregno. Terreno che, è bene ricordarlo, fa parte del Parco Brianza Centrale.


L'intervento è stato oggetto anche di una interpellanza presentata nel mese di febbraio 2013 dal consigliere comunale Mauro Ballabio che finora non ha ricevuto alcuna risposta da parte del Sindaco e dell'Assessore competente. E questo silenzio non ci lascia tranquilli.  
Cosa c'è sotto quel campo?


Lo scavo, eseguito tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, era avvenuto in seguito ad una richiesta dell'Amministrazione  Comunale che, lamentando la presenza di ristagno di acque meteoriche a ridosso del muro di cinta del Cimitero, chiedeva alla proprietà un intervento tecnico per risolvere il problema.


La soc. San Vitale 2005, nel rispondere alla richiesta del Comune, si impegnava ad seguire l'intervento richiesto e, a lavori ultimati, ad inviare una nota di corretta esecuzione delle opere. Questa nota è mai stata trasmessa? E' stata mai richiesta? Perchè è stato necessario asportare tutto quel terreno? Con che materiale è stato riempito lo scavo?  

Cosa c'è sotto quel campo?

 
 

Documenti:
Per leggere il post: Una cava nel Parco Brianza Centrale? cliccare qui.
Per scaricare l'interpellanza presentata del consigliere Mauro Ballabio cliccare qui.
Per scaricare la lettera di richiesta del Comune cliccare qui.
Per scaricare la lettera di risposta della Soc. San Vitale cliccare qui.
Nota: Le due lettere erano esposte, durante la fase dei lavori, in una cartelletta trasparente sulla recinzione di cantiere

venerdì 27 dicembre 2013

Befana sul Lambro 2014: appuntamento il 5 di gennaio ad Agliate

La Befana sul Lambro mantiene una sua identità inalterata nel tempo, perchè si presenta come una riccorrenza in cui il gioco e la poesia sono tratti essenziali e irrinunciabili. Dal 1987 l'arrivo della Befana sulle acque del fiume Lambro viene celebrato la vigilia dell'Epifania, con una affascinante teatralizzazione che si svolge nei pressi del ponte di Agliate (MB). Tra luci, giochi, poesia e colori.

Anche nel 2014, il 5 gennaio, l'appuntamento coinvolgerà le comunità di Agliate, Carate, Albiate, Briosco, Giussano, Macherio, Sovico, Verano. La manifestazione è curata dalla C.C.A. e del Comitato per il diritto al Mito/Festa del Bambino, in collaborazione con: la gente della Valle del Lambro, GAS - Gruppi di acquisto solidale Valle del Lambro, Associazione genitori I.C. Romagnosi di Carate, Comunita e Atelier Solaris e Casa di Emma.

Sì alla riqualifica del Parco di Monza, no al rilancio dell'autodromo!


PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE ALLA PROPRIETA’ DELL’AREA IN CONCESSIONE ALL’AUTODROMO.

Comunicato stampa del Comitato per il Parco A. Cederna e di Legambiente sezione di Monza

Il Comitato per il Parco A. Cederna e Legambiente sezione di Monza precisano che si dissociano dalle affermazioni dei consiglieri regionali firmatari dell’odg 204 secondo i quali il predetto documento sia inteso a “soddisfare le richieste delle associazioni ambientaliste del territorio”.. (il Giorno 17.12.13). Il Comitato Parco e Legambiente non rientrano infatti nel novero dell’ipotetico gruppo di associazioni ambientaliste di cui all’articolo. Pur avendo chiesto ad alcuni consiglieri di valutare la possibilita’ di un rifinanziamento della L.R.40/95, il Comitato Parco e Legambiente non sono stati messi al corrente preventivamente del contenuto dell’odg 204, contenuto che non avrebbe potuto essere condiviso in quanto il possibile finanziamento della Legge e’ in realta’ una mera copertura per il rilancio delle attività dell’autodromo. Avendo completamente travisato la richiesta del Comitato Parco, che aveva chiesto la riqualifica del Parco e non gia’ il rilancio dell’autodromo, le predette associazioni approvano l’operato di quei consiglieri regionali che invece non hanno ritenuto opportuno votarlo. Si invitano quindi i consiglieri regionali a rivedere il documento sopra citato concordandolo anche con i quei consiglieri che ne sono stati tenuti all’oscuro.

Il Comitato Parco precisa che la L.R. 40/95 era e rimane una legge per risanare il Parco di Monza nelle sue valenze storiche, ambientali, architettoniche e paesaggistiche e quindi un ulteriore frazionamento del territorio è dannoso (abbiamo accettato il Consorzio proprio per evitare questo). Inoltre, legare i contributi, inutili, all'autodromo al cambio di proprietà è un ricatto bello e buono.

lunedì 23 dicembre 2013

In Brianza azioni locali per la grande battaglia in difesa del territorio

20131215-brianza di Luca D'Achille, tratto da www.salviamo il paesaggio.it 

Grazie alle osservazioni al piano provinciale, le associazioni ottengono più tutela per il territorio anche se qualche amministrazione comunale continua ad alimentare la cementificazione. Sullo sfondo crescono le proposte di nuovi parchi: 4 vicende dalla provincia più urbanizzata d’Italia. 

Dopo che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Monza e Brianza è diventato operativo con la pubblicazione sul BURL (Bollettino Ufficiale Regione Lombardia) lo scorso ottobre, in diversi comuni si valuta l’esito delle molte osservazioni presentate in primavera.
 
Grande era la distanza tra le associazioni, coordinate dall’Osservatorio PTCP, che chiedevano la salvaguardia degli ultimi spazi verdi della provincia più urbanizzata d’Italia, e qualche amministrazione locale. Quest’ultime infatti in molti casi si sono aggiunte alle richieste di soggetti privati chiedendo lo stralcio delle aree tutelate per consentire nuova cementificazione.

Questa distanza c’è ancora. A Bernareggio c’è soddisfazione nei comitati per l’accoglimento di buona parte delle osservazioni presentate a tutela dell’area del Paleoalveo e dell’area agricola a est del centro abitato. Zone agricole di connessione a ovest e aree cuscinetto in corrispondenza di un’opera stradale connessa all’autostrada Pedemontana ad est sono state inserite nelle Aree Agricole Strategiche e saranno più tutelate.

Al contrario non sono state accolte le richieste di stralcio  presentate dall’Amministrazione Comunale in contrasto con gli ambiti di trasformazione previsti nel Piano di Governo del Territorio comunale. Ma le aree sono ancora in pericolo: pochi giorni fa la Giunta ha promosso un ricorso al TAR per contestare il piano provinciale considerandolo “gravemente lesivo degli interessi comunali”.

Situazione che si ripresenta in altri comuni. Anche il comitato + Limbiate – Cemento con la sua azione ha raggiunto importanti risultati. Le osservazioni presentate per questo comune sono state accolte e numerose aree sono state inserite nelle Aree Agricole Strategiche. Anche qui però non è per tutti un lieto fine: potrebbero esserci ulteriori tentativi per rimettere in gioco gli interessi economici e ridare spazio all’edificazione in aree ancor più appetitose perché in vicinanza del centro abitato.

Primi passi per la formazione di due nuovi parchi  

Il Comune di Lissone invece segue altri comuni della provincia tra cui Desio, Macherio, Sovico e la stessa Monza, e chiede alla Regione di istituire il nuovo parco regionale della Brianza Centrale.
L’Amministrazione comunale ha dato mandato ai parchi locali del Grugnotorto-Villoresi e della Brianza Centrale per costituire un unico parco, prima fase per la formazione della nuova grande area tutelata. Un progetto per creare collaborazione e mettere in relazione le risorse considerando le opportunità di sviluppo e le esigenze di salvaguardia di un territorio fortemente urbanizzato.


Poco distante nasce anche la proposta di un parco lineare sul tratto di ferrovia dismessa Seregno-Saronno. Legambiente Saronno sta raccogliendo le firme per promuovere il progetto ricordando che sono molti gli esempi al mondo di riconversione naturali di ferrovie dismesse. Un’opera che sarebbe importantissima per la creazione di un collegamento naturalistico e per dare spazio alla mobilità ciclabile in un’area dominata dal traffico veicolare.

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/

domenica 22 dicembre 2013

Pedemontana è dannosa, fermiamola alla realizzazione della sola "tratta A"

L'impatto di Pedemontana sul Bosco della Moronera
Le iniziative per fermare la realizzazione dell'autostarda Pedemontana proseguono. In particolare segnaliamo l'audizione al Ministero dell'Ambiente dei deputati De Rosa e Tripiedi e l'interrogazione dei consiglieri Corbetta e Nanni in Regione Lombardia.

Di seguito riportiamo  i comunicati delle due iniziative.

Pedemontana arriva al Ministero dell'Ambiente
Comunicato stampa del Coordinamento NO PEDEMONTANA

Informiamo che nella serata del 18 dicembre scorso a Roma presso il Ministero dell’Ambiente si è tenuta un’audizione nel corso della quale il Ministro dell’Ambiente Orlando ha incontrato una delegazione composta dai deputati Massimo De Rosa e Davide Tripiedi (M5S) e dal collaboratore Corrado Fossati, dall’architetto Patricio Enriquez docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, dal dottor Edoardo Bai Medico e Presidente ISDE di Milano, e Dario Balotta responsabile infrastrutture e trasporti Legambiente Lombardia.

Gli interventi hanno una volta di più evidenziato tutte le criticità legate alla realizzazione dell’opera infrastrutturale Pedemontana Lombarda, che sono state denunciate in questi anni da tante associazioni e comitati, fra cui in particolare: tuttele problematiche legate alle caratteristiche tecnico-strutturali dell’opera; la pericolosità della diossina TCDD proveniente dal disastro ICMESA del 1976 ancora presente nei terreni ove si vogliono costruire le tratte B2 e C; l’illogicità economicadell’opera, aspetto questo che diventa ancora più grottesco dato che l’opera è stata pensata 50 anni fa durante il boom economico, quando oggi invece la crisi economica sta mettendo a dura prova persino la tenuta sociale del Paese. Queste criticità – è stato spiegato al Ministro – inducono a chiedere di fermare l’autostrada a Lomazzo, dove si sta ormai completando – con lo svincolo che interseca Pedemontana con l’A9 – la realizzazione della tratta A.

E’ stato inoltre chiesto un impegno chiaro allo stesso Ministro dell’Ambiente a superare un modello oramai finito, quello fondato sulle infrastrutture stradali, optando per il trasporto sostenibile su ferro e, cosa forse di maggior importanza, creare una vera e propria cultura dell’utilizzo del mezzo di trasporto sui modelli centro e nord europei. 

L’audizione costituisce un passaggio utile e importante poichè la delegazione parlamentare  ha messo sul tavolo di un membro del governo la questione Pedemontana ma anche – (cosa ancor più importante) – la richiesta precisa di fermare l’autostrada a Lomazzo, rinunciando alle tratte successive (B1, B2, C, D) e quindi rinunciando ad una opera devastante per il territorio, costosa per l’ impiego sempre più ingente di finanziamenti pubblici e pericolosa per la salute delle popolazioni, facendosi interprete cosi’ delle parole d’ordine sostenute da associazioni e comitati in tante occasioni e in particolare, recentemente, con la manifestazione No Pedemontana del 22 settembre scorso a Desio.

L’inutilità della Pedemontana è già realtà, perchè l’attivazione della tratta Saronno-Seregno permette di collegare direttamente col treno Malpensa e Bergamo (ed anche Varese e Bergamo). 

Noi continueremo dal canto nostro la battaglia per fermare il progetto Pedemontana e sostituirlo con un progetto di mobilità che sia alternativo, partecipato e sostenibile.

Info: usciamonevivi@gmail.com

Aggiornamenti sulla Pedemontana
a cura di "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile"

Dopo l'incontro dei Sindaci della tratta B2 con la Società Pedemontana di martedì 10/12/013, nella Commissione Territorio e Ambiente di CESANO MADERNO tenutasi il 18/12/013, l'Assessore Vaghi ha comunicato quanto la soc APL (Autostrada Pedemontana Lombarda) ha loro riferito, in particolare relativamente all'iter del PROGETTO ESECUTIVO dell'autostrada.
Il Cittadino, nella pagina di Cesano, ne riporta la notizia (cliccare qui).
Per la verità quest'informazione era stata anche preannunciata e diffusa con  declinazioni temporali variabili in passato anche in sede di Provincia di MB.
Prendiamone comunque atto.

Progetto esecutivo esistente, secondo quanto riferito da APL ai Sindaci.
Eppure .... eppure .....
Che ne è dell'adempimento alla prescrizione del CIPE n° 3 che prevede analisi ambientali di caratterizzazione dei terreni ancora contaminati da TCDD ?
L'adempimento, per logica propedeutico all'elaborazione del progetto esecutivo, non ci risulta attuato ne tantomeno che ARPA sia stata coinvolta nella validazione di qualsivoglia analisi.

Anche la mozione n° 72 su pedemontana, approvata dal Consiglio di Regione Lombardia in data 17/09/013 ci risulta tutt'ora inapplicata nella parte dispositiva tant'è che il Consigliere Regionale dell'M5S Gianmarco Corbetta, da noi informato in proposito, ha presentato con il collega Nanni un'interrogazione che potete visualizzare cliccando qui.

Il coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE continua a ritenere quest'infrastruttura inutile e dannosa per il territorio e l'ambiente.
Per questo, visto anche l'alto grado di confusione gestionale, sarebbe opportuno per tutti fermarsi alla realizzazione della sola tratta A attualmente in fase di completamento.
INSIEME IN RETE sta valutando iniziative ed azioni che concretizzerà quanto prima.

sabato 21 dicembre 2013

Meda: quattro proposte per ampliare il Parco Brianza Centrale

Pubblichiamo di seguito le proposte propedeutiche alla variante del PGT che il Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale e l'Osservatorio PTCP hanno recentemente presentato al Comune di Meda.

Proposta n° 1


Considerato che le aree agricole, confinanti con i comuni di Seregno e Seveso, contornate in colore rosso e contrassegnate col numero 1, nella precedente immagine (ortofoto) sono:
  • contermini con i territori del Comune di Seregno inclusi nel perimetro del Plis Brianza Centrale;
  • fanno parte dei territori considerati Elementi di secondo livello della RER – Rete Ecologica Regionale (tav. n°2 del PTCP di Monza e Brianza - Caratteri Ecologici del Territorio Provinciale);
  • totalmente incluse nella Rete Verde di ricomposizione paesaggistica (tav. 6a del PTCP di Monza e Brianza – Progetto di Tutela e Valorizzazione del Paesaggio – art. 31 delle Norme di Piano);
  • rientranti nel Corridoio trasversale della rete verde di ricomposizione paesaggistica (tav. 6a del PTCP di MB – Progetto di Tutela e Valorizzazione del Paesaggio – art. 32 delle NdP);
  • considerate come Ambiti di riqualificazione (tav. 6c del PTCP di Monza e Brianza – Ambiti di azione paesaggistica – art. 33 delle NdP);
  • considerate come Ambiti di interesse provinciale (tav. 6d del PTCP di Monza e Brianza  – art. 34 delle NdP);
  • quasi totalmente considerate come Ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico (tav. 7b del PTCP di Monza e Brianza – art. 6 delle NdP);
considerato inoltre che:
  • tutte le aree, contornate in rosso, nel loro assieme, sono, altresì, meritevoli di azioni miranti al miglioramento ed al consolidamento della continuità degli spazi aperti e, conseguentemente, della loro connettività ecologica e della fruibilità (mobilità sostenibile) al loro interno e verso i sistemi verdi confinanti e circostanti;
  • le azioni suggerite nel precedente capoverso sono propedeutiche anche ad un parallelo incremento della biodiversità dei territori urbani e periurbani;
si propone che - come primo significativo atto al fine di una loro tutela e di una loro complessiva valorizzazione - siano considerate dal nuovo Piano di Governo del Territorio come aree di ampliamento del Parco locale di interesse sovracomunale – Plis Brianza Centrale e/o del proposto Parco Regionale della Brianza Centrale e del Grugnotorto-Villoresi.

Proposta n°2

Considerato che l'area contornata in colore rosso e contrassegnata col numero 2, nella precedente immagine (ortofoto) è:
  • contermine con i territori del Comune di Seregno inclusi nel perimetro del Plis Brianza Centrale;
  • confinante con territori considerati Elementi di secondo livello della RER – Rete Ecologica Regionale (tav. n°2 del PTCP di Monza e Brianza - Caratteri Ecologici del Territorio Provinciale);
  • considerata come Ambiti di riqualificazione (tav. 6c del PTCP di Monza e Brianza – Ambiti di azione paesaggistica – art. 33 delle NdP);
  • considerata come Ambiti di interesse provinciale (tav. 6d del PTCP di Monza e Brianza  – art. 34 delle NdP).
Per i motivi sopra esposti si propone che siano considerate dal nuovo Piano di Governo del Territorio come aree di ampliamento del Parco locale di interesse sovracomunale – Plis Brianza Centrale e/o del proposto Parco Regionale della Brianza Centrale e del Grugnotorto-Villoresi.

Proposta n°3


Pur avendo constatato che parte delle aree, contornate  in colore rosso nella precedente immagine (ortofoto), delimitate a nord dalle vie Cialdini e Croce, ad est da via Enrico Fermi e a sud dalle vie Callas, Palladio e consortile dei Casarilli, è definita nel PGT vigente come area oggetto di "Piano esecutivo in via d'istruttoria", qualora l’iter non fosse completato, se ne richiede un ripensamento e una differente pianificazione, considerato che le citate aree:
  • risultano libere, agricole e parzialmente boscate, costituendo un ampio compendio a verde all'interno di una zona fortemente urbanizzata;
  • sono prossime all'esistente Parco 2 Giugno (Porada) incluso nel Plis della Brianza Centrale;
  • sono, altresì, meritevoli di azioni miranti al miglioramento ed al consolidamento della continuità degli spazi aperti e, conseguentemente, della loro connettività ecologica e della fruibilità (mobilità sostenibile) al loro interno e verso i sistemi verdi confinanti e circostanti;
  • il loro margine settentrionale potrebbe prevedere una pista ciclabile, su sede propria, di collegamento cittadino col Parco 2 Giugno, a est, e col Polo scolastico, a ovest;
  • le azioni suggerite sono propedeutiche anche ad un parallelo incremento della biodiversità dei territori urbani e periurbani.
Per tutti i motivi sopra esposti si propone che le aree in questione siano considerate dal nuovo Piano di Governo del Territorio come aree di ampliamento del Parco locale di interesse sovracomunale – Plis Brianza Centrale e/o del proposto Parco Regionale della Brianza Centrale e del Grugnotorto-Villoresie e, conseguentemente, inedificabili.

Proposta n°4

Si propone la possibile costituzione di un nuovo asse ciclopedonale di collegamento tra il  Liceo Scientifico di via Emilia e la rete di percorsi ciclabili interna al Parco 2 Giugno di Seregno (Parco Brianza Centrale), al fine di garantire la più ampia sicurezza di ciclisti e pedoni, degli studenti e dei fruitori del Plis, sia verso il polo scolastico, sia in direzione del parco urbano seregnese.

La proposta prevede il collegamento est-ovest dei percorsi ciclabili attualmente esistenti, lungo le vie Emilia e Cialdini (a ovest) e in uscita su via Einaudi (a est) con nuovi tratti ciclopedonali, su sede propria, da prevedere all'interno delle aree verdi a sud di via Cialdini e di via Croce, nonché inglobando l'esistente corridoio tra i cappannoni, sul lato ovest di via Einaudi, attualmente già utilizzato, in primo luogo dagli studenti diretti al, e provenienti dal, polo scolastico. Il medesimo percorso è concepito anche per una sua possibile connessione, lungo l'asse stradale di via Einaudi, verso via Trieste ed il Parco della Brughiera Briantea, come, in seguito, si evince, parzialmente, nella terza immagine allegata.

Nelle tre immagini seguenti, vengono rappresentate, in colore rosso chiaro, le piste ciclopedonali in progetto e, in colore rosso scuro, quelle esistenti.

 
 

Lo scopo di questi collegamenti rientra negli indirizzi previsti dall'art. 35 delle norme del PTCP della Provincia di Monza e Brianza, tra i quali evidenziamo: la separazione tra la mobilità dolce e la rete stradale motorizzata; la valorizzazione della rete stradale secondaria e  di quella rurale, come infrastruttura dedicata alla fruizione pubblica del paesaggio; il favorire l'intermodalità bici-ferro e bici-gomma e la interconnessione tra trasporto pubblico locale e rete della mobilità dolce; l'integrazione della rete stessa con la ricostruzione del sistema ambientale.

Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale
Osservatorio PTCP di Monza e Brianza

Seregno: nuovo PGT, vecchie logiche


di Giuseppina Minotti, Capogruppo FDS - Consiglio Comunale di Seregno

Il Piano di Governo del Territorio del comune di Seregno è stato finalmente adottato da Lega Nord e Forza Italia. L'iter di questo piano, in iziato nel 2004, ovvero 9 anni orsono, sembra vanti il record lombardo per la durata.

Si dirà: visto il tempo impiegato (ed i 600.000 euro spesi) sarà di sicuro un buon piano. Niente di tutto questo: il PGT è da considerare negativamente sia per le cose contenute che per quelle non contenute, sia per il detto che per il non detto, sia per la procedura istituzi onale che per quella sociale.

La procedura.

Il PGT di Seregno era già pronto a metà 2010 ma, a seguito di contrasti interni alla maggioranza, non del tutto chiariti e che portarono all'estromissione di Gavazzi, la bozza venne ritirata e ne venne prodotta un'altra nel 2012 (e anche questa costò le dimissioni di sei consiglieri della Lega Nord per sospetti circa l'area Effebiquattro) ed un'altra ancora, dopo un rimpasto di maggioranza, nel 2013.

In una città normale sarebbe bastato questo per rassegnare le dim issioni e procedere a nuove elezioni ma siamo a Seregno...

Pur essendo state elaborate diverse versioni del PGT l'amministrazione non ha ritenuto suo dovere riaprire i termini per raccogliere le istanze di cittadini, associazioni e organizzazioni sindacali, imprenditoriali e di categoria che dunque ora hanno solo lo strumento delle osservazioni. Il piano nasce dunque già vecchio e non tiene conto delle condizioni mutate: c'è una crisi sociale ed economica ma nel PGT non ce ne è t raccia.

I contenuti.

Seregno è la seconda città della Brianza per abitanti e per importanza economica ma il PGT si limita a registrare lo stato di fatto senza proporre alcunché di innovativo.

Certo, il PGT consente di costruire abitazioni come sempre, ma non certo per rispondere alla crescente domanda di case popolari (oltre 300 famiglie) e destinate in larga parte ad incrementare l'invenduto (almeno 1000 appartamenti vuoti a Seregno!).

Quasi nulla per incoraggiare lo sviluppo di attività professionali, commerciali ed artigianali a basso consumo di superficie e destinate ai giovani. Questo si sarebbe dovuto prevedere nelle aree di trasformazione che invece ospiteranno per lo più appartamenti.

Grave è stato prevedere una zona a capannoni (quando non c'era alcuna richiesta) al confine con Albiate rovinando per sempre la possibilità di un corridoio ecologico.

Nemmeno l'impianto urbanistico è condivisibile: non c'è alcuna attenzione alla specificità dei quartieri ed al loro collegamento col centro (specie S. Carlo e S. Ambrogio che si troveranno assediati dalla Pedemontana), poco o nulla per quanto riguarda la mobilità dolce e la rete ciclopedonale, assente qualsiasi proposta che comprenda i comun i vicini.

Che fare?

Subito dopo le feste faremo incontri con le associazioni, a partire da quelle che hanno (nel lontano 2006) presentato le istanze, e con loro valuteremo il PGT e la possibilità di presentazione di osservazioni.

Per quanto riguarda i partiti di opposizione, dentro e fuori il Consigli o Comunale, verificheremo se esiste un atteggiamento comune circa il futuro urbanistico e socio-economico di Seregno e la possibilità di creare uno schieramento in grado di sconfiggere il centro destra e cambiare Seregno come del resto auspichiamo da sempre.

sabato 14 dicembre 2013

Il verde lede gravemente Bernareggio


Su questo blog, qualche tempo fa, avevamo dato notizia che nel PTCP di Monza e Brianza erano state accolte le proposte degli ambientalisti per la tutela del Paleoalveo e dell'area agricola a est di Bernareggio (leggi qui). Ora apprendiamo che il Comune di Bernareggio ha stanziato ben 27.000 euro per ricorre contro il PTCP con la motivazione generica che "risulta gravemente lesivo degli interessi comunali".

Lesivo perché garantisce più tutela delle aree verdi rispetto al PGT?

Per visualizzare la delibera della Giunta Comunale cliccare qui.

La notizia su "Il Cittadino"

venerdì 13 dicembre 2013

Macherio: i coordinamenti ambientalisti hanno incontrato l'Amministrazione Comunale



In continuità con un primo confronto avuto nei giorni antecedenti le recenti elezioni amministrative, nei giorni scorsi, presso il Municipio di Macherio, su documentata richiesta dei coordinamenti dell'Osservatorio PTCP di Monza e Brianza e del Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, i rappresentanti delle stesse aggregazioni di associazioni, circoli e gruppi ambientalisti si sono incontrati con l'Assessore al Territorio Arch. Massimo Tremolada ed il Sindaco di Macherio Mariarosa Redaelli. All'incontro era, inoltre, presente l'Assessore ai Lavori Pubblici Rino Caspani. La delegazione ambientalista era, invece, composta da: Gemma Beretta (Seveso), Gianni Casiraghi (Macherio), Alberto Colombo (Meda), Giorgio Majoli (Monza) Stefano De Grandi (Sovico) e Sergio Arienti (Desio).

Quantomai ampio ed approfondito l'indice degli argomenti trattati durante la riunione, riassunti, dai due coordinamenti ambientalisti in un documento che è stato consegnato, come pro memoria, agli amministratori macheriesi. Quanto, in seguito, detto lo si può così riassumere.

Innanzitutto è stato proposto che si proceda quanto prima alla variante del Piano di Governo del Territorio, approvato d'ufficio, il giugno scorso, dal Commissario Prefettizio Dott.sa Alessandra Lazzari. Un PGT che, secondo il punto di vista ambientalista, solo in parte è stato allineato con quanto indicato dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – PTCP di Monza e Brianza, soprattutto in materia di consumo di suolo, nell'ambito della fascia di rispetto di Pedemontana. In questo senso, indicando come esempi i recenti, esemplari, percorsi di revisione degli strumenti urbanistici locali, attuati dalle vicine amministrazioni di Desio e Lissone, le associazioni ambientaliste hanno richiesto la definitiva cancellazione, dal Documento di Piano, degli inutili ambiti di trasformazione produttivi, previsti dal PGT sul confine con Biassono.

Parallelamente sono state richieste: la completa salvaguardia di tutti gli spazi aperti non edificati; l'introduzione di adeguate misure di compensazione ambientale preventiva; la riqualificazione del tessuto urbano esistente; il censimento e la puntuale classificazione delle aree urbanizzate (industriali e logistiche) dismesse e sottoutilizzate, con relativa costituzione di una apposita banca dati.

Un positivo apprezzamento è stato rivolto alla comunicazione che l'amministrazione Redaelli intende procedere con un sistematico censimento degli alloggi non utilizzati o sottoutilizzati, presenti sul territorio comunale.

Si è, inoltre, discusso sulla proposta di una consistente implementazione della rete dei percorsi della mobilità sostenibile, con una dozzina di suggerimenti, tra i quali i collegamenti ciclabili tra Macherio e Bareggia e quello verso la stazione ferroviaria di Macherio-Canonica, sul quale è emersa una significativa convergenza di vedute (anche in merito alla difficile reperibilità dei fondi, che potrebbe trovare un parziale sbocco attraverso un più puntuale monitoraggio di bandi e finanziamenti pubblici).

Sul fronte del Parco Regionale della Valle del Lambro l'attenzione è stata principalmente rivolta a perorare la futura estensione dei confini dell'area protetta a tutte le aree verdi confinanti con l'attuale perimetro. E' stato, inoltre, richiesto il completamento dei percorsi ciclopedonali approvati dall'ente parco. Infine, oltre ad una puntuale adesione alle politiche di difesa e di valorizzazione delle emergenze eco-ambientali, storico paesaggistiche e culturali del parco regionale (per le quali si sono ipotizzate possibili forme di collaborazione tra il comune e le associazioni del territorio), si è auspicato il più ampio confronto ed un maggiore coinvolgimento, dei cittadini e dei portatori di interesse, sulle politiche attuate dal parco regionale e la massima trasparenza rispetto alle posizioni assunte dal Comune di Macherio all'interno della Comunità del Parco.

Identica attenzione ed apertura è stata suggerita anche riguardo il proposto Parco Regionale della Brianza Centrale, per la cui istituzione l'Associazione Torrette Bini Dosso Boscone ed il Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale si battono da anni anche al fine di fermare l'indiscriminato saccheggio di aree agricole e naturali, attuato negli ultimi decenni, che ha regalato a Monza e Brianza il triste primato di provincia più urbanizzata d'Italia. In questo senso, s'intendono le richieste di una preventiva adesione all'esistente Plis Brianza Centrale (che, attuato, costituirebbe un primo livello di tutela dei territori) e dell'ampliamento dei confini del parco stesso a tutte le aree inedificate, situate ad ovest dell'attuale SP6 Monza-Carate, incluse, dal PTCP di Monza e Brianza, nella Rete Verde di ricomposizione paesaggistica e negli Ambiti di Interesse Provinciale, ivi comprese tutte le aree a standard e lo stesso Oratorio di Santa Margherita alle Torrette che, allo stato attuale, con le aree che lo circondano, è stato escluso, inspiegabilmente, dai confini del futuro parco. Queste ultime istanze, oltre a fermare il consumo di suolo, hanno come fine prioritario la salvaguardia di importanti corridoi ecologici: elementi strutturali, individuati dalla stessa pianificazione provinciale, davvero indispensabili per la conservazione e l'incremento della biodiversità all'interno del caotica urbanizzazione briantea.

In conclusione di serata si sono, da ultimo, affrontate le tematiche legate alle grandi opere: la Gronda Ferroviaria Seregno-Carnate-Bergamo e l'Autostrada Pedemontana.

In particolare, sulla seconda infrastruttura, i coordinamenti ambientalisti hanno richiesto la disponibilità dell'amministrazione macheriese ad appoggiare e sostenere la proposta dell'istituzione del Piano Territoriale Regionale d'Area di Pedemontana, presentata alla Regione Lombardia dal coordinamento regionale di “Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile” e da quattro associazioni ad esso aderenti (nell'ambito del previsto iter di revisione del PTR - Piano Territoriale Regionale), con l'obiettivo di fermare il consumo di suolo lungo le tratte realizzate dell'infrastruttura autostradale. C'è, infine, stata piena sintonia riguardo la completa attuazione delle opere e delle misure di compensazioni e ambientale e del progetto di mitigazione ambientale, secondo quanto stabilito dai progetti definitivi, approvati dal CIPE. Il tutto, ovviamente, solo nella malaugurata situazione che la tratta C dell'autostrada Pedemontana venga portata a suo compimento. In tal caso si è auspicato un coinvolgimento reciproco sugli stati d'avanzamento della progettazione e sulla realizzazione delle opere.

Osservatorio PTCP di Monza e Brianza
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale


Per scaricare il Comunicato Stampa in formato pdf cliccare qui.

giovedì 12 dicembre 2013

GO GREEN Volontari per Natura: 16 ragazzi cesanesi a Roma presentano un anno di attività all'Oasi Lipu


di Silvia Baldo e Cinzia Casali, Oasi Lipu Cesano Maderno

Lunedì 9 Dicembre a Roma, alla Casa del Cinema, si è svolto l’evento conclusivo del Progetto Lipu “Go Green”con la proiezione del documentario girato dagli stessi giovani da maggio 2012 a maggio 2013 nelle Oasi Lipu di Cesano Maderno, in Lombardia, Castel di Guido, nel Lazio, e nella Riserva naturale Saline di Priolo, in Sicilia.


Realizzato da Lipu-BirdLife Italia grazie al finanziamento “Giovani protagonisti” della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Gioventù, il progetto Go Green ha offerto ai partecipanti, ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni, un percorso educativo con lo scopo di farli crescere e formarli in ambito naturalistico, vivendo esperienze a contatto con la natura.

Sono sedici gli adolescenti cesanesi che hanno partecipato all'intero anno di attività in Oasi e che l'8 e il 9 dicembre si sono recati a Roma per incontrarsi con i ragazzi delle Oasi Lipu del Lazio e della Sicilia e avere l'occasione di confrontarsi e scambiarsi le esperienze vissute con il progetto. Durante il convegno di lunedì 9 alla Casa del Cinema i ragazzi hanno presentato il documentario girato interamente da loro e che racconta l'intero percorso fatto in Oasi, offrendoci il punto di vista degli stessi protagonisti impegnati in attività per formare un gruppo via via sempre più solido e autonomo, per conoscere a fondo la natura e per raggiungere l'obiettivo finale, ovvero la realizzazione del "Bosco in una stanza", angolo interattivo situato nel Centro Visite dell’Oasi. Il progetto ufficialmente si è concluso con l’evento di Roma ma i ragazzi stessi hanno espresso il desiderio di poter continuare a sperimentarsi in Oasi come “volontari per natura”.

Info: oasi.cesanomaderno@lipu.it - www.oasicesanoamderno.it

Il giorno più corto al Parco Valle del Lambro

L’anno astronomico del Parco Valle Lambro si chiude con un’iniziativa richiesta più volte dal pubblico: una osservazione solare organizzata in collaborazione gruppo astrofili La Famiglia Adams.

Osserveremo il Sole di giorno con l’aiuto di appositi strumenti, forniti dagli amici del GAC (Gruppo Amici del Cielo di Barzago) e del GAV (Gruppo Astrofili di Villasanta), che ci sveleranno le macchie solari e, novità non comune, le protuberanze e la corona, alcune tra le tante meraviglie che nasconde l’astro del giorno.

Il tutto nell’anno di massima attività della nostra stella e nel giorno più denso di tradizioni attorno al suo percorso nel cielo: il solstizio d’inverno.

22 dicembre, ore 14.00 
Oasi Stellare presso l’Oasi di Baggero, Merone, Via Cesare Battisti

IL GIORNO PIU’ CORTO

osservazione diurna del Sole nel giorno del solstizio d’inverno

Le osservazioni sono a numero chiuso. Si richiede quindi l’ISCRIZIONE, che può essere fatta sino alle ore 12 del giorno precedente l’osservazione, per e-mail all’indirizzo: ilcieloenoi@famigliadams.it
Chi si iscriverà riceverà conferma di iscrizione con tutte le informazioni utili e, il giorno stesso dell’osservazione, una conferma o informazioni relative all’eventuale rinvio dell’osservazione per cause meteorologiche.
La partecipazione è GRATUITA: sarà molto gradito un vostro contributo volontario a sostegno dei Gruppi Astrofili che provvederanno all’organizzazione dell’osservazione.
Per raggiungere il luogo dell’osservazione seguite il seguente link: http://goo.gl/maps/Tyqs8

E’ evidente l’importanza di un vestiario adeguato, ricordando le due regole d’oro dell’astrofilo:
1) fa sempre più freddo di quanto si pensi   2) il freddo sale dai piedi.
Vi sono dei motivi per cui è opportuno organizzare un’osservazione solare in periodi freddi, ma ne parleremo durante l’osservazione.

Osservazione organizzata dal Parco Regionale della Valle del Lambro in collaborazione con i circoli astrofili La Famiglia Adams, GAC (Gruppo Amici del Cielo di Barzago) e GAV (Gruppo Astrofili di Villasanta).

PGT Seregno: proposto un maxiemendamento per tentare di limitarne i danni


Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento del PD di Seregno.

Come certo saprete è in corso in Consiglio Comunale la discussione per l'adozione del nuovo Piano di Governo del Territorio. Quello del PGT è un fronte su cui il PD Seregno ha molto investito negli ultimi anni, perché lo ritenevamo giusto, e chiaramente questo passaggio rappresenta il punto d'arrivo di un percorso che è stato per noi particolarmente oneroso dal punto di vista dello studio, dell'elaborazione e della definizione nel tempo di una linea politica (questa è anche la ragione per cui non ci siamo espressi in merito ad alcuni fatti importanti che di recente hanno interessato Seregno, dei quali comunque renderemo conto).

Il PD Seregno è contrario alla proposta di PGT -ormai in via di approvazione- avanzata da questa amministrazione. Ne abbiamo abbondantemente argomentato le ragioni, e tuttavia tenteremo di limitare i danni attraverso un maxiemendamento che sarà sottoposto a votazione al termine della discussione.

Ci duole constatare quanto il dibattito sul futuro della città che sta avendo luogo in Consiglio Comunale sia sterile, sciapo e sordo, oltre ogni nostra aspettativa. Gli stessi organi di stampa, nel riportare i contenuti della discussione, hanno praticato semplificazioni tali da rendere a nostro parere incomprensibili i termini della questione.

Al fine di una più chiara comprensione di quanto sta accadendo e delle nostre ragioni in materia di PGT, riportiamo qui in allegato (cliccare sulle singole voci):
  1. L'intervento del PD Seregno in Consiglio Comunale a commento del PGT;
  2. Il maxiemendamento da noi presentato;
  3. L'intervento del PD Seregno in Consiglio Comunale a illustrazione del maxiemendamento.
Altro materiale di tipo tecnico e analitico, prodotto dal Tavolo Territorio del PD Seregno sarà pubblicato sul nostro sito web.

Al termine dell'iter che porterà presumibilmente all'adozione del piano sarà nostra cura fare aggiornarVi sull'esito del tutto. Sarà anche l'occasione per fare un bilancio su questa battaglia politica e definirne le prospettive.

Partito Democratico - Circolo di Seregno
pdseregno@gmail.com
www.pdseregno.it



mercoledì 11 dicembre 2013

Dolce Natale con il WWF di Lecco

Nuovo appuntamento con il WWF Lecco e con i suoi tavoli di raccolta fondi in occasione del Natale. L’associazione ambientalista, in collaborazione con ICAM SpA, ripropone il cioccolato certificato “Organic Fairtrade”: a fronte di una piccola offerta per il WWF, sarà possibile ritirare una delle confezioni regalo contenente due tavolette da 100grammi, una al latte e una fondente, dimostrando una doppia attenzione per l'ambiente: per la preferenza riservata a un prodotto puro, equosolidale e incredibilmente buono... e per il fatto che tutto il ricavato della raccolta fondi sarà interamente utilizzato per i fini istituzionali e la mission del WWF.

In particolare il ricavato di quest’anno sarà destinato al CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) dell’OASI WWF di Valpredina (BG) e contribuirà alla realizzazione di due voliere: una per il recupero di piccoli rapaci e l’altra per anatre e uccelli limicoli.
Il CRAS Valpredina (http://www.oasivalpredina.it/C.R.A.S..html) è una struttura realizzata dal WWF Italia che ha lo scopo di recuperare animali selvatici feriti o in difficoltà per curarli e rimetterli in libertà.

Appuntamenti quindi con i tavoli WWF per sabato 14 novembre a Merate in piazza Prinetti e domenica 15 dicembre a Lecco in via Roma.

Sguardi tra le foglie... per scoprire e conoscere meglio la fauna che ci circonda

Martedì 17 dicembre 2013 inizierà una serie di 4 incontri con 2 appassionati faunisti per scoprire e conoscere meglio la fauna che ci circonda. Niente di troppo impegnativo, non temete: cos'è quel coso? dove vive quell'altro? Insomma piccole dritte per rispondere alle domande che spuntano quando si passeggia per boschi e campagne!

Info: www.legambientetradate.it

domenica 8 dicembre 2013

La Svizzera finanzierà "il corridoio ferroviario di 4 metri" lungo la tratta Chiasso-Milano


Dalla televisione della Svizzera italiana apprendiamo che il Consiglio Nazionale Svizzero ha approvato l'adeguamento della propria linea ferroviaria merci per il passaggio dei semirimorchi alti quattro metri. Legge e decreto federale prevedono un finanziamento di 990 milioni di franchi, oltre un quarto dei quali (280 milioni per la precisione) destinato agli ampliamenti della sagoma di spazio libero necessari lungo la tratta Chiasso - Milano e nella sezione situata in territorio italiano della linea di Luino, tra Ranzo e Gallarate/Novara.

Immagine tratta da la1.rsi.ch

Il documento
(aggiornamento 11/12/2013)

Dal rapporto "Realizzazione e finanziamento di un corridoio da quattro metri per il traffico merci su rotaia lungo l’asse del San Gottardo"



"Lungo l’asse del San Gottardo l’Italia priorizza l’ampliamento della sagoma di spazio libero del ramo Chiasso – Milano. Al fine di garantire comunque entro il 2020 le necessarie capacità tra Chiasso e Milano in previsione dell’aumento del traffico, l’Italia intende eseguire ulteriori adeguamenti tecnici (ad es. riduzione degli intervalli di successione dei treni) tra Bivio Rosales e Monza nell’ambito delle misure d’esercizio. Al tempo stesso la tratta Chiasso – Milano dovrà essere ampliata per i trasporti a sagoma alta. 

Situazione attuale
Situazione prevista nel 2020
 Sono previsti anche il potenziamento della capacità della tratta di Luino e l’aumento graduale della lunghezza massima dei treni30. Nel lungo periodo dovranno essere realizzati l’ampliamento a quattro binari tra Bivio Rosales e Monza e la costruzione della nuova tratta Seregno – Bergamo (gronda est di Milano). 

In Italia sono programmate ulteriori misure tese a incrementare le capacità di trasbordo nell’area di Milano. Con il cambiamento d’uso dello scalo di Milano Smistamento nella zona est del capoluogo meneghino dovrà essere realizzato entro il 2016 un terminale di trasbordo per il trasporto combinato. Nello stesso periodo è inoltre previsto un aumento delle capacità di trasbordo nell’area di Novara."

sabato 7 dicembre 2013

Lissone chiede alla Regione Lombardia di istituire il nuovo Parco Regionale della Brianza Centrale

Ieri sera alle ore 22,30 il Consiglio Comunale di Lissone ha deliberato a maggioranza (Pdl e Lega astenuti) di chiedere alla Regione Lombardia di istituire il nuovo Parco Regionale della Brianza Centrale.

Il testo approvato:
Il PLIS Brianza Centrale e il Plis Grugnotorto Villoresi sono da sempre impegnati a consolidare e rafforzare il ruolo di salvaguardia svolto nel proprio territorio anche con azioni di coinvolgimento di altri enti.
In seguito alla decisione del Comune di Desio di salvaguardare proprie consistenti aree ancora libere è maturata l’opportunità di avviare formalmente tra i tre Enti una collaborazione fattiva e la promozione della formazione di un unico nuovo parco.

Il 26/06/2012 è stato così sottoscritto un protocollo d’intesa tra i due PLIS e il Comune di Desio, finalizzato alla collaborazione tra i tre Enti, per garantire un collegamento tra le aree già gestite dai Plis con quelle che Desio intende destinare a parco e per definire le modalità procedurali condivise per la formazione di un'unica realtà di parco.
I tre Enti firmatari hanno subito avviato contatti con altre amministrazioni per verificare il loro interesse a condividere l’ipotesi messa in campo, in modo da coinvolgere quanto più territorio possibile con la convinzione che la necessità di mantenere e rafforzare la salvaguardia delle poche aree ancora libere all’interno di un territorio ormai pesantemente urbanizzato è la vera priorità ambientale.

La condivisione alla proposta, raccolta da altri enti, è tale da rappresentare la conferma dell’opportunità di costituire un nuovo Parco Regionale, coerentemente alle azioni già avviate dal PLIS Grugnotorto che aveva precedentemente chiesto di essere trasformato in Parco Regionale.

I comuni di Desio, Lissone, Macherio, Monza e Sovico con atti formali hanno espresso la loro volontà di aderire all’ipotesi del nuovo Parco Regionale e gli  stessi comuni hanno inoltre avviato, e in qualche caso concluso, le necessarie procedure di adeguamento dei propri strumenti di governo del territorio all’ipotesi di formazione di un nuovo parco, procedendo alla perimetrazione e ad una prima regolamentazione delle aree a parco da essi destinate.

Considerato che la richiesta di istituzione di un nuovo Parco Regionale trova formale riscontro, per le peculiarità territoriali, nella classificazione di cui all’art. 16 c.1 lettera e) della LR.86/83, si è ritenuto indispensabile avanzare una richiesta formale a Regione Lombardia perché sia costituito il nuovo Parco Regionale, coerentemente con la volontà espressa formalmente dalle amministrazioni interessate  e avviare concretamente le politiche di collaborazione prefigurate dal Protocollo d’intesa in modo da fornire  una risposta fattiva alle istanze dei comuni che hanno manifestato la volontà di far parte al più presto di un unico grande ente.
   
....

Il Consiglio Comunale di Lissone delibera
....
  • di chiedere a Regione Lombardia di istituire il nuovo Parco Regionale, come risultante dalla planimetria all.“A” alla presente deliberazione, dando atto che il territorio ivi rappresentato deriva dall’indicazione preliminare di opportunità territoriali la cui definizione deve essere perfezionata in sede dei rispettivi PGT;
  • di chiedere a Regione Lombardia di proseguire l’istruttoria già avviata e sollecitata da tutti gli Enti interessati;
  • di dare mandato ai PLIS Grugnotorto Villoresi e Brianza Centrale di avviare le verifiche e tutte le azioni opportune per definire le modalità per costituire un unico PLIS, come fase intermedia della formazione del nuovo Parco Regionale;
  • di confermare la volontà di mantenere, anche per queste nuove realtà che guardano ad un sistema territoriale di vasta scala, un modello gestionale leggero e con costi fissi contenuti, che metta in relazione ed ottimizzi le risorse messe a disposizione dai vari Enti interessati, sviluppi momenti di collaborazione ed accordi con altri Enti, sia catalizzatore delle opportunità di sviluppo, oltre che di salvaguardia, di aree diventate indispensabili a migliorare la qualità della vita dei cittadini.
  • di dare mandato agli uffici per la trasmissione alla Regione Lombardia degli atti inerenti la richiesta di istituzione di nuovo Parco Regionale. 
Per scaricare il testo completo della delibera cliccare qui.
Per scaricare la piantina del parco cliccare qui.